ABBIATEGRASSO – Uno dei punti “scottanti” del Consiglio comunale di giovedì 30 novembre era la Revoca della variante al vigente Pgt, tuttavia la discussione è stata ancora più accesa di quanto si potesse prevedere. Il punto è stato anticipato dall’interrogazione, presentata dalla lista Cambiamo Abbiategrasso, in merito alle spese sostenute per la variante dall’Amministrazione Arrara. Il sindaco Nai ha risposto che sono stati spesi 172.400 euro per consulenze e incarichi e sono state pagate in totale 117 ore di straordinari ai dipendenti comunali che lavorano nei settori urbanistica, ambiente, Suap. Lo stesso sindaco, poichè ha mantenuto personalmente la delega all’urbanistica, ha spiegato i motivi della scelta politica della sua maggioranza di revocare la variante, una scelta “forte e determinata – ha detto – ogni amministrazione ha il diritto e dovere di indicare ai cittadini come intende la crescita della città. Se siamo qui a parlare di Pgt nei primi 6 mesi lo dobbiamo a tempi imposti, che non abbiamo scelto”. Ha ricordato che il Pgt in vigore è quello approvato nel 2010 durante l’Amministrazione Albetti, quando è subentrato Arrara ha deciso la variante arrivata in Consiglio solo a dicembre 2016. Nel frattempo è cambiata la norma regionale sul consumo di suolo e sono stati ratificati 2 ricorsi, riconosciuti dal Tar che si esprimerà a gennaio 2018. “Chi ci ha votati non si aspettava certo che avremmo approvato una variante a cui siamo stati sempre contrari” Nai ha accennato anche alla mancata pubblicazione sul bollettino regionale e ha motivato altresì la revoca della variante perché non risulta adeguata alle norme sovracomunali, senza contare i contenziosi in atto che termineranno con la sua cancellazione. Una volta dichiarato aperto il dibattito, subito dopo la domanda di legittimità della revoca, posta da Granziero (Pd) al segretario comunale, Cameroni (Pd) ha iniziato un lungo e gridato j’accuse ovvero la sua pubblica denuncia di “un ritorno al passato, della volontà di cancellare con arroganza quanto condiviso dalla città, non vogliamo una squallida periferia urbana… una manovra antidemocratica, si lavora per interessi forti e con spregiudicatezza…” Termini forti e urlati cui ha fatto seguito l’intervento di De Angeli (M5S) che ha invitato a “non tornare indietro e a chiedere ai cittadini di esprimersi con un referendum”. Tarantola (Ricominciamo insieme) ha chiesto “si tratta di scelte politiche o lobbistiche?”, Bajetta (Nai sindaco) ha risposto che “si tratta di scelte consapevoli, non ci sono in atto stravolgimenti paesaggistici e si pensa a permettere insediamenti produttivi”. E’ quindi intervenuto Finiguerra con un articolato intervento per dire che “il Pgt è un atto politico-amministrativo di primaria importanza perché disegna un’idea di città, una visione proiettata verso il futuro del luogo in cui cresce e si sviluppa una collettività. E’ un documento che ha risvolti dal punto di vista sociale, ambientale, economico, culturale e sanitario. Le scelte urbanistiche sono state spesso la droga dei bilanci comunali…Il Pgt è un atto serio. Non è una partita a monopoli. Ma l’Amministrazione Arrara, dopo 5 anni di mandato e circa 200 mila euro di soldi pubblici spesi, non è riuscita a far niente di meglio che approvare una variante a 45 giorni dalla scadenza del mandato solo per darsi una pennellata di verde in vista dell’imminente campagna elettorale. L’approva in extremis e si disinteressa completamente di un passaggio: la pubblicazione della variante sul BURL, indispensabile perché senza pubblicazione la variante non esiste. Oggi chi ha amministrato con Arrara sostiene che per la pubblicazione ci sono tempi tecnici e che se la pubblicazione non è stata fatta la colpa è solo degli uffici, dei dipendenti non dei politici… Una dimostrata incapacità. Poi arriva l’Amministrazione Nai che decide di sospendere la pubblicazione. Cambiamo Abbiategrasso aveva criticato la variante Pd, sostenuta da Officina del Territorio nell’ultimo Consiglio comunale, utile solo per un accordo pre-elettorale. Ed infatti, i rappresentati di Officina li abbiamo trovati candidati nella lista Energie alleata del Pd”. E’ a questo punto che aumenta la bagarre, dal pubblico epiteti a Finiguerra che chiede “Chi mi ha mandato a c…are?” Risponde Daniele Marmonti e gli animi si surriscaldano sempre più, il presidente Tagliabue chiede a Marmonti di uscire, ricorda più volte che il pubblico non può applaudire né commentare ma inutilmente, avverte che se gli animi non si placano chiamerà i Carabinieri. E mentre Finiguerra conclude dicendo che il suo gruppo non parteciperà al voto “lasciando che si esprimano gli attori di questa brutta politica” nel cortile del Castello entra l’auto dei Carabinieri, la loro presenza è sufficiente a zittire anche i più facinorosi. Con il solito tono pacato interviene poi Pusterla (Abbiategrasso Merita) che domanda tra l’altro al Pd “perché in 5 anni non avete fatto scelte a favore del piccolo commercio?”. Intanto Biglieri (Pd) sollecita risposte alla Segretaria, De Angeli (M5S) invita a “pensare bene alla responsabilità che prendete e che pesano sui commercianti”, in diversi fanno riferimento al mega centro commerciale che, in realtà, non è mai stato neanche nominato dalla maggioranza. La Segretaria infine risponde che “la delibera di revoca è legittima sul piano tecnico”. Granziero (Pd) legge un intervento affidatogli dal segretario di Ascom Brunella Agnelli che difende la variante. Il sindaco Nai ripresa la parola assicura che si impegna “ad utilizzare al massimo quanto del Pgt è consono con le nuove norme e si attenderà quindi il PTR, il piano regionale per non dover cambiare ancora”, ripete che “il Pgt è uno strumento duttile che va sempre adeguato” e si arriva finalmente al voto. Come anticipato Finiguerra con i 3 consiglieri di Cambiamo Abbiategrasso non partecipa alla votazione, la maggioranza compatta con 15 voti approva la revoca della variante, votano contro i 3 consiglieri Pd, Tarantola e De Angeli. E’ l’una e venti del 1° dicembre, i punti restanti vengono rimandati a un prossimo Consiglio. E.G.
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