ABBIATEGRASSO – Il Movimento per i Diritti del cittadino Malato (MDCM), dopo aver raccolto firme ed essersi battuto da 2 anni coivolgendo i sindaci dei 15 comuni dell’abbiatense per riavere il P.S. aperto di notte e un ospedale rilanciato, ha invitato sindaci e cittadini per fare il punto della situazione prima delle elezioni del 4 marzo. I politici  di tutti i partiti, in Regione,  hanno votato per la riapertura ma l’ass. Gallera non l’ha fatto e  non sembra per niente intenzionato, ovviamente è stato invitato a partecipare ma non ha accettato nessuna delle 3 date proposte e, solo il 14, ha confermato di poter essere presente sabato 17 di mattina, il MDCM ha quindi prenotato l’Annunciata perché il Castello era occupato. Giovedì sera al Castello hanno risposto all’invito in molti e molti altri hanno detto che avrebbero voluto esserci ma impegnati altrove per recite di Carnevale ecc. L’interesse della gente per le sorti dell’ospedale Cantù non è certo diminuito, è il primo argomento anche per i politici, all’assemblea sono stati invitati anche i consiglieri regionali della Commissione Sanità che il 22 novembre, dopo il sopralluogo in P.S. al Cantù, hanno chiesto all’unanimità all’ass. Gallera la riapertura. Giovedì erano presenti Riccardo De Corato e Mariateresa Baldini, entrambi di FDI, è stato invitato ed era presente l’on.Prina che ha presentato un’interrogazione al Ministro, c’erano i sindaci di Abbiategrasso, Morimondo, Albairate, Ozzero, Rosate, Bubbiano e altri amministratori locali. Il sindaco Nai ha riconosciuto che l’ospedale sta a cuore a tutti e che è un tema centrale della campagna elettorale. Ha detto che bisogna “scongiurare il depotenziamento…mi sono dichiarato per la riapertura ma non ho fatto nessun tipo di promesse perché la riapertura non dipende dai sindaci ma dalla Regione e del Parlamento”. Dopo di lui Marelli, presidente dell’assemblea dei sindaci, ha segnalato “l’interpretazione restrittiva del Decreto M.70 da parte solo di 3 persone, dell’ass.Gallera e di dirigenti che mantengono chiuso il P.S.di notte”. Ha ringraziato “i politici della Regione che ci hanno ascoltati, abbiamo commesso un solo errore, non li abbiamo portati al P.S. di Magenta a vedere cosa succede”. E’ stato poi letto un contributo richiesto all’ass.Croce Azzurra che con i suoi volontari svolge il  preziosissimo servizio di trasporto dei malati. Sono emersi ulteriori disagi causati dalla chiusura notturna del P.S. di notte: “Siamo costretti a trasportare di notte ma anche di giorno, pazienti con patologie ‘non urgenti’al P.S.di Magenta. L’ambulanza rimane occupata per un’ora se parte da Abbiategrasso, molto di più se da Besate o Vermezzo”. Se vengono inviati in ospedali milanesi, vengono poi utilizzati in zona “con ulteriore assenza di ambulanze nell’abbiatense dove sono costrette ad arrivare  da più lontano con tempi sempre più lunghi, esponendo a un maggiore rischio i pazienti in caso di serie emergenze. Questo ed altro, compresa la difficoltà per i volontari che ora dovendo passare più notti completamente ‘in bianco’ e dovendo recarsi il giorno dopo al lavoro devono diminuire i turni in Croce Azzurra che fa più  fatica a coprire il servizio. Il dott.Ceretti ha evidenziato come le leggi attuali non tengano conto “di una popolazione sempre più anziana e fragile che ha ancora più bisogno di un P.S. per essere stabilizzata. Abbiamo un P.S. di Magenta ingolfato e un P.S. ad Abbiategrasso sottoutilizzato. Non c’è appropriatezza per rispondere al bisogno”. ll cons. De Corato (FDI) ha ripetuto quanto ha sempre sostenuto in Commissione Sanità, ovvero che il P.S. di Abbiategrasso va riaperto, si è chiesto perché l’ass.Gallera non ha ancora attuato quello che ha deciso il Consiglio Regionale. Il cons.Borghetti (Pd) non potendo essere presente ha inviato un contributo scritto e ribadito quello che ha sempre detto: che il P.S. va riaperto e che occorre investire risorse per ripotenziare il Cantù. La cons. Baldini (FDI), medico e membro della Commissione, ha lamentato che  “ci sono pochi medici in Consiglio Regionale, una riforma centrata solo sul paziente cronico senza tener conto che si tratta di pazienti acuti, problematiche non capite dall’avvocato Gallera. Occorrono i P.S. e bisogna metterci più medici e più infermieri. La politica fa errori perché non ha una visione medica. Chiudere un P.S. di notte è una cosa pazzesca, nonostante la mozione approvata in Commissione questa la decisione presa”. Donatella Magnoni (Lega Nord) consigliere ad Abbiategrasso, assessore a Vermezzo e candidata in Regione, ha portato i saluti del presidente della Commissione Rolfi, ha detto che “occorre far capire a Gallera che è stato fatto un errore e bisogna tornare indietro”. L’on. Prina (Pd) ha sottolineato la responsabilità politica dell’amministrazione regionale, ha ricordato la sua interrogazione al Ministro dell’8 novembre, risulta che per 3 volte il ministero ha sollecitato l’invio di dati da parte della Regione, senza ricevere risposta. A Prina è stato comunicato questo e ora aspetta a sua volta una risposta definitiva ma dice: “E’ la Giunta regionale che ha chiuso il P.S. le spetta anche decidere di riaprire”. Giuliana Soldadino, candidata per FDI che ha lavorato 13 anni al Sert del Cantù: “L’ass.Gallera va in giro a dire che la chiusura del P.S. è colpa di una legge nazionale. In realtà si comincia sempre così, se chiudi e disinvesti significa che vuoi smantellare. Ci impegnamo a rivedere questa decisione”. Del Ben, sindaco di Rosate, ha definito la situazione surreale. “Siamo qui a parlare delle solite cose dopo un anno e mezzo, il consiglio ha decido la riapertura e non è successo, io so che non voto chi ha chiuso il P.S. e se ne frega del territorio, chiedo di decidere cosa fare da qui al 4 marzo, se c’è da andare davanti allla Regione, io ci sono”. La sottoscritta è intervenuta sia in qualità di giornalista che come parte del direttivo del MDCM per aggiornare sulle novità emerse da 2 conferenze stampa, una in mattinata, per annunciare quello che viene chiamato ‘potenziamento’, ovvero 2 la riorganizzazione dell’area medica di cronicità. Sono stati spostati da Magenta alcuni medici, uno pneumo-cardiologo, un epatologo, si costituirà un ambulatorio di reumatologia, una psicologa sarà a disposizione per 10 ore al Piede Diabetico. Sono stati annunciati anche nuovi ambulatori di diagnostica vascolare e chirurgia flebologica, previsti in ogni ospedale perché il paziente possa curarsi vicino a casa. Ancora più difficile però capire perché per un’urgenza si debba andare più lontano. Alcune delle riflessioni condivise: bene che si amplino e migliorino i servizi ambulatoriali ma non ci possiamo accontentare che vengano depotenziati i reparti e che venga ridotto a un poliambulatorio, succursale dell’ospedale di Magenta. Marco Scotti ritiene che “questa vessazione sia imputabile all’ass. Gallera, ai dott.Lombardo e Minuto” e che Abbiategrasso stia pagando lo scotto 2del Project Financing del grand hotel di Legnano “e che anche Magenta rischi in futuro la stessa sorte, con il Cantù dovrebbero conferire a Milano invece che a Legnano. Faccio un appello al sindaco Nai che non può fare il neutrale”. Emilio Florio ha ricordato l’art.32 della Costituzione che sancisce “la salute è un diritto del cittadino ed è un dovere sociale. Il modello è quello del pareggio di bilancio e il P.S. è per l’azienda una perdita secca… Tagliamo le spese militari non quelle sanitarie”. Domenico Finiguerra ha proposto di “chiedere un impegno subito per la riapertura, prima del 4 marzo, oltre alla presentazione di un esposto alla Corte dei Conti per fare chiarezza sui 30 milioni spesi per un ospedale ora sottoutilizzato”. Ha esortato Nai che ora deve rappresentare tutta la città a “dire a Gallera che qui i voti non li prenderà”. Andrea Donati, candidato con Gori, ha parlato di schizofrenia tra i politici di FI. Barbara De Angeli ha criticato l’incontro con tutti i politici e ha chiesto di rivedersi subito dopo le elezioni, non credendo possibile che si possa riaprire prima “ visto che mancano solo 20 giorni al voto, rivediamoci dopo le elezioni così sapremo chi è realmente interessato al territorio e chi a prendere voti”. L’incontro si è concluso con la convinzione da parte del MDCM e di alcuni sindaci che la mobilitazione deve continuare intensificando gli sforzi prima del 4 marzo, temendo che, dopo le elezioni, finita la festa…si rimanga gabbati. Le promesse non bastano. E.G.