ABBIATEGRASSO – L’ex Convento dell’Annunciata ha ospitato, dal 25 al 28 maggio, il Picabù Festival con un’edizione dedicata al tema dell’empatia.

Una parola magica dalla complessa interpretazione. Il calendario degli eventi del festival in questione ha tentato di spiegarne il significato argomentando temi di diversa natura. Picabù è un collettivo senza scopo di lucro. Forme creative di comunicazione sono gli strumenti di questo gruppo di persone per stimolare il pensiero abituale e stereotipato della società contemporanea verso narrazioni alternative.

Alle ore 11.30 del 27 maggio, la popolazione abbiatense ha incontrato la giornalista Ilaria Scarcella e dialogato sul tema delle mestruazioni in piena libertà di parola. “Le mie cose, quali cose?” è il titolo dell’incontro di sabato, incluso nel “Festival del Ciclo Mestruale” trasferitosi da Milano ad Abbiategrasso, per affrontare temi importanti e misconosciuti. I luoghi comuni riguardanti il ciclo mestruale sono troppi per continuare a fingere che l’ignoranza a tal riguardo debba continuare a sussistere.

La Sindrome Pre-Mestruale è un esempio di giustificazione senza fondamento per accusare le donne d’instabilità emotiva. In realtà ciò che avviene durante la SPM sono delle oscillazioni ormonali alla base degli evidenti sbalzi di umore. Il dolore provato dalla donna alla comparsa del ciclo mensile può essere crampiforme o acuto oppure sordo o continuo, in ogni caso è assolutamente reale. In questo momento particolare della vita di una donna è quindi normale avere sbalzi d’umore o comportamenti incomprensibili alle persone che si relazionano con lei.

La pubblicità delle marche più famose di assorbenti igienici approda in ogni casa da decenni. La censura tuttavia obbliga a trattare l’argomento con filtri assurdi e irreali. Negli anni ’80 si vedevano pubblicità televisive che simulavano il ciclo naturale colorandolo di blu e senza citare la parola “assorbente”. Dal 2018 la campagna pubblicitaria incoraggia le donne a vivere il ciclo mestruale senza strani pudori. Tuttavia non è ancora sufficiente per rompere il silenzio che avvolge questo naturale fenomeno che coinvolge, in maniera diretta o indiretta, tutta la popolazione.

È importante portare a conoscenza delle persone l’esistenza di assorbenti totalmente biodegradabili, riducendo così l’impatto ambientale causato dai presidi tradizionali per l’igiene intima prodotti con plastiche di vario tipo. Due esempi di ausili ecologici per la gestione del flusso mestruale sono i tamponi vaginali 100% cotone e le coppette mestruali considerate una vera e propria rivoluzione nello stile di vita. Quello dei diritti riproduttivi è un altro argomento d’importanza vitale, che dovrebbe interessare entrambi i sessi, e tuttavia poco argomentato pubblicamente.

Si tratta di quelle libertà legalizzate, relative alla salute e alla riproduzione. Questi diritti possono variare, anche di molto, secondo il Paese preso in esame. L’aborto legale e sicuro è ancora una chimera in alcune parti del globo. Dal 1978 questo intervento particolarmente delicato, sia dal punto di vista fisico sia psicologico, è regolamentato dalla Legge 194/78. Tale legge descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso di richiesta d’interruzione di gravidanza. I problemi relativi all’apparato riproduttivo possono essere molteplici per entrambi i generi sessuali. La Sindrome dell’Ovaio Policistico è uno dei problemi che una donna in età fertile può ritrovarsi a dover risolvere.

La presenza di alterazioni del ciclo mestruale, abbinate ad alterazioni endocrinologiche e metaboliche, può portare gravi conseguenze alla persona colpita se non curata adeguatamente. L’aspermia è invece uno dei molteplici problemi che un uomo potrebbe ritrovarsi nell’arco della sua esistenza.

La totale assenza di secrezione spermatica nel soggetto maschile è l’ostruzione del dotto eiaculatorio e può essere trattata chirugicamente, dopo un dialogo sincero con il proprio medico curante. Il “Festival del Ciclo Mestruale” ha lo scopo di spronare la società moderna a sciogliere i tabù che imprigionano le menti in una zona confort improduttiva, sotto tutti i punti di vista. Laura Cittar