ABBIATEGRASSO – Durante il confronto tra aspiranti sindaci in Annunciata in cui si è toccato l’argomento profughi, ho seguito il dibattito per poi riportarne alcuni stralci sul giornale. Tra i miei appunti il reddito di cittadinanza, citato da Barbara De Angeli, risultava attribuito anche ai profughi. Un’inesattezza, mi è stato fatto notare, perché invece è da devolvere, secondo la candidata a sindaco, a cittadini abbiatensi che hanno perso il lavoro e si trovano in gravi difficoltà economiche. Ovviamente mi scuso per aver riportato una notizia inesatta ma, poiché  il reddito di cittadinanza è un cavallo di battaglia del Movimento5 Stelle, diventa un’opportunità per far conoscere meglio questa proposta, mi rendo disponibile per un’intervista. Parto dal dire com’è definito il reddito di cittadinanza chiamato anche reddito di base o reddito di sussistenza o reddito minimo universale, si usano questi termini per indicare una erogazione monetaria, a intervallo di tempo regolare, distribuita a tutti coloro dotati di cittadinanza e di residenza in grado di consentire una vita minima dignitosa, cumulabile con altri redditi (da lavoro, da impresa, da rendita), indipendentemente dall’attività lavorativa effettuata, dalla nazionalità, dal sesso, dal credo religioso e dalla posizione sociale ed erogato durante tutta la vita del soggetto. Condivide questa definizione? Che cosa caratterizza la proposta del M5S?

De Angeli: “La proposta del Movimento5 Stelle stabilisce un minimo, che varia secondo scelte comunali, che viene dato per un tempo limitato a persone che attraversano un momento di difficoltà. Le persone che percepiscono questo reddito hanno obblighi: devono stare a disposizione del comune per svolgere lavori per la collettività. Devono obbligatoriamente frequentare corsi per imparare un mestiere e hanno l’obbligo di essere iscritti a centri per l’impiego e se dopo tre proposte di lavoro ricevute, non accettano, perdono il diritto al reddito di cittadinanza che è possibile percepire per un paio d’anni. Questa modalità, a differenza del sussidio, fa emergere il sommerso perché dovendo seguire un iter ben preciso, diventa difficile fare i furbetti e ricevere un sussidio lavorando magari in nero”.

Cosa pensate del “reddito di inclusione sociale” (REI), il nuovo sussidio economico introdotto con l’approvazione il 9 marzo 2017, della legge delega contro la povertà? La legge delega è un testo che definisce i confini dei “decreti attuativi che entrano immediatamente in vigore. Per il REI il governo ha stanziato 2 miliardi di euro per il 2017 e altrettanti per il 2018. Chi vorrà richiedere il REI si dovrà recare agli uffici che il Comune di residenza predisporrà a questo scopo. Dei due miliardi di euro dedicati al REI per il 2017 e io 2018, il 15% sarà appunto destinato ai comuni in modo che possano attrezzarsi per prendere in carico la gestione del nuovo sussidio economico che va ad  ampliare il numero dei beneficiari del SIA (Sostegno inclusione attiva) in vigore dallo scorso settembre. Il SIA distribuisce 400 euro al mese a circa 200mila famiglie. Il reddito di inclusione sociale raggiungerà infatti 400mila famiglie, circa 1,8 milioni di persone. Secondo voi sarà sufficiente questa misura per la lotta alla povertà? 

 

De Angeli: “Questo non l’abbiamo ancora affrontato, valuteremo quando sarà il momento”.

 

Cosa propone il M5S per far ripartire lavoro e occupazione?

 

De Angeli: “Il M5S ha una serie di idee al proposito. Il microcredito è un nostro cavallo di battaglia perché dà la possibilità a chi ha buone idee di ricevere finanziamenti fino a 25.000 euro, garantiti dal fondo costituito con parte degli stipendi dei nostri parlamentari. Questo ha consentito la nascita di quasi 4.000 imprese e ha dato già 10.000 posti di lavoro. Chiunque presenta un progetto che viene considerato valido riceve  fino a 25.000 euro, somma che quasi tutti coloro che ne hanno usufruito finora, sono stati in grado di restituire. E’ accaduto anche a Corsico, dove è stata aperta una pizzeria grazie a questa opportunità. Intendiamo anche realizzare una sorta di data base comunale, con tutti gli artigiani dell’abbiatense, indicando dove si trovano e pubblicizzando le loro attività, perché diventino punti di riferimento per chi ha bisogno delle loro prestazioni, senza dover ricorrere altrove ma facendo vivere le attività presenti sul territorio. Puntiamo molto anche sull’agricoltura, intendiamo velocizzare l’iter burocratico comunale che spesso penalizza con ritardi l’avvio di progetti, come ci è stato recentemente segnalato da un agricoltore. Intendiamo supportare anche con un’adeguata formazione e con la valorizzazione e promozione dei prodotti locali. Ribadisco che puntiamo molto sul turismo e sulla cultura per far rinascere Abbiategrasso. Abbiamo diverse idee al proposito, per far conoscere la città e la sua storia, posizionerei dei pannelli in alcuni punti strategici, per esempio all’inizio di viale Mazzini, con una fotografia di com’era… con il tram, la darsena… creando un percorso turistico che faccia apprezzare le bellezze di Abbiategrasso”.