ABBIATEGRASSO – Anna Gorra Sgarella, presidente del Comitato del cuore “Giancarlo Sgarella”, ci ha girato per conoscenza la lettera inviata ai maggiori rappresentanti istituzionali per chiedere la revoca della chiusura notturna del P.S.di Abbiategrasso. Di seguito la lettera recapitata a Roberto Maroni—Presidente Regione Lombardia, Giulio Gallera- Assessore al Welfare Regione Lombardia, Massimo Lombardo- Dir. Gen Asst Ovest Milanese. E per conoscenza: Fabio Altitonante – Consigliere Regione Lombardia-Sindaco Pierluigi Arrara-Cons.Com. Domenico Finiguerra. “La nostra associazione opera dal 2009 come supporto al reparto Cardiologia dell’ospedale di Abbiategrasso, a cui ha donato presidi sanitari per un valore complessivo di euro 75.000 negli anni 2009- 2014, acquistati raccogliendo denaro con pubbliche sottoscrizioni tra la cittadinanza abbiatense. Si fa questa precisazione per chiarire qual è lo spirito che anima le considerazioni che seguono in merito alla chiusura notturna del Pronto Soccorso (P.S.) dell’ospedale di Abbiategrasso. A) Non si sta chiedendo che l’ospedale di Abbiategrasso disponga di un P. S. di cui è carente, si sta solo chiedendo che continui a funzionare per 24 al giorno quello esistente per le ragioni che hanno portato alla sua istituzione. Il nostro nuovo ospedale, costato 30 milioni di euro, è nato con un proprio P.S. perché così è parso necessario quando fu concepito solo pochi anni or sono: come è possibile che, in così poco tempo, siano venuti meno i presupposti che allora indussero, riteniamo dopo adeguata ponderazione, a istituire tale struttura? B) I numeri, ci viene risposto. Ma i numeri, come sapete proprio per la vostra esperienza e competenza, vanno interpretati. Anche allora la scelta di aprire un P.S. fu fatta in base ai numeri, ma mentre allora la loro interpretazione portò ad una decisione, oggi porta alla decisione opposta, pur essendo quanto meno immutato il quadro di riferimento (bacino territoriale, potenzialità delle utenze rispetto alla densità abitativa e così via). C) Oggi peraltro asserite che c’è una motivazione ulteriore che giustifica la chiusura del P. S. e cioè la progressiva riduzione delle specialità del nostro ospedale, che dovrebbero invece rappresentare il tassativo corollario di un P.S. Ma tale riduzione non sarebbe stata operata nel corso degli anni se la volontà fosse stata quella di garantire l’integro permanere del P.S.: è evidente quindi che nel tempo prevalse la volontà opposta, creando così una situazione di fatto incompatibile con la possibilità di mantenere operativo un P.S. notturno. D) Ma la nostra preoccupazione non si ferma all’oggi, alla chiusura notturna del P. S., perché questa è solo una singola fase di una tendenza a un corto circuito, perché è evidente che se il ridimensionamento dell’ospedale ha portato per induzione alla chiusura notturna del P.S., questa a sua volta diventerà un fattore che farà fare un passo avanti alla tendenza perversa che abbiamo definito corto circuito, snaturando cioè e indebolendo quanto rimane della già compromessa e indebolita struttura ospedaliera. Di questo passo, se non si ferma la spirale perversa, il nuovissimo ospedale da 30 milioni di euro è destinato a diventare una struttura spettrale (come se non ce ne fosse già una), in attesa di chissà quale riconversione, posto che allo stato non esistono presupposti diversi da quelli che a suo tempo – pochissimi anni fa – hanno indotto e, sarebbe da dire, obbligato a erigere una nuova struttura ospedaliera (senza voler trascurare l’aspetto etico – se ci è concesso usare questo termine spesso usato retoricamente – e cioè vedere una tale entità di denaro pubblico immobilizzata in una struttura sottoutilizzata e in prospettiva, temiamo, inutilizzata o utilizzata per finalità di ripiego). E) Chiediamo inoltre che le conseguenze della chiusura notturna del P.S. in parola vengano valutate nell’ottica più ampia dei disagi, ma soprattutto dei pericoli per la salute pubblica, che detta scelta comporta in termini di tempi di percorrenza, di urgenze per determinate patologie, di capacità ricettiva delle strutture a cui verrà addossato il flusso in precedenza assorbito da Abbiategrasso e così via. In queste valutazioni, è possibile che i numeri, letti nella loro freddezza, siano dalla vostra parte, ma ci permettiamo di ricordare che nel nostro caso i numeri non sono la realtà ma soltanto una sua neutra quantificazione: un decesso vale 1 per le statistiche, ma se quel decesso era evitabile assume un peso, nella dimensione dei valori umani, che i numeri non possono quantificare. Confidando che vorrete prendere nella dovuta considerazione quanto vi abbiamo qui esposto, restiamo a vostra disposizione per ulteriormente dedurre e documentare. Distinti saluti, il presidente Anna Gorra Sgarella”. Questa lettera che riscontri ha avuto? Risponde: “Un riscontro immediato l’ho avuto dal cons. Finiguerra che mi ha inviato una mail in cui esprime condivisione e si impegna a rappresentare le nostre considerazioni in ogni occasione pubblica e istituzionale. Sono stata contattata dal Direttore dell’ASST dott. Lombardo e sono in attesa di essere convocata per un colloquio, ovviamente informerò degli sviluppi e dell’esito dell’incontro”. E.G.
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