ABBIATEGRASSO – Sarà inaugurato domenica 9 ottobre, dopo la Santa Messa delle 11.30, l’affresco della Beata Vergine con Bambino, dopo i lavori di restauro iniziati nel mese di giugno e terminati da pochi giorni. E’ stato grazie all’Accademia di Karate Yoshitaka di Abbiategrasso, nel suo 35° anno di fondazione, che è stato possibile recuperare un importante bene artistico della nostra città, un’opera a cui tanti cittadini sono affezionati, un piccolo gioiello “incastonato” nella parete esterna del quadriportico della basilica di Santa Maria Nuova che dà su via Piatti. L’attenzione e la sensibilità di Yoshitaka (Direttore Tecnico il Maestro Mario Fanizza, 7° dan) erano già emerse quando, tre anni fa, l’Accademia aveva contribuito ai lavori di restauro di un altro affresco, “La Deposizione”, all’angolo tra via Libia e viale Mazzini, sul muro di casa Paquet. Un lavoro più lungo ed impegnativo quello in via Piatti, dove oltre al restauro dell’affresco datato 1870, opera dell’insigne pittore Giovanni Valtorta e restaurato nel 1918 da suo figlio Luigi, è stata ristrutturata anche la muratura dell’edicola che ne fa da cornice e lo valorizza, che ha reso necessario l’intervento di un altro committente oltre Yoshitaka, ossia la parrocchia stessa, per la parte muraria. E’ stato inoltre coinvolto l’assessorato ai lavori pubblici del Comune di Abbiategrasso in quanto durante i lavori ci si è accorti che due lastre di pietra (del 1700), alla base del muro dove si trova l’edicola, col tempo si erano disposte in modo che l’acqua piovana convergesse verso il muro. In un’ottica non solo di recupero ma di conservazione del bene (quanto più lunga possibile), si è lavorato per contrastare l’umidità e quindi le due lastre sono state risollevate e rimesse nella giusta posizione. I lavori, autorizzati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Milano, sono stati curati dal restauratore e professore di Storia dell’Arte del Liceo Scientifico “Pascal” di Abbiategrasso, Nicola Ghiaroni, e per la parte muraria è intervenuta la ditta Amodeo. Insieme hanno compiuto un sapiente lavoro artigianale (ed artistico) di ricerca dei materiali più adatti (tutti naturali) con la partecipazione della Soprintendenza che ha via via approvato i bozzetti presentati. Attraverso le incisioni originali, le foto degli anni ’60 e la sinopia in parte ritrovata (ossia l’incisione, il graffito che delinea i contorni delle figure) è stato possibile realizzare il restauro, a regola d’arte. Si possono notare tre livelli nell’affresco, nella parte superiore è più definito nei colori e nei contorni; nella parte intermedia è più evanescente e sfumato… per poi svanire nella parte inferiore, dove l’intonaco era crollato. Il restauratore, metaforicamente come un medico, “cura” fin dove possibile senza “accanirsi”, ricostituendo gli intonaci dove necessario e cercando di non snaturare l’opera originaria ma anzi valorizzandola e favorendo una migliore conservazione futura. Nelle parti erose, il bugnato è stato rifatto completamente, i lastroni di cemento avevano spinto in alto l’umidità, devastando l’affresco. Fin dove si è potuto, è stato tolto il cemento, si è combattuto contro il degrado a cui la gente negli anni si era ormai abituata. Un trattamento protettivo traspirante, materiali scelti a regola d’arte, nel rispetto della tradizione ma con il guizzo dell’innovazione; come ci spiega il prof. Ghiaroni, il restauratore segue un modello, non si fa niente ex novo, il restauro deve essere “reversibile”, ma ogni restauro è un “esperimento coraggioso”. Le tecniche e i materiali di restauro attuali, grazie al progresso scientifico, sono migliorati, ma non basta. Occorre un atteggiamento più consapevole e responsabile, perché i beni artistici, così come l’ambiente, vengono danneggiati dall’inquinamento e da scelte che col tempo si rivelano deleterie. Dall’analisi effettuate, ad esempio, è stata ritrovata un’alta concentrazione di solfati. Piogge acide e idrocarburi sono anche loro responsabili del danneggiamento dei monumenti. I restauri, effettuati con cura e passione, oltre a restituirci una bellezza che si rischiava di perdere, sono un’occasione per riflettere e per sviluppare una sensibilità più profonda. Per il restauro della Beata Vergine con Bambino è stata creata una banca dati digitale con tutte le informazioni sul restauro e una pagina Facebook, Affresco Quadriportico Abbiategrasso, dove è stato possibile seguire le fasi dei lavori. Il risultato lo si potrà ammirare domenica mattina, quando l’affresco verrà mostrato ai cittadini che, siamo certi, potranno tornare a commuoversi di fronte a tanta tenerezza che sensibilità non comuni hanno contribuito a far riaffiorare e rivivere. Un dono di cui essere riconoscenti. S.O.
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