ABBIATEGRASSO – Giornata intensa quella di domenica 27 gennaio per Abbiategrasso.
Sarebbe dovuto essere un giorno dedicato alla Memoria, ma alcuni episodi hanno fatto sì che, sin dalle prime ore del mattino, i cittadini si accorgessero che qualcosa di importante fosse sfuggito al controllo del sindaco e della sua giunta. In concomitanza alla totale assenza di istituzioni al Parco della Memoria durante la deposizione della corona commemorativa in onore delle vittime delle deportazioni, in piazza Marconi è stato allestito un banchetto dell’associazione Bran.co, legata al movimento “Lealtà e Azione”. Anpi ha indetto con urgenza una conferenza stampa di denuncia, tenutasi alle 17.30 nei Sotterranei del Castello, insieme a molti esponenti dell’opposizione e a cittadini indignati per l’accaduto. A prender parola per primo e ringraziare per la tempestiva presenza è stato il presidente dell’Anpi abbiatense Gian Marco Garbi, il quale s’è detto indignato per l’episodio, sottolineando che Abbiategrasso non può accettare una provocazione come quella di un banchetto di un’associazione “neo-fascista e/o neo-nazista durante la Giornata della Memoria. Queste cose non ci vanno bene e siccome non è la prima volta che queste associazioni fanno manifestazioni ad Abbiategrasso, noi diciamo no! Chiediamo all’Amministrazione di vigilare in maniera più attenta; il sindaco dice che lui non ne sapeva nulla, possiamo anche credergli, ma a questo punto lo sollecitiamo a vigilare e non concedere spazi a nessuna organizzazione che non si dichiari antifascista, in rispetto della Costituzione Italiana sui cui il sindaco ha giurato”.  Emanuele Granziero (Pd) ha sottolineato il fatto che sia inaccettabile che un sindaco e i suoi collaboratori non sappiano di una concessione del genere ad una determinata associazione, denunciando quindi una totale mancanza di organizzazione nella macchina governativa, promettendo presto azioni politiche da parte del suo gruppo. Domenico Finiguerra (Cambiamo Abbiategrasso)  ha aggiunto: “Noi pensiamo che l’ipocrisia debba terminare, innanzitutto per il rispetto della storia… Chiederemo la convocazione del Consiglio Comunale per discutere di quello che è accaduto oggi e per riproporre una mozione di divieto di manifestazioni in questa città a chi si ispira a determinati ideali. Chiediamo al sindaco Nai il rispetto della nostra Carta Costituzionale e il rispetto per le vittime dell’olocausto e di tutti i drammi provocati dal nazifascismo…” Tino Donati ha attaccato duramente il sindaco, non riuscendo a nascondere la sua rabbia e il suo sdegno su questo e su altri episodi: “Il sindaco ha tirato giù la sua maschera, non si può dire ‘non lo sapevo’! Nella Giornata della Memoria non va in piazza nessuno se non chi è preposto alle celebrazioni…”
Donati ha poi avanzato dubbi sul fatto che il sindaco non sapesse della concessione, sostenendo quindi non si fosse trattato di un errore, ma di una scelta che lo accreditasse verso una parte politica. Barbara De Angeli (M5S) è  intervenuta manifestando la sua rabbia e indignazione leggendo le parole di una cittadina: “…ed oggi, io, depositaria della memoria, mi sento offesa e tradita dalle scelte della comunità cittadina a cui appartengo. Che il permesso sia stato firmato dal sindaco o consapevolmente o meno, non importa! Qui non si tratta di esser di destra o di sinistra, fascisti o comunisti, si tratta di sputare su un dolore ancora così vivo da non aver necessità di tenerlo in memoria”. De Angeli si è scusata, a nome delle istituzioni cittadine, con tutti i famigliari delle vittime e con chiunque si sia sentito offeso. Luigi Alberto Tarantola, non volendo ripetersi ma sposando quanto detto prima, ha manifestato la sua curiosità nel vedere come si comporteranno gli esponenti della maggioranza dopo l’accaduto. Finiguerra è tornato sugli episodi che hanno portato all’epilogo di domenica, le diverse sollecitazioni fatte al sindaco da parte delle opposizioni in merito alla questione “Lealtà e Azione” e che, nonostante ciò, Nai abbia, in prima persona o no, concesso ulteriori spazi a queste manifestazioni: “è inutile dirsi incavolato per l’accaduto, sono doverose le sue dimissioni”. Graziella Cameroni (Pd) ha rimarcato l’importanza e la gravità del segnale dato ai giovani, attaccando il sindaco in modo deciso e netto. Granziero ha allargato la richiesta di dimissioni non solo al sindaco, ma anche all’assessore alla Sicurezza Marco Mercanti, ritenuto responsabile dell’accaduto, visto il ruolo. Si è affrontato anche il tema dell’assenza delle istituzioni alla deposizione della corona al Parco della Memoria: “una mancanza totale di informazione ed organizzazione”. Anche per questi motivi, Finiguerra e Cameroni hanno dichiarato che saranno costretti a rifiutare l’invito del sindaco in occasione della visita dei ragazzi delle scuole ai campi di concentramento. Carlo Amodeo ha chiuso la conferenza invitando tutti a dare una risposta unitaria, evitando indirizzi politici, stringendosi attorno alla Memoria e alla Costituzione del nostro Paese. L.C.