ROBECCO S/N – A conclusione dell’evento degli “Oscar Sportivi Robecchesi” abbiamo
intervistato il nuotatore campione paralimpico Simone Barlaam, pluripremiato agli ultimi
Campionati Europei di Dublino lo scorso agosto.
Simone ha vinto 4 medaglie d’oro, nei 100 e 50 stile, nella 4 x 100 stile e nella 4 x 100 mista, più
l’argento nei 100 farfalla. Inutile chiederti come siano andati gli Europei, hai vinto quasi tutto,
quale medaglia non ti aspettavi?
“Mi aspettavo i due ori individuali, avevo già ottimi tempi, inaspettate le due staffette, battere
l’Ucraina sapevamo sarebbe stato difficilissimo”.
Della medaglia d’argento a farfalla che ci dici?
“Sì quella ancora più inaspettata, non mi sono allenato in quella specialità, entravo con un tempo
alto, ma in finale è andato tutto alla perfezione”.
La squalifica invece dell’Ucraina nella staffetta mista?
“Avevamo fatto un bel secondo posto, però qualcuno del team s’è accorto e fatto notare di un
probabile errore degli ucraini, infatti c’hanno fatto attendere un bel po’ per i controlli e alla fine li
hanno squalificati e quindi abbiamo preso l’oro”.
A livello di quadra invece, come siete andati? Pare abbiate conquistato il pubblico…
“Bellissimo, abbiamo disputato dei Campionati Europei ottimi, secondi nel medagliere, ma la cosa
più bella è stata proprio la vicinanza e il calore del pubblico.
Anche grazie alla Rai, gli italiani si sono appassionati a noi e avvicinati ulteriormente al mondo
paralimpico. Lì a farmi il tifo c’era pure tutta la mia famiglia ed è venuta anche la nonna!”
Adesso che farai fuori dalla vasca?
“Ora si torna alla vita di tutti i giorni, mi riposo un po’, pausa di un paio di settimane anche con gli
allenamenti e poi mi devo concentrare sull’inizio della scuola e sull’ultimo anno di liceo scientifico
sperando di diplomarmi quest’anno”.
Sei da medaglia d’oro anche negli studi?
“Sono bravo ma non il più bravo. Tengo allo studio e mi piacerebbe continuare dopo il liceo, mi
piacciono le materie scientifiche e credo che all’università seguirò un percorso di laurea non
inerente allo sport. So che la vita sportiva di un atleta finisce relativamente presto, quindi voglio
crearmi con lo studio un percorso parallelo. Ho già studiato per un anno all’estero e mi piacerebbe
più avanti ripetere l’esperienza. Per i prossimi due anni sarò qui con la mia squadra, la Polha
Varese, a prepararmi per Tokyo 2020 qui a Milano con tanti altri colleghi, poi penserò all’estero…”
Come hai iniziato?
“Fin da piccolissimo, era uno dei pochi sport che potessi fare, è sempre stato un divertimento e
ancora oggi lo vivo come tale, impegnandomi, dando il massimo, ma voglio divertirmi.
Qualche anno fa ho preso una pausa, poi ho capito quanto mi mancasse e grazie al mio allenatore
che ha creduto in me, sono migliorato e ho ottenuto grandi risultati”.
Saresti stato comunque un nuotatore se non fossi stato quasi obbligato a nuotare?
“Non lo so, non mi pongo la domanda, non ho rimpianti, ho sempre vissuto serenamente il fatto di
avere una gamba più corta dell’altra… Questi ‘se’ non mi interessano, io sono Simone Barlaam e
faccio il massimo per me stesso”.
Cosa ti senti di dire ad un giovane con disabilità?
“Di non mollare e vivere il tutto con molta autoironia. Vivendo più serenamente possibile,
continuando per quanto possibile a coltivare i propri interessi, essere positivi e circondarsi di
persone che ci diano forza e che siano positive. Darsi piccoli e continui obbiettivi può aiutare
molto”. Lo salutiamo complimentandoci con lui per i successi che ci regala e per la sua disponibilità
e umiltà. Luca Cianflone
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