ABBIATEGRASSO – Idee che si concretizzano, non idee qualsiasi, ma per il rilancio sociale, economico, salutistico della città di Abbiategrasso. Quando un’idea viene studiata, progettata e poi realizzata tutto diventa più concreto, più tangibile. La soddisfazione di vedere quella cosa che esiste, respira ed è riconosciuta può avere un’incredibile forza, soprattutto quando si è giovani. Sensazioni che conoscono bene gli studenti del Lombardini e del Bachelet che, grazie al Premio Italo Agnelli nel 2018 (e ora anche 2019), hanno partecipato al percorso “Riprogettiamo Abbiategrasso” grazie al quale sono arrivati a creare davvero.
Dal costruire un prodotto al mettere in piedi un’azienda reale; dal condurre analisi statistiche riguardanti la città e il suo comparto commerciale alle ricerche sul campo per capire meglio il territorio. E ora arrivano i primi risultati concreti che, per la classe quarta del Lombardini, hanno preso ispirazione dal “root bench”, ovvero una panchina di grosse dimensioni ideata a Seul per riqualificare un parco urbano. L’idea sarebbe quella di posizionarla presso il parco di Villa Sanchioli o nell’area verde dell’Allea per dare un nuovo volto a due aree di Abbiategrasso che sono poco vissute. Il progetto è stato poi presentato all’amministrazione Comunale. “Noi di ConfCommercio abbiamo radunato un gruppo di uditori strategici tra cui il sindaco, assessore all’ambiente Cristina Cattaneo e imprenditori che potessero supportare il progetto a livello tecnico – ci racconta Brunella Agnelli di ConfCommercio- abbiamo coinvolto Mario Scotti di A. U. Esse s.r.l di Albairate che fa produzione di contenitori per la raccolta differenziata e Elisabetta Strada dell’azienda “Strada”, in loro presenza i ragazzi hanno esposto le opinioni relative ai luoghi più idonei. Per i ragazzi l’ideale sarebbe inserire l’installazione in Villa Sanchioli per rilanciare lo spazio pubblico e, considerate le chiusure notturne, potrebbe fungere da protezione dai vandalismi. Ma anche l’Allea potrebbe essere una soluzione: il perfetto biglietto da visita della città per le persone che arrivano dalla stazione“. Sarebbe previsto anche l’utilizzo di un’illuminazione serale alimentata dai pannelli solari che renderebbe ancora più suggestivo il progetto. L’amministrazione comunale ha accolto con entusiasmo l’idea del root bench che però, dovrà trovare dei finanziamenti esterni alla macchina comunale. Si procederà, quindi, nei prossimi mesi a valutare tutte le cognizioni di causa: dalla sicurezza, ai finanziamenti, le imprese a cui fare capo per capire le fasi evolutive del progetto. Intanto il passaggio di testimone è passato dalle classi quinte alle terze del Lombardini. I ragazzi dovranno riprendere e credere nel root bench che, se realizzato, potrebbe potenziare la vocazione turistica di Abbiategrasso. La seconda idea che ha avuto un risvolto concreto è stata la creazione di un prodotto il “Profumo di Abbiategrasso” della 4°C del Bachelet. La classe si è trasformata in una vera e propria azienda con il titolo di FCare, e così presentata sul loro sito web “FCare JA è un’impresa eco-friendly, attenta alla sostenibilità e alla tutela ambientale, che idea e mette in commercio soluzioni che possano conciliare la preservazione dei paesaggi urbani e naturali con la valorizzazione delle componenti commerciali delle realtà in cui opera”. Fin da subito gli studenti del Bachelet si sono messi in gioco per analizzare statistiche, dati scientifici e arrivare a produrre qualcosa di mai visto sul nostro territorio. “Dai dati che sono stati raccolti è emerso che in molti frequentano Abbiategrasso alla ricerca di occasioni di benessere presso saloni di bellezza, estetisti e parrucchieri. Gli studenti però si sono resi conto che mancasse qualcosa di veramente identificativo del territorio – continua il segretario di ConfCommercio. I dati più interessanti sono relativi ai prodotti olistici, infatti, secondo una ricerca condotta dalla Rockefeller University di New York e pubblicata su Science: le persone possono ricordare il 35% di quanto annusano, rispetto al 5% di ciò che vedono, il 2% di ciò che sentono e l’1% di quello che toccano. Un profumo viene riconosciuto in modo nitido dal 65% dei consumatori a distanza di un anno, mentre per le foto non si va oltre il 50%. L’olfatto è l’unico tra i cinque sensi che va direttamente al cervello“. A questo punto i ragazzi hanno pensato bene di ideare un profumo che prendesse ispirazione diretta dai fiori e dalle piante della nostra città. Così, aiutati dalla Maison Atelier Fragranze Milano, hanno concepito un prodotto usufruibile in diversi modi: dal profumo per ambiente a quello corporeo e presentato con successo alla competizione di JA Italia. “Un’occasione unica per i ragazzi che si sono confrontati con realtà più grandi mettendosi in gioco in prima persona” conclude Brunella. Non ci resta che augurare un in bocca al lupo a tutti i ragazzi di terza e quarta che ora dovranno prendere le redini e mantenere, se non migliorare, idee veramente efficaci per la nostra Abbiategrasso. e ringraziare anche ConfCommercio sempre attenta alle esigenze della città, ora si dedica a pieno titolo anche per i giovani, nonché futuro di Abbiategrasso.
Ilaria Scarcella
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