ABBIATEGRASSO – Chi passa davanti alla Scuola dell’Infanzia in via Papa Giovanni XXIII, percorrendo il viale che conduce al Cimitero, nota una sequenza di alberi natalizi, uno diverso dall’altro, che sembrano affacciarsi alle finestre delle aule, un augurio di Buon Natale che bimbi e insegnanti hanno voluto condividere con la città.
Non lontano, all’esterno della Scuola Primaria “Umberto e Margherita di Savoia”, passando si può ammirare al di là delle grate del cancello, allestito all’aperto in un’aiuola, il tradizionale presepe che ogni anno viene esposto, con la scena della Natività nelle sue linee essenziali intagliata nel legno, realizzato anni fa da alcuni genitori.
Anche questo è un augurio che alunni e insegnanti rivolgono alla città. Davanti alla vetrata di un ingresso alla Scuola quest’anno è stato posto un alberello costruito con assi in legno chiaro, materiale povero, per rendere al meglio il significato che l’accompagna: la poesia “L’albero dei poveri” di Gianni Rodari, i cui versi, scritti su fogli appesi ai rami, raccontano di un bimbo che a Natale sogna di avere un albero con tanti bei doni accanto al letto, ma poi si sveglia e si ritrova solo con un albero disegnato dal gelo sulla finestra e basta un dito per cancellarlo. Un pensiero di bambini che hanno tanto nei confronti dei loro coetanei che vivono nell’indigenza. All’interno della Scuola, gli alunni di quinta, ogni anno è compito loro, con gli insegnanti hanno allestito nell’atrio un bel presepe di carta, tutto da ammirare e da comprendere nei messaggi che invia. Su una parete è affisso un grande poster, su cui spicca in mezzo al blu del cielo una scritta che recita così: “Il Mistero della Nascita ci lascia senza parole”.
Uno scritto posto sulla destra e le parole di una docente ci spiegano il lavoro svolto in aula, le riflessioni fatte insieme da alunni e insegnanti per arrivare alla realizzazione del bel presepe. Il punto di partenza è stato il tema dell’anno “Le parole in circolo”, che viene sviluppato nelle varie discipline e si è voluto incontrasse anche il presepe. E’ stata, quindi, rappresentata una città, che rimanda nella forma degli edifici ai luoghi della Natività, ma potrebbe essere anche una città qualunque come la nostra.
Nella parte più interna è stata resa con tanti articoli di giornale accostati e sovrapposti l’idea della confusione, dell’eccesso della comunicazione odierna, con i social media, con tantissime parole che si rincorrono, circolano troppo. Nella nostra testa la parola si dissolve alzando gli occhi al cielo, pensando a un Dio che si fa carne e viene tra noi, le parole spariscono nel blu e l’evento della Nascita ci lascia senza parole.
A guidarci verso quella Nascita è la musica degli angeli, tante piccole ali con le note musicali disegnate appese a un filo, che si collega in alto con una grande sfera, su cui appaiono le immagini, nere su sfondo bianco, di pastori, greggi, Magi, tutti noi in cammino, guidati dalla Stella, verso l’unica parte lasciata in bianco ma resa molto luminosa, la Natività descritta dalla luce, non dalle immagini, che ci lascia nella quiete, ci permette di abbandonare la confusione creata dalle troppe parole. In silenzio, dunque, restiamo in contemplazione del Mistero della Nascita, che ci lascia ancora una volta ammutoliti. M.B.
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