ABBIATEGRASSO – Mai prima d’ora abbiamo pensato tanto alla morte, un pensiero ora globale, nessuno infatti in nessuna parte del mondo ne è dispensato. Il virus ci ha livellati tutti, proprio come recita Totò nella poesia ‘a’ livella’ in cui protagonista è la morte. Questo virus  è subdolo, invisibile, ma lo sentiamo vicino, ci incute paura e quindi ci spinge a proteggerci il più possibile. Anche i più giovani che si sentono immortali e che per un po’ si sono sentiti dire e quindi rassicurati , che a rischio sono gli anziani, ora sono sempre più consapevoli di non esserne immuni. La crescita implacabile di nuovi quotidiani contagi e dei numeri delle vittime ci sconvolgono, le persone intorno a noi muoiono. Anche la scorsa settimana molti i lutti in città, alcune persone se ne sono andate non a causa del Coronavirus e hanno potuto avere accanto i familiari, altre se ne sono andate in solitudine, le ultime persone intorno a loro sanitari sconosciuti e a loro volta provati per non essere riusciti a salvarli. Per tutti viene a mancare anche la possibilità di ritrovarsi per il funerale e condividere il lutto, manca il conforto di un abbraccio e di un pianto con parenti e amici. E’ un lutto colletivo e personale, la perdita o anche il timore della perdita della nostra vita o di quella di persone care ci sconvolge, mina il nostro bisogno di certezza e sicurezza, ci sentiamo persi, in balia di un futuro incerto e sconosciuto. Anche se la vita è imprevedibile e comunque non sappiamo cosa aspettarci, come sempre abbiamo paura di quello che non conosciamo e in questo momento ogni certezza viene meno ma non dobbiamo abbatterci, deprimerci  e perdere la speranza, perché significa ammalarsi nell’animo e diventare più deboli anche fisicamente perché influirà anche sulle nostre difese immunitarie, rendendoci più vulnerabili. Teniamo occupata la mente con ricordi piacevoli, sogni, facciamo progetti immaginando il meglio. Ci serve per placare l’ansia, per aprire uno spiraglio nella paura, per attivarci a far qualcosa per qualcun altro, la solidarietà aiuta, aiutare il prossimo aiuta a non sentirsi e a non far sentire la solitudine. Possiamo gestire le emozioni, evitare di esserne travolti, condividendo il nostro dolore ma anche la speranza ce la faremo. (Foto all’interno e in copertina del compianto Vico Oldani). E.G.