Un intervento anche ‘tecnico’ visto che il consigliere Baldini è medico. Le sue riflessioni: “Io penso che in questo momento il problema non sia portare avanti il discorso della vocazione di un ospedale perché qui c’è il bisogno di cittadini che richiedono un pronto soccorso. Conosciamo la situazione dei P.S. in Lombardia e ovunque hanno delle richieste pazzesche, sono oberati da richieste continue. A Milano ci sono delle situazioni di privati convenzionati che hanno il pronto soccorso senza DEA, quindi il problema di chiusura o non chiusura non si pone nemmeno, anzi, io dico di portare un DEA ad Abbiategrasso. Qui c’è una richiesta e una necessità da parte delle persone di avere un pronto soccorso, specialmente di notte, quando una persona arriva e trova chiuso. Non penso che sia un’immagine bella della sanità. Apprezzo il discorso della specializzazione e degli interventi sempre migliori perché anch’io sono un medico. Dobbiamo guadagnare tempo con la telemedicina, abbiamo un sistema Areu che funziona, ma ci sono dei problemi molto importanti perché la maggior parte delle volte nelle ambulanze manca un medico e un infermiere presente sul primo soccorso. Spesso viene stabilito un codice non preciso, io penso che in questo momento chiudere un pronto soccorso vuol dire non affrontare le reali richieste dei cittadini. Il cittadino ha bisogno di avere un posto dove poter andare come primo soccorso. L’organizzazione del DEA è un problema che dobbiamo risolvere, se chiudiamo Abbiategrasso, dobbiamo chiudere anche tutti i privati convenzionati. Il privato convenzionato che ha un P.S nel centro di Milano è fondamentale e indispensabile, allora chiudiamo anche quelli! Io penso che dobbiamo assumerci delle importanti responsabilità, anche politiche, per la chiusura di un pronto soccorso”.