MILANO – La 60esima edizione del Salone del Mobile ha iniettato una buona dose di fiducia negli attori del legno-arredo italiano, dimostrando la capacità del settore di reinventarsi di fronte alle sfide continue imposte dal presente. La fiera milanese, tra le principali al mondo se non la principale in assoluto, rappresenta da sempre il polo innovativo della filiera, anche grazie alla presenza nella provincia e in Pianura Padana di un altissimo numero di imprese del settore. Tra queste molte sono specializzate nell’arredo ufficio, che a Milano ha sempre trovato il terreno e il mercato adatti a prosperare, producendo eccellenze come Divisione Ufficio, con un personale dall’esperienza trentennale. Ecco un bilancio dell’attività del settore nel capoluogo lombardo.
L’arredamento in Pianura Padana
Secondo i dati del Registro Imprese analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, la filiera dell’arredamento contava al 31 marzo 2022 oltre 6800 imprese nelle tre province lombarde, per un totale di 38mila occupati. Si tratta del 2% delle attività economiche e dell’1,5% dell’occupazione. Numeri che corrispondono a una comprensibile e nemmeno troppo evidente flessione del -0,9% nella quantità di imprese rispetto allo stesso periodo del 2021, ma anche a un aumento dell’occupazione del 4,2%. L’export, su cui il settore è da sempre molto improntato, ha registrato nel 2021 un balzo in avanti rispetto al 2020, con un +27% e 1,7 miliardi di fatturato, realizzati soprattutto sui mercati statunitensi, francesi, cinesi, svizzeri e tedeschi. E i primi mesi del 2022 hanno confermato il trend in ascesa, nonostante la crisi energetica e delle materie prime e le difficoltà di reperimento di operai specializzati.
La maggior parte delle attività è specializzata nel design (2580), seguono la fabbricazione di mobili (2175), l’industria del legno (1202) e il commercio al dettaglio (919). Se l’Italia è al secondo posto in Europa per la produzione di mobili, è infatti merito della prolificità di queste province e in generale della Pianura Padana. Le 12 province del Centro-nord-est che rappresentano il cosiddetto “asse dei mobili” (Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como) hanno prodotto il 65,9% delle esportazioni (7,1 miliardi), rappresentando da sole il terzo esportatore in Europa.
Milano città dell’arredo ufficio
Concentrandoci sul capoluogo lombardo, è subito evidente il suo primato assoluto nel design, con 2161 aziende attive, una conferma della sua vocazione creativa e innovativa nella progettazione degli spazi abitativi e lavorativi. L’arredo ufficio a Milano, in particolare, ha una tradizione che risale almeno agli anni ‘20, quando ancora non esisteva il Salone, ma era già attiva la Fiera Campionaria. È però nel dopoguerra che la filiera decolla, producendo continue novità e presentandole in un padiglione interamente dedicato a cancelleria, mobili per ufficio, macchine e forniture per ufficio e attrezzature per uffici tecnici.
Negli anni ‘60 si potevano trovare in esposizione i tecnigrafi, le prime rilegatrici, le prime sedie davvero ergonomiche, pareti mobili, cassettiere, scrivanie moderne e tanti mobili che avrebbero fatto per qualche tempo o ancora oggi la storia dell’arredo ufficio, appena prima della comparsa dirompente dei computer. Una testimonianza di come lo sviluppo degli spazi di lavoro sia da sempre una priorità della città, non come lampo di innovazione ma come percorso costante e attento ai tempi che cambiano.
Si tratta di un passato utile da tenere a mente dopo due anni in cui il comparto è precipitato, incapace di tornare ai livelli del 2019 anche quando il resto del settore sembrava ormai uscito dal baratro aperto dalla pandemia. La chiusura del mercato russo ha dato un ulteriore colpo all’arredo ufficio – a Milano e non –, che nel 2019 aveva registrato addirittura un +30% delle esportazioni nel paese, da sempre estimatore della qualità degli arredi italiani. Ma, com’è noto, i momenti di crisi celano anche occasioni per rinnovare il proprio slancio propositivo e quindi anche il proprio appeal in Italia e all’estero. La grande occasione di oggi, per esempio, risiede nella creazione di spazi confortevoli, salutari e soprattutto ibridi e flessibili, sempre più richiesti dalle aziende e dai lavoratori.
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