ABBIATEGRASSO – Il sindaco Arrara ha sottolineato l’importanza dell’Ospedale per gli abbiatensi che lo sentono proprio, ha auspicato che le scelte che dovranno tener conto delle esigenze economiche vengano condivise. “ Chiedo – ha detto Arrara – che il Cantù sia riempito di qualità, non importa cosa ci mettono dentro, è meglio scegliere un posto più lontano se ci garantisce di più”. Il dott. Montecchio, presidente dei medici di famiglia del nostro distretto, ha dato poi la parola al consigliere regionale Angelo Capelli (Ncd) che si è occupato della riforma sanitaria. “La Lombardia spende per prestazioni sanitarie 18 miliardi e mezzo all’anno, il sistema sanitario lombardo è basato sugli ospedali che trattano gli acuti ma ultimamente si è arrivati a spendere l’83% delle risorse per i cronici che non hanno bisogno dell’ospedale. L’invecchiamento e l’evoluzione della clinica hanno cambiato periodi e tempi di cura, è esploso il bisogno di cure fuori dall’ospedale, ecco perché si è dovuti intervenire con una legge, per rispondere alle esigenze cambiate e usare in modo adeguato le risorse. Due sono i nodi critici della riforma: le liste d’attesa e l’intasamento del P.S., quest’ultimo dovuto anche all’eccesso di contenzioso con i medici di base che si mettono al riparo, inviando in P.S., quello a cui si allude con il termine Medicina difensiva, che costa però allo Stato più di 10 miliardi all’anno, il P.S. viene quindi usato come iperambulatorio dove i medici inviano i pazienti per sentirsi più tranquilli in caso di eventuali attacchi. Per questo i codici bianchi e verdi sono la maggioranza rispetto ai codici gialli e rossi di maggiore gravità. Il P.S. è organizzato per criticità importanti e il personale addestrato per intervenire in modo rapido ed efficace. Documenti scientifici dicono che un punto nascita deve contare 1.000 parti all’anno per avere personale qualificato e prestazioni in sicurezza. La legge dice che non va chiuso niente ma bisogna valutare in ogni ospedale quali sono i bisogni e i flussi. Un’inefficienza nel sistema è un onere per i cittadini, occorre una rete che va costruita e deve funzionare diversamente”. La consigliera Sara Valmaggi del Pd e quindi in minoranza in Regione ha messo in luce invece soprattutto le criticità della riforma, iniziando a non chiamarla tale ma dicendo che si tratta solo di una “riorganizzazione, per la governance di servizi socio-sanitari sono stati rivisti le identità e i profili geografici, altri temi sono stati rinviati, ora si sta affrontando quello della salute mentale. La Lombardia, pur offrendo un’offerta sanitaria di buon livello, ha troppo concentrato sull’offerta ospedaliera, trascurando i servizi territoriali ancora nell’indeterminatezza. I dati che sono stati forniti dal direttori generali dicono che gli accessi ai P.S. sono aumentati,  che i codici bianchi e verdi sono l’89,65%, su questo territorio l’87,37%. Per quanto riguarda le liste d’attesa occorre un nuovo patto con medici e pazienti, perché gli esami clinici vengano fatti quando serve realmente e siano appropriati”. E.G.