ABBIATEGRASSO – “La popolazione dei paesi ad elevato sviluppo economico invecchia progressivamente ed è sempre più ampia la quota composta da persone anziane che convivono con patologie croniche che le rendono fragili e vulnerabili. Inoltre, entro il 2050 nel mondo la popolazione con età superiore ai 60 anni raddoppierà. A partire da questo dato l’Hospice di Abbiategrasso ha costruito il suo modello di sviluppo, nella convinzione che il sistema sanitario vada radicalmente rivoluzionato. L’idea di fondo è offrire un percorso di cura flessibile più vicino alle esigenze del malato e delle famiglie. I principi di base rispondono a obiettivi che rappresentano elementi di rottura rispetto al passato:

  1. Gli operatori delle cure palliative, e non i malati, si muovono per raggiungere i luoghi dove si trovano i pazienti: ospedali, RSA o abitazioni.
  2. In numero delle visite e la loro tipologia non è decisa a priori ma è determinata dai bisogni del singolo malato.
  3. Con l’evolvere della malattia, lo stesso servizio si adatta in modo da rispondere a problematiche cliniche e assistenziali sempre più complesse.
  4. Il paziente o la famiglia non devono essere il tramite tra i diversi medici specialisti. Sono gli operatori sanitari che si confrontano tra loro e, insieme alla persona malata e ai famigliari, discutono e valutano cosa è meglio per lui.

Lo spunto è offerto dall’esplosione del contagio da Covid-19 in cui vediamo la popolazione anziana e malata essere la più a rischio e dover subire effetti che la pandemia ha determinato sulla tenuta del Sistema Sociosanitario. Gli ospedali infatti si sono fatti carico dei pazienti affetti da Covid-19 in fase acuta e hanno pertanto dovuto ridurre drasticamente i ricoveri e gran parte delle attività ambulatoriali. Il ricovero in ospedale, laddove indispensabile, può diventare un’occasione di rischio di contagio da evitare, se possibile. Questi aspetti hanno inciso profondamente sui cittadini più anziani che notoriamente rappresentano coloro che con più frequenza si rivolgono ad ambulatori ed ospedali. La conseguenza diretta di questa impostazione, che vede l’Ospedale come fulcro e centro di riferimento per moltissimi servizi sanitari, ha mostrato tutti i suoi limiti. Per chi come gli operatori dell’Hospice di Abbiategrasso si occupa di curare le persone sul territorio, uno degli effetti della pandemia, specie nella primavera del 2020, è stato il forte aumento delle domande di assistenza domiciliare. Il servizio di cure palliative domiciliari dell’Hospice di Abbiategrasso, che già lavorava a pieno regime, ha dovuto infatti faticosamente prendere in carico tutte le persone che i Medici di Medicina Generale o gli specialisti ospedalieri inviavano al servizio. Invii che tuttora proseguono e che hanno visto crescere notevolmente nell’ultimo anno il numero di malati assistiti al domicilio (349 nel 2019 contro i 472 del 2020). Un ulteriore elemento da tenere in considerazione è che i servizi offerti dall’Hospice non sono più solo a beneficio dei malati terminali affetti da tumore ma si rivolgono ad una più ampia casistica di persone. Si tratta solitamente di anziani con più patologie croniche in fase avanzata, già in cura con diversi specialisti, che si rivolgono alle cure palliative sicuri di poter contare su un’equipe multidisciplinare che si occuperà del controllo del dolore e degli altri sintomi e che prenderà in carico gli aspetti spirituali, esistenziali e relazionali dell’intero nucleo famigliare. In altre parole, si sta finalmente assistendo a forme di cure palliative precoci e tempestive che non si occupano solo degli ultimi giorni di vita assicurando una buona morte, ma che tutelano la vita delle persone per un arco temporale più lungo. È di fatto ancora un’utopia ma si tratta di una rivoluzione culturale, metodologica e organizzativa che l’Hospice di Abbiategrasso vuole promuovere nel territorio insieme a tutti gli altri operatori sanitari si occupano di persone malate. Il progetto prevede di affiancare ai tradizionali servizi residenziale e domiciliare dell’Hospice attività di consulenza, visite periodiche programmate e visite ambulatoriali. Si tratta infatti di sviluppare modalità di cura poco invasive, flessibili e adeguate a persone ancora in grado di spostarsi o che sono ospitate nelle Strutture Residenziali per Anziani. Per realizzare l’idea progettuale occorre però superare la attuale concezione dell’esclusività di cura da parte di un Servizio o di un medico e mettere invece insieme, come fossero tessere di un puzzle, le risorse di più Strutture a beneficio di un singolo malato.  È una sfida che l’Hospice di Abbiategrasso vuole lanciare insieme a Comuni, ATS, ASST, RSA e Ospedali del territorio e al volontariato. Vogliamo costruire una formazione condivisa e occasioni di confronto con i medici e gli operatori sanitari, per fare del nostro territorio un’eccellenza ancora più riconoscibile e riconosciuta nella cura delle persone anziane, malate e fragili. Con la vaccinazione e il superamento della emergenza da Covid queste persone meritano di vivere con dignità e qualità, protette da una rete di servizi che si prenda cura di loro. Per poter raggiungere questo obiettivo è fondamentale la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti: enti, amministratori locali, professionisti, ecc. I cittadini, dal canto loro, posso più di tutti contribuire alla realizzazione di questo nuovo modello di cura e promuovere questo cambio culturale scegliendo di destinare il 5×1000 all’Associazione Amici dell’Hospice di Abbiategrasso: C.F. 90005350153. Grazie”.