ABBIATEGRASSO – Segnalazioni riguardanti truffe e furti ai danni soprattutto di anziani arrivano
ogni settimana, ad esempio sul gruppo Facebook “Sei di Abbiategrasso se…” si possono leggere i
commenti di molti abbiatensi che hanno vissuto in prima persona questi odiosi episodi, raccontano
ciò che è avvenuto ai propri genitori o nonni, mettendo in guardia gli altri cittadini. Finti tecnici
oppure finti agenti immobiliari che chiedono informazioni su ipotetiche case in vendita, ogni scusa
è buona per intrufolarsi in casa, stordiscono la vittima con domande a raffica e un eloquio veloce e
poi con l’aiuto di un complice li saccheggiano portando via contanti e oro. Un altro metodo è quello
della telefonata ricevuta da un fantomatico parente che, trovandosi in difficoltà per via di un
incidente, chiede del denaro… La scorsa settimana però è giunta una buona notizia, si è infatti
conclusa un’attività di indagine contro le truffe agli anziani, raggirate proprio attraverso questa
modalità: le vittime ricevono sul telefono fisso di casa una chiamata da parte di un uomo o di una
donna che, presentandosi falsamente per parenti (generalmente nipoti), chiedono un prestito urgente
per pagare i danni di un indicente stradale o un’emergenza. Il sedicente nipote, carpita la fiducia
dell’anziana vittima, sfruttando lo stato di preoccupazione e apprensione, la informa sempre
telefonicamente, dell’arrivo, presso la sua abitazione, di una persona di fiducia, alla quale poter
consegnare il denaro (fino a 8.000 euro) e i preziosi, per poi portarli sul luogo dell’incidente. Le
indagini hanno accertato che i ‘telefonisti’, ovvero i finti nipoti, chiamano da utenze estere,
generalmente posizionate in Polonia e Germania; mentre le persone di fiducia risiedono in
particolare nel Novarese. All’attività esecutiva che si è svolta a Novara e ad Abbiategrasso, ha
collaborato anche personale della Squadra mobile di Novara e dei carabinieri di Abbiategrasso.
L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Riccardo Targetti, diretta dal
sostituto procuratore Giancarla Serafini e svolta da personale della Polizia di Stato, della Polizia
locale e dei carabinieri in forza alla sezione di Polizia giudiziaria della procura. Quindici persone
arrestate nel Milanese e a Novara, dieci italiani e cinque polacchi, l’ordinanza emessa dal gip
Roberta Nunnari, riguarda 17 capi di imputazione per i reati di associazione a delinquere e truffa.
L’indagine inizia nel 2015 con il sequestro di materiale, ritenuto di ‘elevato interesse investigativo’
in possesso di uno degli uomini, finito ancora oggi dietro le sbarre. L’analisi di cellulari e sim
sequestrati, gli appostamenti e una fitta attività documentale mediante il confronto di decine di
denunce simili, ha portato a identificare il gruppo. Le modalità e il linguaggio utilizzato per
convincere le vittime dimostra come i soggetti attivi coinvolti abbiano maturato una elevata
competenza criminale utile a individuare la vittima da raggirare (vittima anziana e spesso sola in
casa), oltre che una elevata ‘professionalità’ nello scegliere tempi e modalità utili a portare a termini
gli illeciti. Le vittime venivano scelte attraverso rubriche telefoniche e incrocio di dati utili per
capire l’età e preparare il terreno ai complici, emerge una non comune abilità dei ‘centralinisti’;
nell’uso di strumenti informatici; non comune appare altresì l’abilità psicologica, verbale,
comportamentale utile a vincere diffidenze, resistenze e dubbi e a conquistare la loro fiducia’. I
venti episodi documentati costituiscono con ogni probabilità solo la punta di un iceberg di

numerosissime truffe tentate o consumate con identiche modalità, ma spesso neppure denunciate,
per timore o per vergogna dalle anziane vittime. Il bottino dell’attività criminale, pur non essendo
quantificabile, appare estremamente esteso, e i danni per le vittime sicuramente devastanti sia dal
punto di vista sia economico sia soprattutto psicologico.