TREZZANO S/N – Martedì 10 maggio alla Casa delle Associazioni si è svolto un incontro sulla depressione che era patrocinato dal Comune e organizzato dall’Associazione Roberto Ronchi. Si sono espressi tre specialisti: il dott. Massimo Colombo, psicologo e psicoterapeuta; Marco De Biagi, insegnante di meditazione Raja Yoga; Carlo Boselli, ricercatore e terapeuta. Presentava la discussione, a tratti molto animata, Giorgio Ghilardi. “Disarmonia” ha usato questa parola Ghilardi per definire la depressione. I tre specialisti hanno proposto tre armi differenti per combattere questo brutto male. Il dottor Colombo ha spiegato quando la tristezza diventa patologica. Quando dura più di due mesi, quando ci sono dei disturbi alimentari, quando si hanno disturbi del sonno, quando si pensa alla morte. La depressione causa anche una ridotta capacità di concentrazione e un senso di autosvalutazione tale da rendere difficile la quotidianità. Questo causa senso di colpa. E si sta male. Esistono almeno altri due disturbi dell’umore diversi dalla depressione propriamente detta. La “distimia” è una depressione cronica, ma in forma lieve. Il disturbo bipolare causa un sali e scendi dell’umore per cui si passa da eccitazione a umore deflesso. Per gestire i sintomi il dr. Colombo propone la terapia farmacologica e la psicoanalisi. Una importanza sottovalutata ha la terapia famigliare. La storia personale caratterizzata da carenze affettive assume un ruolo centrale nella terapia, che altrimenti sarà “viziata” e inutile. Naturalmente se l’individuo non ha avuto genitori, bisognerà riferirsi ad una figura di riferimento alternativa: i nonni o un operatore della Casa Famiglia al quale il ragazzino si era affezionato, senza ricevere in cambio pari affettività. Secondo la Teoria dell’attaccamento, se la figura di riferimento è poco responsiva il ragazzo crescerà credendosi indegno di amore. La terapia lavorerà sui sintomi, anche fisici (la gobba di una persona che guarda sempre per terra), cercando di bloccare la “ruminazione depressiva”, prendendo la distanza dai sentimenti bloccanti. Marco De Biagi è ancora giovane. Ha parlato della propria esperienza personale, che sorprende. Infatti Marco solo una dozzina di anni fa era timido in maniera patologica. A salvarlo è stato il Caso: la sua compagna si era iscritta ad un corso di yoga e lui ha deciso di tentare, lasciando la psicoterapia come ultima spiaggia. Ha lavorato “dentro di sé” praticando yoga e in due anni ha visto i primi risultati. E adesso si espone in pubblico in tutta tranquillità. Chiudeva Carlo Boselli che ha parlato di metodi di cura alternativi: la riflessologia plantare, i cristalli, i Fiori di Bach in base al segno zodiacale. Ma anche una sana alimentazione e dormire a sufficienza andando a letto entro le 22.30. Valentina Bufano