ABBIATEGRASSO – Gli studenti di alcune classi dell’istituto IPS Lombardini hanno assistito al monologo intitolato: “Annabel ballata anoressica per manichini bulli” scritto e interpretato da Michela Giudici. Con lo spettacolo, diretto da Alessandro Veronese e prodotto da “Fenice dei Rifiuti”, è stata messa in scena la storia di Annabel, la storia vera di una ragazza adolescente di origini inglesi, che a causa di ripetuti atti di bullismo è caduta nel tunnel dell’anoressia.
I suoi compagni di classe la deridevano per il suo aspetto fisico i suoi capelli rossi perché secondo alcune leggende “metropolitane” le persone coi capelli di tale colore erano considerate figlie di Satana. Tutto ciò era diventato una vera e propria tortura per la ragazza.
Annabel si tinse i capelli varie volte ma nonostante ciò continuava ad essere vittima di un gruppo di bulli che la perseguitano nella vita reale e sui social network.
Lentamente la giovane inizia a farsi del male, assume un comportamento autolesionista fino ad imporsi delle diete drastiche, faceva tremila addominali al giorno e mangiando pochissimo. Annabel voleva scomparire! La storia raccontata dall’attrice Michela Giudici è stata messa in scena in modo chiaro e delicato e ha suscitato un profondo interesse negli alunni che hanno assistito in silenzio per tutta la durata dello spettacolo. La storia di Annabel è simile alle storie di tanti ragazzi di oggi!
Il monologo è stato apprezzato perché Michela Giudici è stata molto brava nel rappresentare il dramma di una giovane vittima di bullismo, e nel mettere in scena il turbinio dei pensieri che la tormentavano costantemente, pensieri dai quali non riusciva a liberarsi ma che la portarono lentamente a colpevolizzarsi e a punirsi facendosi del male. Al termine della rappresentazione artistica è intervenuta la psicologa, dottoressa Lucia Mieli, che ha guidato con gli studenti un dibattito nel quale sono stati affrontati diversi argomenti sul tema del bullismo. La dottoressa ha cercato di spiegare i processi psicologici che spingono a insultare qualcuno solo perché è diverso: magro, grasso, straniero o altro. Ha insistito nel dire che le vittime di bullismo devono denunciare il bullo e parlare con gli adulti per salvare se stessi ma anche il ragazzo che commette violenze. Spesso infatti anche lui è una persona che subisce o ha subito violenze e quindi ha bisogno di intraprendere un percorso psicologico per comprendere il motivo della sua rabbia.
Gli studenti hanno posto diverse domande mostrandosi molto interessati e si è discusso per circa un’ora. Lo scopo dell’incontro è stato quello di sensibilizzare i ragazzi sul disagio vissuto da alcuni adolescenti a causa degli insulti o delle derisioni o anche solo perché ossessionati dal pensiero della perfezione fisica e della bellezza che ci impone la società al giorno d’oggi. Spesso si utilizzano parole forti e offensive verso le persone ferendo e turbando la sensibilità degli altri a volte solo per pura superficialità. Gli alunni di 1AS, IPS Lombardini di Abbiategrasso
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