ABBIATEGRASSO -Lunedì 6 giugno in BCS è stato presentato il progetto di una nuova macchina agricola, nata da un’esperienza di alternanza scuola-lavoro che per la prima volta ha portato a risultati tangibili. Questo grazie alla disponibilità di un’azienda che offre agli studenti opportunità di contatto diretto e concreto con il mondo dell’industria. Si parla spesso dello scollamento tra mondo della scuola e quello dell’impresa, quanto accaduto tra BCS da una parte e scuola dall’altra rende il risultato concreto della macchina aspiragiuggiole un modello da citare nell’ambito della riforma della Buona Scuola. L’ing. Castoldi ha ripercorso le tappe di questa esperienza partita due anni fa, intrapresa con convinzione dalla BCS che da sempre ritiene ricerca e sviluppo essenziali per progredire “lo dice la storia dai cavernicoli in poi…”, ha ricordato il presidente dell’azienda più importante del nostro territorio. La collaborazione, per una volta, ha portato alla progettazione vera e propria di una macchina che finirà sul mercato asiatico. “I ragazzi sono stati coinvolti non solo dal punto di vista teorico e questo è il vero salto di qualità – ha detto la preside Alba Arcidiacono – in un percorso che ha un inizio e una fine. In Italia nonostante la normativa richieda l’alternanza, le scuole sono sole, non ci sono risorse dedicate e questa esperienza, unica nel suo genere, è stata possibile solo grazie alla BCS che ha permesso agli studenti di non essere solo osservatori ma protagonisti”. I ragazzi della V A dell’indirizzo Meccanica-Meccatronica infatti, guidati dal prof. Pierangelo Russo e dai tecnici BCS Adriano Moscardin e Marco Ranzani, hanno prodotto un risultato concreto, “tutto è partito – ha raccontato l’ing. Moscardin – da un viaggio di lavoro in Cina dove ho colto l’esigenza di un raccoglitore di giuggiole, un frutto con importanti proprietà organolettiche molto apprezzato e richiesto. Piante che non vengono potate, concimate attraverso un solco, quando il frutto è maturo cade a terra. Le giuggiole, simili ai datteri, si consumano fresche o raggrinzite, hanno proprietà riconosciute scientificamente, sono calmanti, antiossidanti, un protettivo cardiovascolare e un tonico cerebrale. In Italia non vengono più coltivate e sono considerate piante ornamentali, in Cina non se ne può fare a meno e si vende ovunque”. Ora la sfida sembra vinta con l’aspiragiuggiole. Presto in base al progetto sarà realizzato un prototipo da testare grazie a questa collaborazione come ha ricordato Marco Ranzani, tutor BCS che ha configurato il software della scuola come quello dell’azienda, creando così un ‘ufficio tecnico virtuale’, i ragazzi, divisi in sottogruppi, hanno seguito ciascuno un aspetto del progetto. Jacopo, Roberto, Stefano, Marco, Mario, hanno spiegato ogni fase della progettazione fino alla realizzazione, con stampa in 3D, di alcuni componenti per il modellino finale. L’elogio ai ragazzi ‘concentrati sul lavoro e molto coinvolti’ è stato corale e il dott. Parmigiani del team BCS che ha seguito tutto il percorso ha ricordato che “un cervello motivato ha più connessioni e ha capacità anche 30 volte superiori, vedere quello che si sta producendo è motivante, concretizzare un progetto è fondamentale”. La presentazione si è conclusa con la consegna di attestati di merito ai ragazzi, inutile dire che tutti erano soddisfatti e orgogliosi, praticamente ‘in brodo di giuggiole’. L’aspiragiuggiole che in un futuro prossimo percorrerà le campagne cinesi con marchio BCS, sarà anche la prova dell’ingegno e dell’impegno di giovani studenti abbiatensi. E.G.
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