ABBIATEGRASSO – Una notizia che lascia esterrefatti a dir poco. Il lungo lavoro degli inquirenti che sono riusciti dopo mesi a far arrestare la banda di cui facevano parte anche i tre abbiatensi fermati per frodi informatiche, tra loro anche la donna di 36 anni che si era fatta assumere da uno studio di commercialisti di Milano a cui aveva sottratto assegni finiti sui conti del complice 44enne deceduto poco prima del mandato d’arresto. La banda organizzava anche falsi matrimoni per extracomunitari come espediente per ottenere la cittadinanza italiana. I proventi delle varie truffe venivano riciclati giocando d’azzardo nei casinò di Sanremo e Venezia. Per questi motivi i tre erano stati arrestati il 7 luglio scorso, venerdì la sorpresa: il tribunale del riesame di Milano, chiamato in causa dai loro legali con la richiesta di rimetterli in libertà, li ha effettivamente scarcerati perché il fascicolo con le ordinanze di arresto e le motivazioni risultava incompleto, mancavano tutte le pagine pari. Un errore probabilmente di chi ha fatto le fotocopie, un errore che è bastato a rimandarli a casa e che lascia, ancora una volta, dubbiosi sul funzionamento della “giustizia”. E.G.
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