ABBIATEGRASSO – Oltre a Covid e guerra, l’emergenza ora si chiama ‘siccità’, la terra ha sete, le immagini dei fiumi in secca e dei terreni riarsi sono catastrofiche, la situazione del settore agricolo e zootecnico è drammatica. Non solo l’attuale perdita dell’Ucraina come granaio, speriamo momentanea, preoccupa, gli eventi climatici in tutta Europa minacciano una carestia alimentare senza precedenti, l’acqua del Po ad esempio, diventata salina per chilometri minaccia le colture della pianura padana.

Diventa sempre più difficile cercare di mantenere un equilibrio tra le esigenze idriche della popolazione e quelle dell’irrigazione, temperature più alte di diversi gradi rispetto alle medie del periodo e la mancanza di precipitazioni hanno prodotto una situazione molto grave che fa ipotizzare il razionamento d’acqua a cominciare dalle ore notturne ma anche il possibile divieto per le piscine. Uno stato d’emergenza idrica che preoccupa non poco. Amiacque è l’azienda che ci fornisce l’acqua in casa, fa parte del gruppo Cap Holding che si occupa del servizio idrico integrato, dalla fornitura di acqua potabile, cura il ciclo completo dell’acqua: dalla captazione dalla falda, alla fornitura nelle nostre case, al recupero tramite le fognature fino alla depurazione. Cap Holding è intervenuta di recente, nel 2020 e 2021 in viale Serafino dell’Uomo e in viale Manzoni per rimediare a cedimenti strutturali e risanare diverse criticità delle fognature.

Del Consiglio d’Amministrazione di Amiacque in qualità di presidente è stato confermato nel 2020 per 3 anni Pierluigi Arrara, ex sindaco di Abbiategrasso. A lui poniamo domande sull’emergenza acqua dovuta alla siccità. Com’è messo il nostro territorio?  “Fortunatamente il nostro territorio e tutta la Città Metropolitana si trova in una condizione privilegiata, la nostra falda è ricca sia dal punto di vista quantitativo che di qualità dell’acqua. Ad oggi non si registrano criticità sul nostro territorio, non servono ordinanze o altri atti da parte dei sindaci di Cap. Certo, il continuo procrastinarsi di questa situazione porta inevitabilmente nei mesi più caldi a condizionare la risorsa idrica e già dal mese di marzo si è presentato un problema di approvvigionamento idrico per l’irrigazione; negli ultimi 5 anni abbiamo avuto problemi di siccità nei periodi estivi, ma non si era mai raggiunto un deficit di questa portata.

E’ purtroppo messa male l’agricoltura, dall’inizio dell’anno; tutto il Nord Italia è colpito dall’assenza di piogge e di conseguenza la crisi idrica sta attraversando in modo significativo Piemonte, Lombardia e l’Emilia Romagna. (Sembra un paradosso ma ultimamente piove più al Sud). Situazione che ormai ci trasciniamo da qualche anno e che sta mettendo in grosse difficoltà soprattutto le aziende agricole. Oltre ad essere piovuto poco, questo inverno è anche nevicato molto poco e ciò desta molta preoccupazione in quanto la copertura della neve è stata molto inferiore rispetto allo stesso periodo del passato, i bacini idroelettrici sono al 20% del loro riempimento, il lago Maggiore, importantissimo perché attraverso il Ticino, che alimenta il delta del Po, ha un deficit enorme di metri cubi d’acqua.

Le conseguenze di questa condizione anomala, che la maggior parte dei nostri cittadini non recepisce, sono riscontrate soprattutto dagli agricoltori che lavorano nella pianura padana che incontrano grossi problemi per l’irrigazione dei campi. Quindi è opportuno e direi fondamentale accelerare con un piano di adattamento al cambiamento climatico: bisogna imparare a stoccare l’acqua quando piove, sapendo che spesso le precipitazioni si manifestano in modo violento. Bisogna diventare più performanti nel riutilizzo di acqua trattata dai depuratori, e costruire infrastrutture tipo invasi, vasche di laminazione, migliorare il tasso di dispersione idrica, il sistema di irrigazione e infine cercare di avere colture meno bisognose di acque (vedi coltura del riso in asciutta).

Al momento non ci sono problemi seri per l’acqua potabile, ma se il trend continua in questo modo i problemi in alcune parti d’Italia potrebbero insorgere in modo preoccupante”. 

Sono previsti  razionamenti  dell’acqua potabile? “Non sono previsti nel nostro territorio razionamenti dell’acqua, certo diventa comunque sempre più fondamentale creare una nuova cultura dell’acqua, del suo utilizzo, degli sprechi, del rispetto di questo bene fondamentale per la vita di ogni essere vivente”. 

Quali accorgimenti Amiacque sta mettendo in atto per risparmiare l’acqua? “Innanzi tutto gruppo Cap (come indicato nel suo Piano di Sostenibilità) si pone l’obiettivo di ridurre il più possibile la dispersione idrica, oggi abbiamo una percentuale del 21% di acqua che si perde nel percorso per arrivare nelle nostre case; obiettivo è arrivare al più presto al 15%, allineandosi al trend europeo (in molte parti d’Italia le perdite superano il 50%), più acqua si disperde più si mette in crisi il sistema idrico. Da sempre gruppo Cap sviluppa campagne di informazione e sensibilizzazione per preservare, non sprecare e educare al corretto utilizzo dell’acqua potabile (soprattutto nelle scuole), con anche concorsi rivolti a scuole, cittadini e ai Comuni della città Metropolitana invitati a misurarsi con le pratiche di sostenibilità quotidiane che ognuno di noi può compiere per migliorare l’ambiente e la società che ci circonda. Gruppo Cap ha inoltre aumentato in modo significativo le iniziative che mirano al riuso delle acque di depurazione trattate al fine di promuovere la riduzione dei consumi, favorendo l’uso di acqua non potabile, non solo per l’uso irriguo ma anche per uso ricreativo (come per esempio per Parco Nord che verrà alimentato da acqua di riuso del depuratore di Bresso) o civile (per l’alimentazione dei mezzi che lavano le strade) e industriale. Importante utilizzare l’acqua depurata o l’acqua non potabile di prima falda: per la pulizia delle strade, per l’irrigazione di campi sportivi, parchi pubblici e giardini; in alcuni comuni si è già iniziato con queste pratiche ottenendo risultati importanti. Certo per poter utilizzare l’acqua depurata diventa fondamentale il monitoraggio della qualità dell’acqua rimesso in uso, con il nostro centro di ricerche, con la control room integrata (fondamentale passo a sostegno della digitalizzazione) e in seguito a importanti investimenti dobbiamo garantire questi parametri di qualità; solo con meno spreco e con il riutilizzo dell’acqua trattata potremo garantirci un futuro con disponibilità idriche sufficienti per mantenere la nostra agricoltura”. 

Quali consigli può dare ad ogni utente perché non sprechi la risorsa primaria dell’acqua? A questa domanda risponderei allegando un vademecum che abbiamo inviato a tutti i sindaci per sensibilizzare ad un uso responsabile della risorsa”.

Enrica Galeazzi