ABBIATENSE – Nessuno ha dimenticato la tragedia di Motta Visconti accaduta il 14 giugno dello scorso anno quando, il 33enne Carlo Lissi ha ucciso la moglie 38enne Maria Cristina Omes e i due figli Gabriele e Giulia di soli venti mesi e 5 anni. Impossibile dimenticare che subito dopo è andato a casa di amici a vedere la partita, che al ritorno a casa ha inscenato il ritrovamento dei corpi martoriati ma ancora peggio è stato scoprire e la perizia recente lo conferma, che non si è trattato di un raptus improvviso ma di un’azione premeditata e che l’imputato ora in carcere a Pavia, è pienamente capace di intendere e volere e di stare in giudizio. La perizia consegnata dallo psichiatra al tribunale la scorsa settimana sostiene anche che Lissi avrebbe manifestato una finta volontà suicida solo come mossa difensiva, in realtà ancora oggi non mostra segni di pentimento. La madre e nonna delle vittime era in aula, in Corte d’Assise a Pavia, ad assistere al processo a carico del genero omicida e ha ribadito che “non è possibile il perdono” e che spera che venga condannato al carcere a vita. La prossima udienza è fissata per il 18 gennaio, la difesa dell’imputato a sua volta ha richiesto una nuova perizia, tesa a dimostrare l’incapacità di Lissi di affrontare il processo e parla di “numerose crisi e travaglio interiore”, proprio l’opposto della valutazione recentemente depositata. E.G.
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