ABBIATEGRASSO – Una chiacchierata con Barbara De Angeli che certo non ha bisogno di presentazioni. Conosciuta da candidato sindaco per il Mov. 5 Stelle per le comunali di 4 anni fa, a consigliere comunale “peperina”, e prima ancora “artista” della compagnia teatrale dialettale La Maschera per cui ha scritto e interpretato, con lei condivido la battaglia per l’ospedale Cantù e la vicinanza ad Anffas. Proprio ad Anffas Barbara ha dedicato due lavori, un secondo “libricino” come lei lo chiama, dal titolo “Via Curioni 29”. Le chiediamo di parlarci di questo delizioso lavoro che ho avuto il privilegio di visionare in anteprima. “Era un omaggio che volevo fare a mia nonna innanzitutto. Più andiamo avanti con l’età e più ci viene voglia di riscoprire le nostre radici e mi è rimasto un ‘sospeso’ perché mia nonna è mancata all’improvviso e non ho potuto nemmeno dirle grazie per quello che aveva fatto per me. E’ mancata nell’81, avevo 16 anni, però la sua presenza, la sua impronta, mi è rimasta proprio dentro e le sono veramente grata per tutto quello che è riuscita a darmi… anche perché era una donna, secondo me, eccezionale. Ho voluto farle questo omaggio raccontando quello che era la vita, una volta, nei cortili, la solidarietà che c’era nonostante si parlassero un po’ alle spalle, allo stesso tempo questo farsi gli affari degli altri era sia nel bene che nel male, sempre pronti a spettegolare ma anche ad aiutare, si viveva tutti insieme. Il cortile era una grande famiglia, i bambini non avevano niente, però avevano quella leggerezza… i bambini di oggi sono super impegnati, molto più di noi adulti, mentre allora c’era leggerezza nel loro vivere, quel giocare e basta. Si andava a scuola e poi nel pomeriggio si stava in cortile, ora teneva d’occhio la mamma di uno, ora teneva d’occhio la nonna dell’altro e si cresceva tutti insieme. Era un mondo fatato, completamente diverso da quello che viviamo oggi, è un mondo del quale io, per certi versi, ho nostalgia anche se sono stati fatti tanti progressi”. Susciterai nostalgia in tante persone, in tutti quelli che leggeranno… “Ci tenevo tantissimo a raccontare questo modo di vivere anche se per certi versi ci sono stati dei passi avanti ad esempio per il ruolo della donna ma per altri versi si sono perse proprio quelle caratteristiche, quella voglia di esserci tutti per uno, uno per tutti. Quell’essere sempre pronti ad aiutarsi… io mi ricordo che se c’era la vecchietta che viveva sola e non stava bene, la vicina di casa guardava se non aveva ancora aperto la porta, andava a bussare ‘come va?’… se era a letto con la febbre la vicina di casa le portava il brodino. Parlo anche del forestiero che era venuto nel nostro cortile e che nessuno conosceva e che, poverino, ha iniziato una serie di tentativi di togliersi la vita, però nei cortili di ringhiera ti prendevano sempre in corner… ma un giorno è riuscito a portare a termine questo tragico progetto e in quel momento si sono sentiti tutti in colpa per non essere stati in grado di salvarlo ancora una volta. Alterno però racconti un po’ malinconici a dei racconti divertenti con dei termini in dialetto che abbiamo perso, il modo di definire determinate cose, ad esempio le tazzine da caffè: i chicherìn, i chicherìn bej per quan vegnèva un quajv’un a bèv el caffè… se no si beveva nella tazzina sbeccata. Una delle immagini tra le più simpatiche che ho conservato è quando alle tre del pomeriggio tutte le donnine si mettevano in cortile con le seggioline, si portavano l’uncinetto o il cucito ma prima, c’era il rosario… e in cortile, prima che io, diciamo, iniziassi a ‘frequentare’ c’era stata una signora che si chiamava Maria Colombo e che era ritenuta da tutti proprio una pia donna, come una santa, tant’è che la mia nonna aveva in casa un foularino tutto rotto che teneva da conto e che si metteva quando aveva il mal di gola perché l’era el foulard de la Maria Colombo e la faseva guarì. Quando questa donna è mancata, nel cortile penso che si siano divisi ‘le reliquie’ e nel rosario di ogni giorno c’era l’invocazione speciale per lei e… siccome arrivavano in fondo queste invocazioni, iniziavano belle pimpanti a dire ‘sto rosario, e poi sul finale cominciava l’abbiocco.. Per la pòra Maria Colombo’. ‘Ora pro nobis’ ‘Per i malà’ ‘Ora pro nobis’ ‘Per i mort in su la stràa’. ‘Ora pro nobis’ ‘Per i pori anìm che ghè nesùùùùùùùùùn che sa ricorda*!’….e quando dicevano nesùùùùn tutti tiravano su la testa e tu dicevi ‘ok, sono vive!’ e poi ‘ora pro nobis’. E io ricordo tutte queste scene…sono ricordi meravigliosi”. Ricordi raccontati peraltro benissimo. “Raccontati con occhi di bambina, di come vedevo io da bambina, lo stupore che si provava anche per le cose più banali e… mi stupivo tantissimo e piacevolmente quando mio nonno mi portava nel pollaio a vedere se le galline avevano fatto l’uovo e quando le trovavo provavo una felicità pazzesca! Ci si stupiva delle piccole cose ed è un po’ anche la realtà di Anffas nel senso…se tu vai ad Anffas e frequenti le persone di Anffas scopri che c’è quello che c’era in quei cortili, perché c’è la solidarietà, c’è la voglia di aiutarsi gli uni con gli altri, c’è la voglia di sorridere delle piccole gioie del quotidiano e quindi è una realtà che io adoro perché proprio mi riporta alle mie origini”. Vero e tutto questo lo potrete assaporare leggendo questo libro… Anzi secondo Barbara il suo ‘libricino’ che sarà presentato ufficialmente in Castello domenica 13 giugno dalle 17 . Un libricino che assicuro delizioso per quello che racconta, per come lo racconta, per la veste grafica e con il valore aggiunto di poter essere acquistato come sostegno all’Anffas a cui andrà tutto il ricavato grazie a Barbara. “Ci tengo anche a dire che ho avuto modo di conoscere la figlia di Renato Sassi, il grande pittore abbiatense, che mi ha omaggiata della fotografia di un quadro di suo padre che ritrae il ‘Cortile di Miracul’, un cortile di via Novara e mi piace che sia inserito anche questo regalo ricevuto, Renato Sassi era solito accompagnare i suoi quadri con una poesia in dialetto e questo quadro è accompagnato da una poesia che sarà sul retro di questa piccola litografia a misura del libricino…che si potrà usare come segnalibro… In questa poesia di Sassi sono racchiuse tutte le cose di cui parlo io in ‘Via Curioni 29’ una realtà che accomuna tutti i cortili perché la vita di cortile era questa”. L’appuntamento con Via Curioni 29 è per ciascuno di noi dal 13…a partire da domenica 13 giugno…da quel momento in poi sarà possibile acquistarlo…“Sarà fornito l’elenco di tutti i negozi, già ce ne sono diversi, che hanno dato la loro disponibilità a tenere i libricini per poterli distribuire…poi verrà stabilita un’offerta minima per coprire i costi di stampa”. E’un regalo da fare a se stessi, anche agli altri e ai propri figli perché lì sono racchiusi un po’ i ricordi di tutti noi, le nostre radici. Enrica Galeazzi
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