ABBIATEGRASSO – L’ex chiesa dell’Annunciata strapiena il 13 febbraio per accogliere e ascoltare il candidato del Pd e di altre 6 liste, Giorgio Gori , dopo una giornata in visita al territorio dell’est Ticino, tappa n.83 del giro della Lombardia, 100 tappe per 32.000 km per conoscere meglio i problemi e le opportunità delle realtà territoriali per… fare meglio. Gori non ha fatto proclami, con pacatezza  ha parlato di sé e poi di come e cosa pensa di fare per governare meglio la Lombardia. Ha citato le sue esperienze lavorative di giornalista, di imprenditore, di 4 anni da sindaco a tempo pieno di Bergamo, un’esperienza definita “faticosa e gratificante” da cui è nata l’attuale candidatura e il desiderio di conoscere, “sapere quali sono i problemi e con concretezza trovare delle soluzioni. Lo slogan ‘Fare meglio’ è già un programma, il fare ovvero la concretezza dei lombardi e migliorare perché, che si possa fare meglio lo dicono anche le statistiche, la Lombardia è la 1° regione d’Italia se si confronta con le regioni più arretrate ma non è così se si confronta con altre ragioni europee. 700.000 persone sono stimate sotto la soglia della povertà, il 17% delle famiglie è a rischio povertà, il 30% dei ragazzi non ha un lavoro e 1 su 5 non studia e non lavora. Non sono qui a dire che tutto è sbagliato ma per trovare cosa possiamo fare per migliorare.  Crescita e inclusione sono possibili, un atteggiamento di solidarietà favorisce una società più forte e competitiva. Milano non è solo la Silicon Valley che Maroni ammira dal grattacielo sede della Regione, ci sono diversi quartieri e zone di degrado”. Le parole chiave per Gori sono “sviluppo e inclusione”, mette il lavoro al primo posto del suo programma e  pensa ad un grande investimento sulla formazione, per assicurare in particolare quelle competenze che le aziende richiedono, quell’istruzione tecnica superiore che è di competenza regionale. Lavoro quindi non assistenzialismo, altro tema importante la sostenibilità ambientale in una regione tra le più inquinate d’Europa con conseguenze sulla salute. Una sensibilità in aumento, uno stile di vita, una nuova rotta indicata anche dal marketing che può diventare un’opportunità economica, a Parigi si sono posti l’obiettivo tra 17 anni di non avere più mezzi pubblici inquinanti, a Bergamo dov’è sindaco, Gori ha già iniziato un percorso simile con pullman solo elettrici. Sanità e welfare, altri 2 temi importanti per Gori che ha ricordato che il 70% del budget regionale viene speso per la sanità, sia per ospedali pubblici che privati che spesso però sono maggiormente finanziati, la riforma sulla cronicità Gori la baserebbe più sui medici di famiglia e svilupperebbe maggiormente l’assistenza domiciliare.  Alle domande poste da cittadini presenti in sala o ripresi in video sul territorio, il candidato Gori ha risposto affrontando altri argomenti: agricoltura, mobilità, inquinamento, trasporto pubblico e nelle conclusioni oltre alla linea ferroviaria Mi-Mo, ha parlato anche dei migranti, sulla cui gestione è critico così come sulla strumentalizzazione della paura a fini elettorali. Un no fermo al degrado e all’illegalità ma anche un invito a non dimenticare gli italiani che, a migliaia, “abbiamo distribuito per il mondo, non perché scappavano da una guerra ma dalla miseria. Per chi arriva per vie legali occorrono corsi di italiano, far loro imparare un lavoro, lavori artigianali o quelli che gli italiani non vogliono più fare, perché se insegnamo loro i nostri valori, la lingua e un lavoro, difendiamo anche i nostri concittadini”. Un lungo, caloroso applauso ha concluso la serata dedicata a Giorgio Gori. E.G.