TREZZANO S/N – L’evento organizzato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Unione Armeni d’Italia, la Pro Loco, l’associazione I Venticinque e l’associazione Selene, è stato seguito da un centinaio di persone. Si è parlato del genocidio armeno, del collegamento tra genocidio armeno ed olocausto degli Ebrei, della situazione dell’odierna Armenia, l’impegno dei discendenti dei sopravvissuti nel perpetuarne la religione, i cibi, le danze, la musica, non ché l’influsso benefico che la cultura armena ha avuto sul resto del mondo. E’ emerso nei relatori un grandissimo orgoglio nazionale. Sono stati nominati personaggi, musicisti e scienziati armeni, che sono considerati eroi nazionali. Come Padre Komitas un religioso e musicista considerato il padre della moderna musica armena. La sua deportazione, il 24 aprile 1915, il giorno dell’inizio del genocidio, provocò lo sdegno persino degli intellettuali turchi, che si impegnarono per il suo rilascio. Ma la visione dei massacri e la distruzione di gran parte del suo lavoro decennale di raccolta della tradizione musicale armena, lo condussero ad una grave depressione sfociata in turbe psichiche, a causa delle quali morì in una clinica. La serata del 27 febbraio è servita a creare un legame tra l’Unione Armeni d’Italia e Trezzano sul Naviglio. Nel prima seduta consigliare utile verrà presentata una mozione affinché il Consiglio prenda atto del genocidio armeno ed esprima solidarietà ai discendenti dei sopravvissuti. Che il genocidio del 1915 sia servito da ispirazione a Hitler è una verità che è stata ribadita più volte durante la serata. Gli stessi storici non armeni parlano di “prova generale dell’Olocausto”. Ma di questa prova generale si parla poco in Turchia, quasi per nulla. Le nuove generazioni vanno mantenute all’oscuro, così che viene tolto loro il diritto al ricordo, alla Storia, alla riflessione, all’elaborazione. All’opinione.
Valentina Bufano
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