ABBIATEGRASSO – Una serata all’insegna dello sport quella di martedì 29 maggio al ristorante Campari dove il Rotary Club Abbiategrasso ha ospitato il presidente del Comitato Lombardo di Federciclismo, Cordiamo Dagnoni e il presidente del Velo Sport Abbiategrasso Vittorino Romanò, per omaggiare i 70 anni dell’associazione ciclistica. Il presidente del Rotary, Lucio Fusaro, prima di dare la parola agli ospiti ha raccontato la sua passione per il ciclismo che ha preceduto quella per la pallavolo, ha spiegato che abitava a Milano a pochi passi dalla sede della Legnano e a 5 anni ha ricevuto in regalo la sua prima bicicletta. Molti gli aneddoti che spiegano il fil rouge che lo lega e che lega anche il Rotary al ciclismo, a cominciare dal socio rotariano dott. Pierfederici, medico dello sport, ricordato anche da Cordiano Dagnoni, figlio di Mario, a sua volta omaggiato da Fusaro che lo ha conosciuto. Mario Dagnoni è molto noto nel mondo ciclistico, nato nel 1935, fonda nel ’61 la Dari Mec, azienda che produce anche ingranaggi di 12 m.di diametro e diventa leader del settore anche in Europa. Ma Mario Dagnoni corre anche in moto, diventa uno stayer, ovvero colui che guida una moto su pista, seguito da un corridore in bicicletta, un duo che ne sfida altri. Una specialità che non è più presente ma in cui Mario Dagnoni ha vinto molto correndo 39 campionati del mondo e ca. 50 “6 giorni”, vinte con campioni al seguito come Gimondi, campioni sempre diversi, una dimostrazione quindi del suo grande valore personale. Dei tre figli, Cordiano ha seguito le orme del padre sia in azienda che nel ciclismo, ora è Presidente del Comitato Lombardo, prima è stato corridore e campione italiano indoor poi come stayer professionista ha vinto 8 campionati italiani e 2 europei. Cordiano ha conosciuto Abbiategrasso da ragazzo perché il padre aveva come riferimento una banca locale e il gruppo sportivo del Velo Sport, una tappa obbligata prima di recarsi dal dott. Pierfederici. Ha descritto il ruolo dello stayer che “guida la moto in un gioco di coppie che lottano, ma se sbaglia una mossa è finita per entrambi”. Ha vinto anche un campionato italiano con Elia Viviani e ha corso anche con la fidanzata di quest’ultimo. E’ molto più divertente gareggiare che fare il presidente ha confidato e ha sottolineato quanto sia importante che i giovanissimi che si cimentano nel ciclismo si divertano e quanto sia negativo da parte dei genitori creare e avere quelle che spesso risultano solo false aspettative. Un altro aspetto importante è il sentimento dell’amicizia. Ora si sta chiedendo come riuscire a motivare al meglio i giovani ed esprime perplessità per il sistema vigente che penalizza chi a 16 anni non è ancora campione, perché si toglie spazio a chi a 16 anni non è ancora maturo ma potrebbe dare magari di più di chi è già stato ‘spremuto’. Una grande criticità è la mancanza di velodromi coperti, presenti in Gran Bretagna come in altri Paesi, impianti che diventano incubatrici di campioni. In Lombardia sono stati spesi 9 milioni di euro per sistemare il Vigorelli invece di costruire un nuovo palazzetto dello sport con un velodromo adeguato, un polo d’attrazione sociale, culturale, commerciale. E’ poi stata la volta di Vittorino Romanò, presidente del Velo Sport, da 50 anni nel gruppo prima come corridore ora come presidente che coltiva il talento di tanti ragazzi. “Il ciclismo tempra soprattutto il carattere”, ha detto e ha ricordato i professionisti locali come Tosello che ha corso con Gimondi e Buratti che è stato azzurro con Coppi. Ha parlato dei numerosi cambiamenti cui ha assistito, a partire dal Giro d’Italia a cui ora non bastano 4 piazze per contenere l’intera carovana, basta pensare al trasporto delle 4 biciclette che ogni corridore ha a disposizione. Tra i consigli che dispensa ai giovani atleti anche quello di non avere fretta di entrare nelle grandi squadre perché il rischio è di non resistere a lungo mentre, ha ribadito, è importante divertirsi, avere passione ed essere motivati ma se si hanno altri impegni si può anche saltare una gara. Marco Rognoni, già presidente Rotary e presidente del Comitato Tappa per il Giro d’Italia, ha ricordato con gioia e commozione la staffetta dei ragazzi del Velo Sport che ha preceduto i corridori. Andrea Riboni, coordinatore e anima della Tappa abbiatense, figlio dell’indimenticato Marco Ruboni tra i fondatori e a lungo presidente del Velo Sport, ha citato altri rotariani come il ragionier Sandro Mereghetti, Piero Lattuada e il dott. Pierfederici, cofondatori sia del Rotary C. Abbiategrasso che del gruppo sportivo. Sul tavolo della presidenza anche una bandiera del 37° Giro d’Italia, datata 1954 con gli autografi dei partecipanti tra cui Coppi e Bartali. Lucio Fusaro ha fatto pervenire al Velo Sport i complimenti di Rocco Cattaneo, presidente dell’Unione Europea di Ciclismo e i cd in cui Claudio Paparo ha immortalato le immagini della partenza dell’ormai mitica Tappa Abbiategrasso-Prato Nevoso. E.G.
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