ABBIATEGRASSO – ProMuovi Abbiategrasso è l’associazione che aveva organizzato il primo incontro dell’8 febbraio sulla riforma sanitaria lombarda per capire qual è il futuro dell’ospedale Cantù, a cui hanno partecipato moltissimi cittadini per  avere informazioni e risposte dai consiglieri regionali Borghetti del Pd e Altitonante del PdL e dal direttore generale dei 4 ospedali del territorio Massimo Lombardo. Ora, dopo la raccolta firme, l’istituzione della Consulta e i più recenti incontri che sembrano confermare la temuta chiusura del P.S. di notte e la sua trasformazione in Punto di Primo Soccorso, lo spostamento di  altri reparti a favore di una presenza maggiore di cure geriatriche, hanno stimolato in Marco Scotti, tra i fondatori e promotori di ProMuovi Abbiategrasso, altre riflessioni e dichiarazioni che riportiamo: “Il rilancio del nostro ospedale, in questi  anni ‘dimenticato’ da politici e amministratori che sembrano accettare supinamente la perdita di Inps, Agenzia delle Entrate, lo stillicidio dell’ospedale con lo spostamento a Magenta della ginecologia, la pediatria, il trasferimento di primari come Corigliano, Comin, la mancata valorizzazione di Alessandrini, grazie a Sarro ottimo chirurgo è stata rilanciata la chirurgia al Cantù ma ora gli interventi più importanti, nonostante quattro sale operatorie tra le meglio attrezzate, bisogna farli a Magenta…e ora ci chiedono di chiudere il P.S. di notte, a questo punto dico che quella che era stata una provocazione da parte mia, durante il primo incontro in febbraio, lo ‘spostamento’ del Cantù dall’azienda ospedaliera di Legnano ad un nuovo azzonamento con Milano, diventa una richiesta vera e propria. Questo perché sembra ormai evidente che Abbiategrasso è considerata ai confini dell’impero da Legnano, una riserva indiana  e le quasi 10.000 firme raccolte possono moltiplicarsi non solo per chiedere una rivalutazione ma una rivisitazione geografica, visto che si è usato il bilancino politico per spartirsi le vecchie Asl, senza tener conto della realtà del territorio. Occorrerebbe una sensibilizzazione dei nostri politici che invece sembrano anestetizzati, per far capire che meritiamo più rispetto. La raccolta che avevamo preannunciato, poi organizzata dal Movimento per i Diritti del Malato, a cui abbiamo da subito aderito, ha dimostrato che la cittadinanza è molto sensibile a questa problematica, i 5 Stelle lo hanno capito che è importante politicamente e si stanno dando da fare. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio e non rinunciare ad essere riferimento per il territorio come fornitori di servizi”. ProMuovi Abbiategrasso pensa ad altre iniziative? “Da tempo chiediamo di invertire la tendenza e fermare la perdita di servizi, ci siamo adoperati e abbiamo ottenuto il ritorno del Giudice di Pace, dopo che abbiamo subito lo spostamento dei servizi giuridici a Pavia e il dover far riferimento  per quelli sanitari a Legnano, che vuol dire che non si è tenuto conto della distanza, del fatto che non ci sono mezzi pubblici e che se non si guida o si è anziani, il disagio è davvero grande. Dobbiamo batterci contro la chiusura del P.S. notturno, ci dicono che è per la nostra sicurezza. Dal 1910 c’è questo ospedale e c’è sempre stato un P.S. che ha funzionato anche negli ultimi anni seppur in una struttura fatiscente. Ora abbiamo una struttura nuova con attrezzature di ultima generazione, con sale apposite per la visita e la stabilizzazione di pazienti anche gravi. Non abbiamo la rianimazione, è stato miope non prevederla, ma abbiamo il rianimatore e personale infermieristico professionalmente valido. Certo, servirebbe aumentare l’organico e l’organizzazione spetta ai vertici dell’azienda ospedaliera che ora si chiama  Azienda Socio Sanitaria Territoriale, che ha autonomia nella distribuzione delle risorse all’interno dell’azienda, cioè tra i quattro ospedali e non per forza a favore più di Magenta a scapito di Abbiategrasso e del Cantù come sta succedendo. Perché se è vero che 40 anni fa Magenta si è dotata di un ospedale nuovo, è anche vero che la volontà di politici e vertici amministrativi hanno poi spostato a Magenta la ginecologia, l’otorino, la pediatria che significava qualche migliaio di accessi annui…e ora ci vengono a dire che non ci sono numeri sufficienti… ma anche il bacino di utenza e gli accorpamenti sono stati decisi da vertici regionali e aziendali che hanno per es. accorpato Corsico all’ospedale di Rho, quando da Corsico invece l’utenza viene ad Abbiategrasso, così come dai paesi limitrofi del territorio, soprattutto per il P.S. Un P.S. nuovo di 900 mq che si vuole chiudere di notte e ridimensionare di giorno, facendolo diventare un punto di primo soccorso, solo una  guardia medica ed intanto si prepara il bando milionario per un nuovo P.S. a Magenta dove ai numerosi accessi attuali si aggiungeranno i 18.000 di Abbiategrasso. Perché si vuole creare ancora più disagio agli abitanti del territorio abbiatense?  Con quali criteri si spendono altri soldi pubblici? Come abbiatensi, ma anche con tutti gli abitanti dei comuni limitrofi, come abbiamo già avuto modo di dire quando è iniziata la sperimentazione della riorganizzazione sanitaria regionale, chiediamo di rivedere le scelte che ci stanno penalizzando”. Enrica Galeazzi