ABBIATEGRASSO – Si può leggere di tutto e di più di un Paese ma nessuna lettura può competere e sostituire emozioni e sensazioni che viviamo sul posto. Si avvicina l’estate, periodo di ferie e vacanze, il più adatto per spostarsi. L’Eco della città invita i lettori a inviare scritti da pubblicare per condividere quanto visto e vissuto. Di ritorno dal Marocco, da un tour delle città imperiali, inizio a scrivere alcuni flash di questo Paese nord africano che mi ha sorpresa per la sua apertura, tolleranza, civiltà. Con Abaco Viaggi, un valente accompagnatore, in gruppo con veneti e friulani, alla volta di Casablanca che non è più la versione hollywoodiana del film di Bogart ma una città moderna dove l’opera più significativa è la Moschea voluta negli anni ‘90 da re Hassan II°, maestosa, elegante, sulle rive dell’Atlantico. Un’opera grandiosa, l’investimento intelligente di un sovrano illuminato che ha valorizzato l’artigianato locale ma ha anche chiamato il meglio del resto del mondo, intessendo rapporti commerciali importanti. Sono italiane le monumentali porte in bronzo e i lampadari di Murano di questa moschea che accoglie fino a 40.000 persone, ancora in fieri il progetto di raccogliere nella costruzione limitrofa i manoscritti di tutte le biblioteche del regno. Non solo moschee ma anche 24 chiese cristiane come quella visitata, dedicata alla Madonna di Lourdes, eretta nel 1953, testimone dell’apertura e del rispetto del Marocco per tutte le religioni. Altrettanto interessante la visita di una sinagoga con i suoi libri sacri e il lavacro dove le ragazze si immergevano nell’acqua piovana, incontaminata, per purificarsi prima delle nozze. A Rabat, la capitale, il monumento più famoso è un minareto incompiuto del XII° secolo, ora mascherato da impalcature perché in restauro, in contrasto con il vicino Mausoleo di Mohammed V°, riccamente decorato nello stile tradizionale: mosaici e ‘pizzi’scolpiti in diversi materiali. Ovunque donne e uomini diversamente abbigliati, in Marocco non c’è una legge che stabilisce come vestire, la decenza è auspicata e lasciata al buon gusto di ciascuno, le spiagge sono aperte a tutti, le donne hanno l’obbligo di usare il costume, l’abito lungo e il velo, informa Abdullah, la guida locale, potrebbero essere di impedimento e pericolose durante il nuoto. Non sono proibiti neanche fumo e alcol, ma la legge è severa con chi spaccia, con chi viene trovato ubriaco alla guida o comunque crea problemi. Affascinanti le ‘medine’, i centri storici, labirinti brulicanti di vita, di attività, la Medina di Fes è la più vasta, costruita con i suoi due quartieri, l’andaluso e il carovaniere, sulle rive di un fiume le cui acque arrivano dalle sorgenti della catena del Medio Atlante, nel 1100 vennero costruite le mura in argilla e foglie, con vari ponti per riunire le due sponde. E che dire di Volubilis, a pochi km da Meknes dove si trovano importanti reperti archeologici romani, tra mosaici dedicati agli dei e colonne con capitelli, abitati da famiglie di cicogne. Indimenticabili i flash della preparazione del the alla menta nella casa berbera o la visita alla conceria, simile a un girone infernale, un alveare con uomini immersi in vasche di diverso colore tra odori nauseabondi, in condizioni di lavoro da noi sindacalmente inimmaginabili. E nel trasferimento di 500 km da Fes a Marrakech la sorpresa di una piccola Svizzera a 1800 mt. di altitudine, cedri del Libano e altre specie arboree alternate a tanti laghetti, refrigerio estivo prediletto dai francesi nel loro lungo soggiorno colonizzatore. Poi la scoperta dei villaggi berberi, case di fango mimetizzate tra i monti, primi abitanti del Marocco, popolo nomade arrivato dalle steppe artiche ca. 5.000 anni fa. Marrakech, ultima città imperiale raggiunta, sorprende per la sua vivacità che culmina in piazza Djemaa el Fna, centro nevralgico della città vecchia, spettacolare con le sue innumerevoli bancarelle, la musica di fondo, tra incantatori di serpenti, il banchetto del cavadenti con protesi mobili e denti sciolti, maghi e acrobati, una serie di ‘ristoranti’ street food che propongono lumache, teste di capra, cus-cus e altre curiosità. Realtà e fantasia da mille e una notte come l’inaspettato spettacolo con tanto di tappeto volante durante la cena in tenda berbera e le mirabolanti prodezze dei cavalieri durante il galoppo sfrenato dei loro nevrili e vivaci purosangue arabi. Ovunque palazzi vecchi e nuovi, uniformati dal colore rosato degli intonaci, i palazzi imperiali protetti da mura che nascondono le innumerevoli stanze,arredi preziosi, campi da golf. Per le Medine sono partiti importanti Piani di recupero, a Marrakech , Fes, Meknes ci sono cantieri in diversi quartieri, i progetti sono indicati negli appositi cartelli, con nomi di ditte e responsabili dei lavori. Si lavora anche di venerdì, giorno di preghiera islamica, Abdullah spiega che se non si tiene fede alla data indicata come fine lavori, il sindaco si deve dimettere e le aziende coinvolte escluse da futuri appalti. Un rigore che in Italia non conosciamo, una lezione di serietà che ci arriva dal nord Africa. Val la pena ricordare che il Marocco è governato da una monarchia costituzionale che re Muhammad VI°, succeduto al padre nel ’99, si avvale di un Parlamento di cui fanno parte anche alcuni Ministri che sono stati ospiti ad Abbiategrasso e intervistati dalla sottoscritta, prima delle elezioni di tre anni fa, quando vennero ad incontrare i loro connazionali emigrati e ammessi al voto. Questa breve visita mi ha confermato quanto aveva espresso nell’intervista l’illuminato Ministro degli Esteri Mechouar, il Marocco è uno Stato modello per tolleranza e rigore in un’Africa ora più che mai problematica. Enrica Galeazzi