ABBIATEGRASSO – E’ ora appurato che anche nelle campagne di Abbiategrasso sono stati sparsi come fertilizzanti i fanghi tossici dell’azienda bresciana WTE che invece di depurare i rifiuti tossici li vendeva, rendendoli appetibili con benefit quali lo spargimento e l’aratura gratuita. Vantaggi a cui, da quello che trapela dall’inchiesta in corso, era difficile rinunciare ma gli agricoltori che hanno accettato, purtroppo hanno avvelenato i propri terreni con metalli pesanti e altre sostanze cancerogene. A Bareggio, dalle indagini è emerso che i fanghi sono stati usati in campi con coltivazioni bio da cui, secondo quanto riferito da organi di stampa, proviene la farina utilizzata in paese per panificare. E ad Abbiategrasso? Gli abbiatensi sono in allarme e poiché il sindaco è il primo responsabile della salute dei suoi concittadini, chiedono di sapere quali coltivazioni possono essere contaminate, se farine di mais o riso per esempio e chi li ha usate. Abbiamo chiesto informazioni al sindaco Nai. Lo abbiamo interpellato, ecco quanto ci ha detto: “Nei giorni scorsi i Carabinieri forestali di Brescia da cui è partita l’indagine hanno comunicato a tutti i Comuni coinvolti un elenco di aziende agricole che risultano aver utilizzato i fanghi contaminati. Ad Abbiategrasso risulta che un’azienda ne ha fatto uso tra il 2018 e il 2019. Ora deve intervenire Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) per stabilire in che quantità e quali terreni risultano inquinati. Per ora è indagata solo l’azienda bresciana WTE, non gli agricoltori. I proprietari dei terreni per ora non sono ritenuti responsabili ma parte lesa, si valuterà se sarà necessario bonificare i terreni. All’azienda incriminata sono state requisite risorse che potrebbero essere utilizzate per contribuire a pagare il costo di necessarie bonifiche. Per ora non è stato possibile verificare l’entità della pericolosità e dei danni”. E.G.
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