ABBIATEGRASSO – Quanto può essere crudele il destino, gli abbiatensi l’hanno constatato annichiliti all’alba di sabato 11 marzo, quando si è saputo della tragedia assurda accaduta la notte prima. Un giovane di soli 20 anni è rimasto vittima di un incidente inimmaginabile, ancora una volta la realtà ha superato ogni fantasia, con il peggiore degli incubi. Luca Adami, uscito poco dopo le 2 dal Castle Rock, il pub dell’Allea, dove aveva trascorso la serata con gli amici, stava percorrendo via Santa Maria per raggiungere piazza V Giornate dove aveva parcheggiato la sua Punto, quando le chiavi che aveva in tasca gli sono cadute e sono finite in un tombino. Luca ha deciso di recuperarle e, come hanno mostrato le immagini di una telecamera, ha tolto la griglia di metallo e a testa in giù ha tentato di recuperarle, dovendosi sporgersi più di quanto avesse probabilmente previsto, è rimasto incastrato in uno spazio troppo angusto da cui ha tentato invano di uscire. Due ragazzi di passaggio hanno visto gambe e piedi spuntare dal tombino, hanno cercato di tirarlo fuori e hanno chiamato aiuto. Sono giunte un’auto medica, l’ambulanza della Croce Azzurra, ma per Luca era ormai tardi, affogato in poco più di 30 cm d’acqua. Il corpo di Luca, dopo essere stato recuperato, è stato trasportato all’obitorio del Policlinico di Pavia in attesa dell’esame autoptico, nell’immediato non era esclusa neppure l’ipotesi di omicidio. L’autopsia non c’è stata poiché il filmato di una telecamera in funzione nelle vicinanze, visionato dai Carabinieri di Abbiategrasso, coordinati dal maggiore Bagarolo, ha permesso di ricostruire l’accaduto e di fugare ogni dubbio. La dinamica della tragedia è fissata in quelle immagini, Luca che cerca le chiavi, le chiavi che cadono e si infilano proprio nel tombino, il ragazzo che prova più volte a sollevarlo e alla fine ci riesce, probabilmente vede le chiavi che sono a poco più di un metro e lui che è alto quasi un metro e 90, allunga un braccio. Si sforza di raggiungere le chiavi e rimane incastrato col busto, senza appigli per tirarsi fuori. Muove le gambe, cerca di liberarsi ma non ci riesce. “Lui che viveva in piscina – afferma commosso e inconsolabile l’amico Gabriele – è morto annegato in 30 cm d’acqua. Un ragazzo solare, a cui tutti vogliono bene, all’università pigliava il massimo dei voti, aiutocatechista all’oratorio, si spendeva per gli altri”. Uno choc, un dolore immenso per la famiglia, per gli amici e per l’intera città. Luca, figlio di uno dei titolari di un’autofficina, era molto conosciuto e apprezzato, frequentava l’università a Milano dove studiava Scienze della Comunicazione, lo piangono in tanti, i compagni del liceo Linguistico di Magenta, gli amici dell’oratorio di San Gaetano, i giovani del Pd con cui condivideva progetti per la città. Una morte che ha suscitato stupore, commozione, cordoglio in tutta Italia, della tragica e assurda fatalità hanno parlato i telegiornali nazionali e tutte le testate giornalistiche. Le esequie si terranno mercoledì 15 marzo alle 11 nella basilica di Santa Maria Nuova. E.G.
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