MILANO – Ma potremmo anche declinare il titolo come Milano centro dell’innovazione, viste le tante imprese high-tech che hanno le loro sedi nel capoluogo lombardo e le tante startup italiane che operano in città.

Oppure potremmo anche parlare di Milano come motore di innovazione, un’innovazione capace di integrarsi in città dove sempre più investimenti convergono per lo sviluppo di un ecosistema digitale da cui prenderà avvio la smart city del futuro. Un tema questo che tra tanti altri è stato affrontato nei vari eventi distribuiti nel tessuto urbano nel corso della settimana dedicata all’innovazione e alle nuove tecnologie. La prima Milano Digital Week è debuttata a Marzo con un appuntamento dal titolo Intelligenza Urbana che ha fatto da filo conduttore per gli oltre 400 eventi distribuiti in vari luoghi della città.

 

Si è parlato di lavori fantastici e dove trovarli, dal data scientist al game designer, passando per gli esperti di SEO e agli ingegneri che si occupano di robotica e deep learning. Si è parlato di blockchain e di ottimizzazione dei processi aziendali così come del futuro della logistica per le PMI dove la componente tecnologica diventa parte integrante per offrire al cliente una più soddisfacente customer experience. La Milano Digital Week è stata un evento che fa da contrappunto perfetto per una città che nel corso di questi ultimi anni è riuscita a costruire quella che a ragione può essere paragonata alla Silicon Valley californiana. Con un valore simbolico non trascurabile, visto che poco distanti da Porta Nuova, incontriamo numerose aziende high-tech a livello mondiale. La recente apertura degli uffici del colosso dell’e-commerce Amazon giusto per fare un esempio, che ha aperto il suo quartier generale in viale Monte Grappa; mentre nel Palazzo Feltrinelli incontriamo il big dell’informatica Microsoft. Più “green” la base scelta dal colosso di Mountain View a due passi dal Bosco Verticale progettato dallo studio italiano Boeri.

 

Ci sono poi iniziative capaci di integrare diffusione di contenuti culturali con le nuove tecnologie con l’obiettivo di creare un maggior coinvolgimento del pubblico. Come le spettacolari proiezioni che potremo ammirare per tutto il 2019 al Planetario di Milano. Visori virtuali, video a 360° per celebrare i 50 anni del primo sbarco sulla luna. Un’esperienza immersiva che proietta lo spettatore all’interno del razzo Apollo 11 dalla base di Cape Canaveral fino all’allunaggio. Le proiezioni sono state realizzate dall’Associazione L’Officina con il contributo della Fondazione Cariplo.

 

C’è bisogno di interazione, della capacità di sviluppare contenuti con i quali gli utenti, i visitatori, i clienti o i semplici appassionati possano interagire per un maggior godimento durante la visita di un monumento, l’acquisto di un prodotto oppure la partecipazione a un evento. La relazione tra customer e business si sta trasformando a ritmo vertiginoso come sanno bene nella casa di sviluppo milanese Milestone specializzata in videogame dedicati ai motori. La recente collaborazione tra Milestone e Dorna, che gestisce il settore commerciale della superbike, ha dato avvio alle prime due edizioni (ce ne saranno di certo altre) del MotoGP eSports Championship. La superbike digitale da videogame si è trasformata in uno spettacolo tanto appassionante quanto il suo corrispettivo reale, seguita da milioni di spettatori in tutto il mondo. Su questo modello di diffusione di contenuti legato al gaming, piattaforme come SportPesa hanno abbracciato la rivoluzione tecnologica ampliando la loro tradizionale offerta di giochi digitali con una sezione dedicata alle scommesse sportive mettendo a disposizione dei propri utenti un potente database di informazioni. Dettagli aggiornati sulle performance dei giocatori, statistiche su vittorie e sconfitte, terreni di gioco e tante altre informazioni a cui è possibile accedere per effettuare le proprie puntate in maniera più precisa, consapevole e informata. Cosa impensabile fino a pochi anni fa.

 

Impensabile come la possibilità di lavorare in spazi in comune informali, accoglienti e ovviamente digital dove incontrare persone, sfruttare connessioni ultra veloci sul modello rivoluzionario di coworking sviluppato dalla startup milanese Copernico. C’è poi la digital innovation applicata al sociale, a servizi capaci di fornire assistenza ai non vedenti grazie agli speciali visori sviluppati dalla startup Horus Technology, che distinguono volti e forniscono informazioni sullo spazio circostante come la presenza di ostacoli.

 

Il futuro si modella di sicuro lungo vie inaspettate ma che sembrano sempre più confluire in quei tessuti urbani dove innovazione, creatività, infrastrutture e ricerca convergono per un approccio aperto e dinamico.