ABBIATEGRASSO – Claudio Pirola, abbiatense d’adozione, è conosciuto in città per il suo impegno sociale e politico ma soprattutto per quanto ha fatto e continua a fare per sensibilizzare rispetto ai problemi derivanti da forme di disabilità. Esordisce con: “Le circostanze della vita hanno spinto mia moglie e me ad avvicinarci all’associazione “Raggiungere” diventata poi membro fondatore di DysNet di cui sono stato nominato Presidente. Mentre “Raggiungere” è un’associazione strutturata a livello nazionale, DysNet, che comprende le più rappresentative associazioni europee di persone nate con malformazioni agli arti, si interfaccia con le Commissioni competenti del Parlamento Europeo con l’obiettivo di rendere la voce dei disabili più forte nel proporre e chiedere soluzioni a difficoltà comuni. Il campo d’azione è molto vasto: ho di recente partecipato a Milano ad un incontro organizzato da ISMU in collaborazione con LEDHA-Lega per la difesa delle persone con disabilità e terrò il prossimo 7 maggio una relazione nel contesto di un convegno organizzato a Parigi da una delle più grandi associazioni francesi rappresentative di questo mondo. C’è molto da fare. Pensiamo alla scuola: soprattutto nel passaggio da una scuola a un’altra di livello superiore non mancano le difficoltà, una disabilità ‘estetica’, visibile, crea ancora disorientamento che conferma quel che dice l’amica Simona Atzori: “I limiti spesso stanno negliocchi di chi ci guarda”. Nel nord Europa, ad esempio, l’approccio è diverso, c’è una maggiore predisposizione culturale verso l’inclusione che fa sentire un disabile parte integrante e integrata nel vivere quotidiano. Credo che ci dobbiamo battere affinché una città diventi sempre più a misura di disabile, il che vuol dire più a misura d’uomo. Dai marciapiedi ai treni, tutto ciò che si migliora va a vantaggio anche delle persone normodotate”. Quali iniziative ha realizzato e con quali sinergie a livello locale? “Con Heiros, Anffas, Lule ed altre associazioni abbiamo condiviso diverse iniziative inventando tra l’altro l’evento FERRhabily con il Club Ferrari: un esempio di come il mondo della disabilità si possa interfacciare con mondi apparentemente molto lontani. La mia esperienza e il mio impegno che si traducono in un confronto tra famiglie e associazioni partono da Abbiategrasso. Un percorso chiave ‘glocal’. Dal locale con un’estensione extraterritoriale a livello europeo per occuparci di tematiche macro, come i problemi maggiori che i disabili hanno dovuto affrontare durante il Covid o la valorizzazione dei messaggi positivi che gli atleti paralimpici diffondono, come abbiamo ascoltato anche da Bebe Vio, già nostra ospite ad Abbiategrasso”. Quanto è importante il progresso tecnologico nel mondo della disabilità? “E’ importantissimo, e l’Unità di Biorobotica della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, con la quale abbiamo rapporti strutturati, ne è la dimostrazione con la creazione di una mano capace anche di trasmettere sensazioni tattili e di ‘sentire’ forma e consistenza degli oggetti presi, ed ‘esoscheletri’ d’avanguardia. Sono primi piccoli passi ma danno grandi speranze. Entusiasmante è anche il progetto che riguarda la musica, dove specifiche protesi a tecnologia avanzata possono aiutare i disabili a sviluppare le loro doti. Non smettiamo di lavorare in ogni campo per cercare di migliorare la condizione di ogni disabilità”. E.G.