ABBIATEGRASSO – Sintetizziamo alcune delle segnalazioni sull’ospedale Cantù. Utenti riferiscono che il P.S. di Magenta compreso quello pediatrico “scoppiano”. Le attese sono definite “stratosferiche”, tanto che i genitori portano via i bambini. Alcuni riferiscono di essere stati trattati dopo ore, durante la notte con una terapia e poi spediti a casa, ritornati la sera dopo dicono di aver ricevuto lo stesso trattamento, “una flebo e via e intanto aumentano i numeri delle prestazioni al Fornaroli, forse serve un flusso maggiore per giustificare gli importanti investimenti che si faranno per il nuovo P.S. di Magenta!”. Vengono anche segnalati casi di persone ‘trattenute’ oltre le 20 in P.S. ad Abbiategrasso nonostante la chiusura per mancanza di ricezione in altri ospedali. Alcune persone comunicano “stati d’ansia per il timore di correre gravi rischi di vita nel dover essere trasportati d’urgenza a Magenta e in ospedali più lontani”. La scelta di chiudere il P.S. di notte continua a provocare grande indignazione “perché produce più problemi invece di risolverne”. A questo si aggiunge l’emorragia di medici in continua diminuzione, spostati a Magenta o non sostituiti al raggiungimento della pensione, la recente soppressione dell’ambulatorio di otorinolaringoiatria, la diminuzione dell’operatività dell’ortopedia, da un mese prevista  solo dal lunedì al venerdì. Qualcuno segnala che “bisognerebbe dare una medaglia al cardiologo dott. Signorini che da solo regge da tempo un immane lavoro, mentre dovrebbe essere affiancato da un aiuto”, altri fanno presente “la situazione anti igienica soprattutto nello spazio antistante i laboratori, per la presenza massiccia di escrementi di piccioni, oltre a una sorta di discarica nello spazio verso via Sforza”. Un lettore segnala “criticità all’ufficio accettazione e ricoveri  rimasto chiuso nei giorni 28, 29, 30 dicembre, code di pazienti il mercoledì, persone che dovevano espletare le formalità per accedere ai ricoveri programmati in degenza”. La percezione di un depotenziamento, di ‘abbandono’ e di disagi ‘creati’ si fa sempre più forte come testimoniano diversi utenti, per esempio per la porta chiusa in accesso agli ascensori che portano al reparto del piede diabetico: “Mancano indicazioni chiare all’ospedale Cantù, in cui i collegamenti tra i vari blocchi non sono per niente facilitati. Ora la chiusura della porta scorrevole d’accesso che facilitava i pazienti del Piede diabetico, comporta ulteriori disagi. Se non devi accedere prima al P.S. ma hai un controllo programmato, devi tornare indietro, passare dal Cup, salire al primo piano, percorrere corridoi prima di raggiungere la meta. Poi ti dicono che potevi passare dall’ascensore vicino alla camera mortuaria, ma intanto per persone che sono in carrozzina o camminano a fatica, così per i loro accompagnatori che devono anche trovarsi un parcheggio esterno sono  ennesimi disagi, disagi creati contro ogni buonsenso, quella porta va riaperta”. Ulteriori segnalazioni arrivano da operatori delle ambulanze: “A Magenta spesso siamo in fila 3 o 4 ambulanze, in attesa di sbarellare. I tempi si allungano e quindi anche la nostra disponibilità sul territorio in caso di urgenze importanti”. E.G.