ABBIATEGRASSO – Lunedì 7 febbraio, prima di affrontare i temi previsti, in Consiglio Comunale sono intervenuti i ragazzi che, in rappresentanza degli istituti scolastici cittadini, hanno avuto il privilegio di participare, l’agosto scorso, al viaggio che ogni anno l’amministrazione comunale organizza per promuovere la conoscenza della Shoah, il genocidio in particolare degli ebrei, durante la seconda guerra mondiale. Un’esperienza diretta e dirompente quella della visita nei luoghi dove è avvenuto questo terribile crimine. Una violenza organizzata con una crudeltà che sconvolge chi visita i campi di Auschwitz, Birkenau, tra i tanti campi di concentramento, dove concentrare una massa di persone, utilizzate come forza lavoro in condizioni disumane e condannarle a morte. Uno choc emotivo che suscita molte riflessioni personali e collettive, ricordi indelebili che rendono i visitatori testimoni attivi, attendibili e determinati a spendersi in prima persona perché non si ripeta quanto accaduto. Con i ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori abbiatensi, anche quanti hanno partecipato al progetto del Bachelet, il docufilm ‘Nerolatte’ in fase di ultimazione, destinato a diventare uno strumento potentissimo per mantenere, divulgare la memoria dell’olocausto. Un momento che ha commosso tutti, a cominciare dall’assessore all’Istruzione, Eleonora Comelli, che ha ringraziato tutti i protagonisti di questo ‘viaggio della memoria’ che, durante la serata, hanno condiviso con la città le loro forti emozioni e le loro riflessioni. Le loro parole che illustravano e accompagnavano le immagini dei momenti salienti della loro esperienza hanno scavato brecce in tutti i presenti: il pudore che ha impedito di fare una fotografia, percepita come una violazione di un luogo sacro come la stanza che conserva la massa di capelli tolti brutalmente dal capo dei deportati visti in tante fotografie; il silenzio assordante di quei luoghi, delle baracche in cui erano ammassati senza acqua né servizi; un cervo libero che costeggia il filo spinato come se fosse consapevole del suo significato; la scritta ‘il lavoro rende liberi’ all’ingresso di Auschwitz come di altri campi, una menzogna imperdonabile visto il destino di morte riservato a chi ne varcava la soglia… Mauro, Riccardo, Davide, Sara, Irina, un coro di voci, riflessioni singole a cui si sono aggiunte quella del professor Verzetti, del consigliere comunale Biglieri che li hanno accompagnati in questo viaggio, preoccupati che “quanto è successo possa ancora accadere”, una preoccupazione forte, condivisa da Simone che invita a non prendere sotto gamba quello che succede anche ora a chi è discriminato. Diverse voci ma un coro unanime, emozioni forti, amplificate dalle immagini e testimonianze dei giovani attori, studenti del Bachelet che hanno interpretato ‘Nero latte’, che si sono interrogati sull’olocausto e che ci interrogano con la loro narrazione, senza retorica, ci invitano a un impegno collettivo, perché nessuno si volti dall’altra parte, perché non si resti indifferenti e quindi complici di simili tragedie disumane, in qualsiasi parte del mondo avvengano. Dobbiamo recuperare ‘l’empatia con l’altro’ è stato l’auspicio del sindaco Nai in chiusura, quando ha consigliato anche la lettura de ‘La tregua’ di Primo Levi, un ulteriore aiuto per comprendere e condannare per sempre questo crimine. Enrica Galeazzi