ABBIATEGRASSO – Si è definito un semplice monaco, un monaco tibetano di 91 anni che ha scelto di non tenere una conferenza sul Buddhismo ma portare esempi di quello che può portare felicità nella nostra vita quotidiana. Con grande umiltà, dignità, chiarezza, energia, ha esposto il suo pensiero, scaturito dalla meditazione e dalla sua esperienza di vita. La sua voce pacata, cantilenante ma ferma, veniva poi interpretata dalla giovane nipote che la traduceva in inglese e in simultanea a sua volta in italiano dalla monaca che l’accompagnava. Lama Mollam ha iniziato ribadendo quello che tutti sappiamo ma che tendiamo a dimenticare: “Tutti abbiamo lo stesso desiderio di felicità, tutte le religioni indicano dei percorsi, seppur diversi per raggiungere la felicità, un desiderio comune anche a chi non crede in nulla. Nessuno vuole soffrire, tutti anche gli animali, desiderano stare bene. Dagli animali più grandi ai più piccoli anche se non hanno un cervello sviluppato come il nostro. Noi umani abbiamo un cervello speciale e gli animali non possono risolvere i problemi come noi. Abbiamo fatto molte invenzioni per rendere la nostra vita più comoda ma siamo riusciti a ottenere benessere e felicità? Le religioni danno delle ricette, gli insegnamenti del Buddha non sono sempre ben accolti , si preferiscono scienza e tecnologie che si sono sviluppate tantissimo per migliorare la nostra vita materiale, ora il mondo appare sempre più piccolo, è molto più facile comunicare, tramite il computer c’è stata un’evoluzione incredibile, basta collegarsi e arriva tutto in un attimo. L’intelligenza umana ci ha facilitato la vita e ancora si studia per renderla più comoda. Ma abbiamo ottenuto la felicità? Abbiamo sempre più oggetti ma ci creano anche problemi. Il cibo è diventato un grande problema, è difficile trovare cibo buono perché per migliorare l’aspetto dei prodotti si usano pesticidi, si creano finti pesci, finte verdure, contro la nostra salute. Molte malattie e allergie che non c’erano in passato dipendono da un cibo non sano, di ‘plastica’. Stiamo utilizzando le tecnologie in modo sbagliato, mettiamo a rischio la nostra vita, abbiamo bisogno di sempre maggiori controlli ovunque. Servono restrizioni in aeroporto come in tanti luoghi perché la sensazione di insicurezza cresce. Una nuova bomba atomica potrebbe spazzare via mezzo mondo in pochi istanti perché abbiamo armi sempre più potenti. La scienza e la tecnologia non riescono a darci la felicità, occorre sviluppare altro, occorre analizzare la mente. Dentro la nostra mente possiamo trovare pace e felicità. Anche gli scienziati hanno capito  l’importanza di comprendere la mente e come funziona, le parole del Buddha sono ‘pratiche’ e la scienza lo sta comprendendo, infatti ora si parla di consapevolezza, di quanto sia importante educare la mente. Nella nostra mente infatti ci sono emozioni distruttive che non riconosciamo ma sono la causa dei nostri problemi. Queste afflizioni ci creano frizioni, cerchiamo cause all’esterno mentre sono dentro di noi. Tra i nemici distruttivi ci sono la rabbia e l desiderio, se lasciamo che prendano il sopravvento nella nostra mente. Queste emozioni che da piccoli non avevamo, crescono con noi. Derivano anche dalle nostre vite passate, ogni rinascita infatti è basata sulle vite precedenti, il karma è causa ed effetto, la colpa non è di Dio ma delle nostre emozioni distruttive, se siamo stati avari in questa vita siamo mendicanti.. anche la vita futura dipende da come siamo ora, è tutto nelle nostre mani. Se il desiderio diventa attaccamento si vuole possedere, se la rabbia cresce non c’è più pace e le afflizioni mentali lavorano dentro di noi, invece di essere proprietari della nostra mente diventiamo servitori delle nostre emozioni distruttive. Cosa possiamo fare? Cambiare pensiero per esempio, non seguire il desiderio o la rabbia, non dando loro molta importanza, ‘distraendoci’ dalle emozioni negative. Solo una mente educata sa riconoscere ciò che è di beneficio o di danno, sviluppa gentilezza e buon cuore. Se volete la felicità, la mente pacifica è nelle nostre mani. Abbiamo avuto infinite vite, tutti gli esseri senzienti sono stati ‘nostra madre’, noi dipendiamo da tutti gli altri esseri viventi, senza di loro non saremmo potuti sopravvivere. Anche i nostri soldi non sono nostri, né il cibo, né i vestiti, tutto è prodotto da altri. Per questo dobbiamo essere grati, non c’è ragione di essere arrabbiati con gli altri, dobbiamo essere grati anche a quelli che non conosciamo e generare un’amorevole gentilezza, controllare le emozioni distruttive, avere comprensione. Il nostro destino, la nostra felicità, è nelle nostre mani”. Riconoscere l’interdipendenza da tutto e da tutti può essere d’aiuto per comprendere che l’individualismo non ci aiuta. Enrica Galeazzi