ABBIATEGRASSO – Ha tenuto con il fiato sospeso, suscitando molta attenzione e preoccupazione in città fra le persone che ne erano a conoscenza, la delicata e complessa vicenda del bimbo di due mesi, ricoverato dalla nascita nell’ospedale “Fornaroli” di Magenta, scomparso dalla sua culla mercoledì 3 maggio durante l’orario di visita concesso ai parenti.
Ora si è tirato un sospiro di sollievo alla notizia che il piccolo è stato ritrovato e messo in sicurezza, mentre il padre che l’aveva portato via dalla struttura ospedaliera è stato arrestato. Quanto accaduto è stato spiegato in una conferenza stampa, convocata d’urgenza sabato scorso attorno a mezzogiorno nell’ex sala consiliare in piazza Marconi. La Comandante della Polizia Locale Maria Malini ha illustrato le dinamiche che hanno portato al ritrovamento del bambino e al fermo del padre, sottolineando che “l’operazione andata a buon fine non è stata frutto del caso, ma di un lavoro di formazione, preparazione, strutturazione del Comando che porta a dedicarsi in un certo modo a operazioni di questo tipo”. Ha quindi raccontato che vi è stata un’intensa e assidua attività di monitoraggio e controllo nelle vicinanze dell’abitazione del padre del bimbo ad Abbiategrasso, dove è capitato di vederlo con un ovetto porta-bimbi e lo si è seguito con la dovuta precauzione.
Il soggetto ha capito di essere stato riconosciuto e ha così cercato di darsi alla fuga, prima a piedi e poi salendo a bordo di un veicolo di passaggio, il cui conducente ha riferito poi, collaborando con gli agenti di due pattuglie, di cui una formata da due motociclisti, in stretto contatto fra loro e con la Centrale, di averlo lasciato alla stazione di Albairate. Con una telefonata al capotreno si è saputo che il soggetto aveva preso un treno diretto a Milano. Alla stazione di San Cristoforo, dove tutti si dirigono, grazie anche alla Polfer di Milano, si riesce a bloccare il padre e a portare in salvo il bimbo, nonostante un tentativo di resistenza e sottrazione dell’arma a un’agente della PL locale di Milano. “La cosa bella è che abbiamo avuto la collaborazione delle persone, che ci hanno dato le giuste indicazioni, hanno avuto il desiderio di aiutare – commenta la Comandante Malini – Una volta capito che il piccolo era al sicuro, c’è stato l’applauso, si è vista la contentezza delle persone che erano sul treno e di quelle che aspettavano lì in stazione. Una bellissima cosa che ci dà la forza di continuare con questo tipo di attività, che non nasce dal caso, ma dalla formazione, dalla tenacia, dalla voglia dei ragazzi e dei collaboratori. Speriamo si possa proseguire sempre così, collaborando tutti insieme e agendo al momento opportuno”.
La dott.ssa Alessandra Airoldi dei Servizi Sociali del Comune, pur non entrando nei dettagli della delicata situazione della famiglia, seguita dai Servizi Sociali, ha aggiunto alcune informazioni: “Si tratta di un bimbo di soli 2 mesi, posto sotto tutela del giudice minorile perché all’atto della nascita sono emerse situazioni critiche, sia relative alla sua salute che alla condizione dei genitori, che avevano la facoltà di vedere il bambino ogni giorno con il consenso del giudice. In occasione di una di queste visite hanno portato avanti la sottrazione del minore. Le visite erano obbligatoriamente presidiate da due responsabili dell’ospedale, che hanno cercato di fermare l’azione del padre ma non sono riusciti nell’intento. Motivo questo di grande preoccupazione per noi, perché temevamo che il piccolo fosse allontanato dal territorio, non fosse accudito e curato. Ora è in sicurezza in una struttura sanitaria, sta bene, sembra non abbia subito alcun trauma particolare in questi giorni”. L’assessore alla Sicurezza Chiara Bonomi e il Sindaco Cesare Nai hanno ringraziato per la collaborazione fra tutte le forze dell’ordine, che si è rivelata fondamentale. “Problematiche come quelle evidenziate dal fatto accaduto, che purtroppo coinvolgono anche minori, sono tante e sempre attuali – ha precisato il Sindaco Nai – E’ necessario avere Servizi Sociali all’altezza per affrontarle”. M.B.
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