ABBIATEGRASSO – Venerdì scorso l’Eco ha ospitato due rappresentanti dell’ass. MI.MO.AL, sigla che unisce le iniziali di Milano, Mortata, Alessandria, Franco Aggio vicepresidente e Teresa Maria Berzoni, tesoriere dell’associazione. Un’intervista in diretta Fb per parlare di una linea “disastrata” nonostante sia un collegamento importantissimo per 20.000 viaggiatori ogni giorno. Pendolari che però non sanno se e quando arriverà il treno che li deve portare a scuola o al lavoro. E quando arriva è una lotta riuscire a salirci, stretti poi fino a soffocare…Insomma i disagi sono quotidiani, le segnalazioni anche al nostro giornale arrivano copiose, la cronaca e i social le riportano continuamente, oltre a soppressioni e ritardi, malori, aggressioni, proteste che si scontrano con un muro di gomma. Abbiamo voluto fare il punto della situazione, partendo da una breve cronistoria dei lunghi anni d’attesa di un raddoppio costantemente promesso dai politici di turno, di ogni colore. Franco Aggio è preparatissimo e risponde: “La storia del raddoppio della Mi-Mo è lunga più di un secolo, a fine 1800 era già previsto il secondo binario, la situazione si è trascinata fino agli anni 2000 in cui era stato deciso il raddoppio completo da San Cristoforo a Mortara, progettato, avviato l’iter per i finanziamenti, presentata la valutazione ambientale, il Ministero nel 2006 ha detto ok, è stato parzialmente finanziato e suddiviso in 3 lotti: Mi-Albairate, Albairate-Parona, Parona-Mortara. Nella fase esecutiva, sono stati fatti lavori sui 2 tratti finali per predisporre il raddoppio. L’intoppo in Conferenza dei Servizi con tutti gli enti interessati ha riguardato il tratto centrale Albairate-Parona perché i 2 comuni Abbiategrasso e Vigevano non hanno dato parere favorevole, non convinti del progetto. Quindi si è proceduto solo col primo tratto fino ad Albairate, finanziato con 225 milioni di euro per la linea S9. Fino al 2009 il finanziamento è stato ripresentato, poi la Conferenza dei Servizi non si è più riunita per approvare il progetto, i governi successivi pur mantenendo l’opera nei Piani di rinnovamento strutturale non l’hanno più finanziata. Il poco residuo rimasto è stato dirottato su altre opere e dal 2010 la casella dei finanziamenti per il raddoppio è vuota. Ogni anno viene ribadita su carta, solo proclami ma nessun atto concreto. Per completare l’opera da Albairate a Mortara, secondo la stima del 2016 servono 467 milioni di euro. Confidiamo che i nostri rappresentanti politici finanzino il raddoppio, tra poco con il nuovo ponte di Vigevano si libera quello ferroviario, da quando partono i lavori secondo il Ministero ci vogliono 10 anni per realizzarlo, quindi non tempi brevi. Il raddoppio sempre presente e mai finanziato”. Vi chiediamo anche un aggiornamento su quanto sta facendo l’associazione e cosa bisognerebbe fare secondo voi per ottenere risultati concreti. Risponde Teresa Berzoni: “L’associazione è nata un anno e mezzo fa, abbiamo cominciato con una raccolta di firme online, andata molto bene e l’invito a fare pressioni sulle amministrazioni comunali perché si riunissero a far fronte comune come interlocutori con la Regione. Non è stato facile, finchè non si è insediata la Consulta intercomunale dei Trasporti proprio qui ad Abbiategrasso. Ci pareva un passo avanti, abbiamo associato i pendolari per dimostrare quanto è importante per la vita quotidiana per ragazzi e lavoratori questa tratta. Da maggio abbiamo però constatato un peggioramento, ritardi e soppressioni fino al ‘giovedì nero’ con 4 soppressioni: abbiamo fatto una denuncia alla Procura della Repubblica perché il contratto tra Trenord, Ferrovie dello Stato e cittadini era stato disatteso. Siamo in attesa di una risposta, abbiamo parlato con la Prefettura perché c’è interruzione di Pubblico Servizio e di controllo della sicurezza sui treni. Il vero problema è che i politici continuano a dire che il raddoppio è finanziato, invece solo il primo tratto è stato finanziato e realizzato ma, come dimostra l’approvazione recente della Commissione Trasporti di Camera e Senato, non c’è nessun finanziamento. MI.MO.AL porta la voce dei pendolari all’attenzione dei politici, siamo anche stati nominati come 1 delle 5 associazioni che rappresenta tutto il trasporto nella Conferenza regionale. Poiché finora è certo che non c’è nessuna richiesta di finanziamento per il raddoppio, nell’attesa chiediamo almeno treni meno vecchi, quelli che dovrebbero arrivare hanno dagli 8 ai 15 anni. Si dovrebbero fare più manutenzioni, ci sarebbero meno soppressioni se il personale che serve venisse assunto invece se uno si ammala si cancella una linea…” Sulla S9 sono previsti tagli… “Nel Piano di Riordino di Trenord, che tra poco sarà ufficiale, abbiamo contestato questa rimodulazione, in aperta violazione del contratto di servizio nei tempi e metodi . Tagli non condivisi prima con enti territoriali e Regione, tagli generalizzati che colpiscono anche la S9 che dalle 9 alle 12 e dopo le 21 avrà un treno ogni ora invece che ogni mezz’ora. Il tratto Saronno-Seregno sarà cancellato con ripercussioni anche sulla nostra linea. Tagli giustificati per recupero di personale e perché i treni sono vecchi e han bisogno di manutenzione straordinaria, dicono anche che i treni soppressi portano meno di 50 persone e saranno sostituiti con autobus, a noi risulta invece che ne portano più di 100, perciò questa motivazione viene meno…Trenord ha dichiarato che i treni sulla Mi-Mo sono i più vecchi di tutta la flotta che circola in Lombardia. I treni meno vecchi devono essere distribuiti equamente, quindi anche su questa linea. Si intervenga al più presto perché il trasporto su strada va incontro a incrementi di percorrenza fino al 50% del tempo e a un intasamento di strade trafficate. Un alto costo ambientale e non si conosce ancora la tariffa del servizio…” Informazioni chiare e puntuali, ringraziamo e invitiamo a tornare per ulteriori aggiornamenti.
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