Il viaggio di alcuni amici dall’Italia per visitare i francescani della capitale siriana. L’oratorio estivo con 800 bambini, il cibo gratis per 3mila famiglie, la scuola per sordomuti. “Qui resiste una fede vera che risponde ai bisogni della vita”. 27.07.2017. Con don Luciano, don Andrea, Paolo, Matteo, Angelo in una afosa giornata di luglio alla scoperta della Siria. Da Malpensa ad Atene, da Atene a Beirut. Poi in macchina si va verso la Siria. Arrivati in frontiera la sosta per i controlli è lunga, circa due ore. Il Paese sembra disabitato, il paesaggio desolante. Colpisce il volto impaurito di un ragazzo, immagine di un popolo segnato dalla guerra. Il viaggio è lungo, da Beirut si parte alle due di notte e si percorrono le strade, spesso interrotte, controllate dall’esercito di Assad. Si arriva ad Aleppo alle 11, mezzogiorno ora locale. Quando la città comincia a mostrare la sua attuale forma è un colpo da ko. Inimmaginabile quello che oggi si vede: una città distrutta, spettrale. Man mano che ci si avvicina al centro si inizia a vedere la vita che prende forma. Vita che si mostra in tutto il suo splendore quando si arriva nella parrocchia latino cattolica di San Francesco d’Assisi, dove operano i frati francescani tra cui padre Ibrahim Alsabagh.
Qui ad accoglierci sono le grida dei bambini dell’oratorio feriale e il movimento di tanti volontari impegnati nelle diverse attività. Troviamo il sorriso di padre Ibrahim, che le sventure della guerra non hanno né spento né ridotto. Anzi, oggi è quanto mai intenso e aperto. Siamo accolti con tanta tenerezza e cordialità, padre Ibrahim è un fiume in piena e ci racconta tutto: i drammi della guerra, la corruzione, la divisione del Paese, dove vi sono zone nelle quali ancora si combatte… Ma in tutto questo, una certezza di ricostruzione positiva c’è: è la presenza della Chiesa, che sa condividere e assumersi ogni bisogno. Rimaniamo colpiti perché vediamo con i nostri occhi quello che la Chiesa fa ad Aleppo.
Appena arrivati ci eravamo imbattuti nell’oratorio ferialeottocento bambini che nel periodo estivo sono tenuti insieme da tanti giovani volontari in modo appassionante. Dopo un pasto ben curato, assistiamo alla distribuzione dei pacchi alimentari per la comunità armena. I volontari ci mostrano che cosa contiene ciascun pacco, che deve garantire a ogni famiglia il cibo per un mese (sono 3.000 le famiglie che vengono aiutate mensilmente gratuitamente). Al pomeriggio, nel quartiere di Ram, visitiamo una scuola per sordomuti realizzata e condotta dai frati. Tre esempi di una presenza variegata, capace di cogliere il bisogno, verificando come la fede può rispondervi. Ascoltando il racconto padre Ibrahim mi è parso chiaro che il miracolo ad Aleppo non sia innanzitutto che sia qualcuno in grado di risolvere i problemi, ma che resista una fede viva che risponde i bisogni della vita. Una fede incontrabile nei volti dei cristiani, nei quali vibra la carità di Cristo. È questa carità ad operare, è questa carità che, ad Aleppo, oggi abbraccia tutti, dando la speranza di ricostruire e meglio ciò che la guerra ha distrutto. Gianni Mereghetti, Abbiategrasso