ABBIATENSE-MAGENTINO – Un convegno anzi no, una Lectio Magistralis straordinaria quella che si è tenuta sabato 10 dicembre a Casa Giacobbe a Magenta. Il tema “L’importanza della Formazione emotivo-relazionale” è stato trattato da Cristiana Clementi autrice del recente “Il Cannibalismo dei ruoli”, formatore emotivo-relazionale e da un’autorità indiscussa come Maria Rita Parsi psicologa, scrittrice, opinionista che ha meritato una serie di onorificenze e riconoscimenti, unica italiana membro del Comitato Onu per i diritti dei Fanciulli/e. Un incontro intrigante, introdotto dal sindaco Marco Invernizzi che ha colto l’emergenza relazionale attuale, la necessità di ricomporre il rapporto tra adulti e giovani, tra famiglia e scuola. Ha ricordato un dato che fa molto pensare: nei Paesi più forti economicamente, la prima malattia risulta essere quella mentale, segno che il benessere materiale non basta. La Dott.ssa Cristiana Clementi, che si occupa della persona a 360° e, in assenza di patologie, del disagio a interpretare i ruoli quotidiani, fornendo strumenti per relazionarsi nel modo migliore, ha colto in questa società che presenta nuovi scenari la necessità impellente per gli adulti di essere più preparati  a gestire famiglie allargate, l’uso del web,ogni novità, con competenze adatte a relazioni emotivamente corrette. A questo proposito come una prima domanda ha chiesto il parere della prof.ssa Parsi sui genitori che dicono di essere “la migliore amica/o dei figli”. La risposta è stata netta: “I genitori non sono amici, il lavoro che svolgo come psicoterapeuta con i piccoli e le famiglie conferma che c’è bisogno di formare i formatori, l’amicizia va bene, ma nel rapporto genitori-figli è l’ultima cosa, fondamentale è l’autorevolezza altrimenti i bambini perdono l’orientamento, ricordiamoci che crescono per imitazione. L’amicizia può esserci quando più grandi si capisce che i genitori sono persone, che anche se punto di riferimento non sono perfetti”. Cristiana a sua volta in un riuscitissimo duetto al proposito ha sottolineato che si riconosce il genitore ‘persona’ quando applichiamo l’intelligenza emotiva che si basa sulla sospensione del giudizio, che a sua volta dipende dalla comprensione delle nostre emozioni, dalla loro accettazione e dallo stare bene con noi stessi. Dalla risposta della prof.ssa Parsi alla successiva domanda: “Quanto sono importanti i NO?” si è compreso che sono fondamentali. “Gli uomini che commettono femminicidi non hanno ricevuto dei No al momento giusto. I bambini hanno bisogno del No e lo usano intorno ai 18 mesi perché è un modo per riconoscersi, per prendere le distanze dagli altri, trasgredire al no serve per crescere, si sperimenta se il no è per il nostro bene. La Bibbia racconta la storia umana, a partire dalla trasgressione di Adamo ed Eva a un No”. Il No serve a staccare il cordone ombelicale con l’adulto, se questo è amico diventa complice, oltre al patrimonio genetico si è scoperto anche la grande importanza nella fase prenatale di uno scambio di migliaia di informazioni neuro-chimiche di emozioni, che danno le basi al patrimonio emotivo dei primi 10 anni del bambino. Anni importanti e decisivi in cui i genitori che sono le principali figure di riferimento hanno la responsabilità di stare bene ed essere formativi. Ne consegue che l’attenzione per donne e bambini è un fatto fondante per la società. Altrettanto importante è la figura paterna perché possa svilupparsi il processo edipico, in cui la bambina si stacca dalla madre e va verso il padre, per i maschi però sia il primo che il secondo amore risulta essere la madre e fondamentale rimarrà per sempre il ricordo del suo corpo che lo spingerà verso il corpo delle donne per tornare al corpo della madre. L’attività simbolica, sostiene Maria Rita Parsi, riemerge sempre, quello che facciamo è archetipo di quello che abbiamo dentro. Un eloquio chiaro, impeccabile, ogni parola pregna di significato, molte anche le indicazioni di letture fondamentali come “Anatomia della distruttività umana” di Erich Fromm o Distacchi di Judith Viorst, un’analisi interessante anche sul mondo virtuale e sulla fragilità come risorsa. Un incontro di grande valore che avrà seguito  in un percorso concreto indicato dal sindaco Invernizzi, che dà la possibilità ai suoi concittadini di ricevere strumenti di formazione mettendo a disposizione lo Sportello d’ascolto e Formazione, da gennaio, con Cristiana Clementi e anche l’Università della Famiglia, un progetto in collaborazione con Maria Rita Parsi, 4 anni di formazione per famiglie ed educatori, 80 ore di formazione all’anno, una sfida per migliorare insieme, una politica per una città  e cittadini di ‘qualità’. Servizi importanti da importare ovunque. E.G.