ABBIATEGRASSO – Risollevare l’interesse degli operatori nei confronti della Fiera d’Ottobre, la più antica delle manifestazioni espositive locali giunta alla sua 534° edizione, e avvicinare al mondo agreste chi normalmente non vi ha a che fare, sono gli obiettivi che si è proposta l’amministrazione comunale guidata da Cesare Nai. Per volontà della stessa, all’esordio per quanto concerne le manifestazioni espositive, e in particolare per scelta dell’assessore delegato Cristina Cattaneo, ricomincia da “Le nostre radici”, tema individuato per quest’anno. Ripartire dalle radici significa recuperare la parte più preziosa e nascosta che sostiene tutto l’albero, ecco perché si è scelto di inserire nell’allestimento fieristico alcuni di questi elementi naturali per un richiamo forte al tema della terra e al lavoro agricolo che è sempre stato la base della nostra economia. La fiera di Abbiategrasso ha una storia plurisecolare: era sostanzialmente agricola la prima fiera che si tenne nel giorno di San Pietro 534 anni fa, per gentile concessione del Duca di Milano, e lo era anche la fiera dell’Ottocento, quando la festa patronale di Abbiategrasso venne spostata alla terza domenica di ottobre. Dal dopoguerra ad oggi, infatti, il comparto rurale ha rappresentato un punto di riferimento per tutta l’attività produttiva, tanto da far decidere, più di 60 anni fa, di affiancare all’appuntamento autunnale la fiera di San Giuseppe. Ripartire dalle radici è però anche un investimento per il futuro, perché significa valorizzare gli elementi di pregio della nostra zona. Il riconoscimento da parte dell’Unesco della Valle del Ticino come “area Mab” con il suo inserimento nel programma specifico di tutela delle zone “Man and Biosphère” in cui l’attività umana ha modificato l’ambiente senza stravolgerlo, rappresenta la base per continuare quel progetto di sviluppo sostenibile che i nostri padri e nonni hanno intrapreso. Grazie a loro, la nostra zona è l’ultimo polmone verde della Città Metropolitana di Milano: una caratteristica da salvaguardare. Ripartire dalle radici però non significa solo sfogliare l’album dei ricordi; storia e tradizioni contano, specie se il passato non è finito in un archivio dimenticato, ma rappresenta una sintesi di valori sempre più attuali. Hanno questo significato lo spazio importante e il ruolo collaborativo affidati al Parco del Ticino che ha curato la realizzazione di una serie di laboratori e iniziative culturali e gastronomiche. Allo stesso modo va interpretata la presenza della Coldiretti che accanto a due laboratori ancorati alle produzioni tradizionali (il miele e lo yogurt) proporrà un’innovativa polenta con il mais blu degli Incas, che un’azienda lombarda ha iniziato a coltivare. Tra tradizione e innovazione si porrà l’esposizione degli animali, per i quali si è cercato di coniugare la presenza di esemplari tipici e autoctoni con razze meno conosciute ma da tutelare. Tra gli espositori è stato dato grande spazio alla BCS che accanto ad una rappresentanza dei suoi mezzi più moderni organizzerà una divertente sfida: una gimkana alla guida di motofalciatrici, in due manche. Il tema delle radici è stato poi esteso in diverse direzioni al fine di costituire un progetto unitario all’interno della città grazie alla collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, l’associazione Abbiateinbici e la Confcommercio locale che attiveranno iniziative volte a non limitare l’evento alla sola area fieristica. Per far conoscere la realtà rurale non solo con la vendita dei prodotti, ma anche attraverso percorsi che coinvolgano le realtà del territorio, si sono organizzati itinerari in bicicletta per visitare il Mulino Comune, messo in funzione per l’occasione e la Cascina San Donato. Altre iniziative volte ad ampliare l’evento sviluppandone il tema sono: da una parte la collaborazione con l’Assessorato alla Cultura che ha curato con il Parco Ticino una mostra sulle marcite; dall’altra la collaborazione con la Confcommercio locale in ambito del “Concorso Mostra della Vetrina” in cui si propone di inserire nell’allestimento della vetrina un richiamo alle proprie radici. Per quanto riguarda la parte grafica di manifesti e locandine ci si è avvalsi della collaborazione dell’architetto Ambrosini, dirigente del Settore Sviluppo del Territorio, del Comune di Abbiategrasso che ha realizzato l’immagine di sfondo. Novità di quest’anno sarà anche la presentazione di un video che scorrerà per l’intera manifestazione in cui attraverso le immagini si coniugano presente e passato, lavoro e bellezza del territorio. Il videomaker Gianluca Acunzo a titolo gratuito ha lavorato in sinergia con l’assessore, supportandone le idee attraverso immagini evocative e creando un elaborato di qualità visionabile anche online sul sito del Comune di Abbiategrasso.