ABBIATEGRASSO – Dopo la presentazione di come l’Amministrazione ha scelto di far realizzare la nuova Anna Frank, molte le domande ma soprattutto le critiche da parte dei consiglieri di minoranza, da Finiguerra, Tarantola, De Angeli. Primo a intervenire Finiguerra (Cambiamo Abbiategrasso) che ha subito indicato un limite del progetto considerato oneroso, che non prevede una tribuna. Un progetto limitato anche perché con una vasca molto bassa, è inadatto al nuoto agonistico e va a limitare ulteriori sviluppi. Lo stesso consigliere ha detto che gli è “scattato un campanello d’allarme quando, con grande anticipo è stato messo a bilancio un canone”, prima ancora di conoscere il progetto preliminare. Una richiesta di chiarimento anche rispetto a chi si assume i rischi di costruzione, cosa succede se la piscina non è pronta nei tempi previsti, il rischio di domanda. Un’altra domanda ha riguardato se nel canone di ca. 100.000 euro riceverà il Comune sono state calcolate anche le entrate-uscite del bar-ristorante. Il cons. Serra (Fi) ha chiesto se il progetto ha previsto l’abbattimento di ogni barriera architettonica,  l’arch. Ambrosini l’ha rassicurato: “Non ci sono dislivelli e le strutture di servizio sono adeguate”. A Finiguerra il consulente assunto dal Comune ha risposto che “questa è una prima fase pre gara, per ora il livello è progettuale, molti dettagli sono da mettere a punto, la tribuna possiamo inserirla come obbligo, per quanto riguarda i costi è molto più semplice identificare i costi dei ricavi, molto dipende dal modello gestionale”. Il cons. Tarantola (Insieme per Abbiategrasso) considera questo progetto limitativo per Abbiategrasso, meglio la cittadella dello sport, un centro sportivo vero e proprio, ha chiesto “perché avete scartato questa ipotesi? Costa 5 milioni escluso IVA, sicuri che non paghiamo l’Iva?”. Il sindaco Nai ha confermato la scelta della sua amministrazione a ricollocare la piscina nello stesso posto perché vicina alla scuola e al parcheggio. Un riscontro positivo l’avrebbero dato anche “tutti gli operatori che si sono confrontati, poi è arrivata una proposta che ha sposato lo stesso orientamento. Si può fare tutto, l’ipotesi della cittadella dello sport è un’ipotesi già formulata e presente nel PGT. Il soggetto che si è presentato ora ha tutte le carte in regola e se non dovessimo cogliere questa opportunità non faremmo la piscina”. Tarantola, dopo aver sottolineato che si tratta di una scelta politica della maggioranza, ha chiesto quanto  è  stimata la presenza dei fruitori. Il consulente ha indicato ca. 30.000 ingressi l’anno,  fruita da ca.l’8% della popolazione. Anche De Angeli (M5S) ha criticato la scelta del luogo che per il sottodimensionamento dell’area, non può prevedere altri impianti sportivi come invece sarebbe in zona stadio che con  altri sport, altre strutture darebbero un impulso anche all’uso della piscina. Finiguerra ha proposto di chiedere che venga richiesta una maggiore profondità, altrimenti chi pratica nuoto agonistico non potrà tornare ad usare il nuovo impianto, altrimenti si tratta di “una spesa grande per una resa scarsa”. Il consulente ha affermato  risolutamente che: “Il gestore non accetterebbe una profondità maggiore”. L’ass. Albetti a sua volta ha detto che “Abbiategrasso ha bisogno di una piscina, però l’agonistica potrebbe non trovare un gestore”. Dal pubblico alcune persone hanno chiesto di intervenire, la richiesta è stata dapprima respinta poi, visto i numerosi rumors in sala, all’imprenditore Marco Scotti è stata concessa la parola. Scotti ha ricordato che la cittadella dello sport è un’idea che da 30 anni aspetta di essere realizzata, ha detto di far parte di un gruppo di otto proprietari del terreno adiacente allo stadio, che hanno portato avanti a loro volta già in passato una trattativa e che recentemente hanno protocollato a loro volta un progetto, che doveva essere recapitato anche ai capigruppo. Una proposta  “diversa da questa piccola piscina inadeguata e, con quella che ritengo un a trattativa privata. Va fatta una considerazione importante sul prodotto finanziario, un tasso al 4% se variabile è un cappio al collo per il Comune”. Ricevuta conferma dal dott. Fasson che il tasso al 4% è variabile, Scotti ha ribadito che “è una follia!”. Ma il consulente a sua volta ha affermato che “Il 4% è un tasso di mercato, non ci sono tassi più bassi. I project financing hanno anche tassi fino al 5/5,30 %, da non confondersi con i finanziamenti privati”. Dopo questa risposta si alzano i toni e scoppia la bagarre, Monteduro a lungo, anni fa, gestore dell’Anna Frank, non viene data la parola e si chiude l’incontro. I presenti si distribuiscono subito in capannelli vari sia dentro che fuori il castello e iniziano a divampare le polemiche che troveranno presto ospitalità in diversi gruppi social. E.G.