ABBIATEGRASSO – Il Consiglio comunale convocato alle 20 di mercoledì 2 marzo è stato sciolto poco dopo l’apertura, nonostante ben 14 punti all’ordine del giorno, per mancanza del numero legale. Erano presenti 6 consiglieri di minoranza, solo 5 di maggioranza, mancavano infatti Andrea Sfondrini (Pd) unico giustificato per malattia, Angelo Ceretti, Sergio Buzzi di ‘Vivere Abbiategrasso’ e Stefano Balzarotti di ‘Per Abbiategrasso’, le due liste civiche che con il Pd compongono la maggioranza dell’amministrazione Arrara. Dopo l’appello, il consigliere Albini (Pd) ha chiesto di fare “una comunicazione istituzionale” aggiornando sui risultati di un incontro tra rappresentati del Parco del Ticino e l’assessore regionale all’ambiente e agricoltura su due temi: il livello dell’acqua del Ticino da riportare a 1,5 m e il monitoraggio del canale scolmatore. Lovotti e Nicoli avevano appena chiesto di usufruire dei primi 5 minuti, tutto sembrava procedere come al solito quando Finiguerra (Cambiamo Abbiategrasso) dopo breve consultazione e scambi di occhiate con gli altri consiglieri di minoranza ha dichiarato: “Questa sera non c’è più una maggioranza, abbandoniamo il Consiglio comunale”, subito dopo Gornati (PdL) ha confermato: “L’unico assente giustificato è Sfondrini, per gli altri è inequivocabile che si tratta di una scelta precisa. Questo Consiglio non può avere luogo perché non è garantita la maggioranza”. Nicoli (Officina) gli ha fatto eco: “Anche il nostro gruppo abbandona”. Mentre la minoranza si alzava e si apprestava a lasciare l’aula, Ranzani (Pd) ha tentato un ultimo accorato appello: “Il senso di responsabilità dice che non bisogna considerare la situazione, non è una mancanza di responsabilità della maggioranza ma di una parte della maggioranza”. Quando i gruppi di minoranza sono usciti dall’aula, sindaco, assessori e consiglieri Pd in fibrillazione si riunivano nel retro della sala consiliare mentre si coglieva qualche commento poco lusinghiero nei confronti dei tre consiglieri ‘assenti’. Il capogruppo Pd Ranzani, interpellato dalla stampa, annunciava un’urgente convocazione dei capigruppo e dava appuntamento telefonico alle 7.30 dell’indomani per una prima dichiarazione ufficiale. Ore 7.30 di giovedì 3 marzo, Ranzani risponde: “Parlo a nome del mio gruppo, riteniamo che sia stata un’azione grave perché non c’erano i presupposti, ci eravamo confrontati in un momento precedente, sicuramente ci saranno delle conseguenze. Come Pd continuiamo con l’amministrazione per portare avanti i programmi in atto, investimenti e cose importanti. Chiediamo a tutti un senso di responsabilità. Convocheremo nei prossimi giorni una conferenza stampa”. Alla domanda “A quali conseguenze vi riferite?” Risponde: “Daremo un resoconto dopo l’incontro…”. E alla domanda sui numeri utili per formare una maggioranza, Ranzani afferma: “La maggioranza è quella indicata dagli elettori, non vogliamo stampelle”. Enrica Galeazzi