ABBIATEGRASSO – I conti non tornano o per lo meno tornano solo a favore del cuoco, questo è quanto si è accertato durante l’ultimo Consiglio comunale quando il sindaco Nai ha risposto all’interrogazione presentata da Domenico Finiguerra (Cambiamo Abbiategrasso), prevista già nel consiglio del 30 novembre e slittata al 19 dicembre, proposta subito dopo la notizia che l’organizzazione di Cracco ha negato l’uso della cucina installata all’Annunciata, per la cena di beneficenza pro Anffas che quattro suoi colleghi superstellati hanno cucinato gratuitamente. Notizia che aveva ulteriormente frustrato gli abbiatensi che non hanno letteralmente mai digerito vari bocconi “cucinati” dall’Amministrazione precedente con Cracco. Il cuoco infatti dopo aver ottenuto gratuitamente l’uso gratuito, per quasi 3 anni, dell’Annunciata, non si è degnato neanche di nominare Abbiategrasso quando ci si aspettava almeno un ritorno d’immagine dalla sua popolarità. L’interrogazione di Finiguerra era articolata in 10 domande con cui chiedere conto della convenzione stipulata prima di Expo 2015 dal Comune con l’associazione Maestro Martino e la società Freedot srl che fanno capo a Cracco. Finiguerra ha chiesto quanto ha dato Cracco e quanto ha ricevuto, se nei quasi 3 anni di occupazione dell’Annunciata sono stati fatti lavori di manutenzione, ecc. Il sindaco ha risposto che “la convenzione è scaduta il 15 ottobre scorso ed è stata temporaneamente prolungata. Il 9 novembre l’ass. Maestro Martino ha chiesto di rimanere, si era ipotizzata una collaborazione per Abbiategusto che non si è concretizzata. Al Comune la società di Cracco non ha versato nulla per le utenze avendo installato un proprio contatore elettrico per cucinare. Cos’è stato corrisposto dal Comune a Cracco? Nel 2015 alla società Freedot 10.980 euro + Iva per il catering dell’assemblea delle Cittaslow e nel 2016 per la fiera agricola 10.000 euro e la comunicazione per Abbiategusto 30.000 euro + iva”. Quindi 48.000 euro per le fiere dello scorso anno, come avevamo già pubblicato il mese scorso suscitando polemiche di colleghi vicini ai referenti di Cracco, cifra ora ufficilamente confermata dagli uffici comunali. Il sindaco Nai ha anche riferito come sono andate le cose quest’anno per quanto riguarda Abbiategusto, confermando che la trattativa con gli emissari di Cracco non è andata in porto “perché rispetto alla cifra complessiva a disposizione per l’iniziativa, la richiesta era assolutamente al di fuori delle possibilità”. Per quanto riguarda il non aver concesso l’uso della cucina, il sindaco ha detto: “Non ha dato la cucina perché non c’era la convenzione…”. Chiamato infine a rispondere alla domanda su quali sono le intenzioni della Giunta in ordine alla concessione e gestione dell’Annunciata, il sindaco ha dichiarato: “E’ difficile dare un giudizio dopo circa 3 anni di permanenza di Cracco nello stabile, è quasi impossibile fare una valutazione economica, certo il giudizio non può essere molto positivo, ci confronteremo e approfondiremo”. Finiguerra, chiamato com’è prassi a dire se si dichiarava soddisfatto delle risposte, ha esordito con “Non sono un ciula”, una citazione di quanto dichiarato ai microfoni dell’Eco dallo stesso Cracco nel 2015, quando ha dubitato che lo fossero gli abbiatensi. Come un fiume in piena, Finiguerra ha risposto di aver sempre diffidato dell’operazione Cracco, dal bando fatto su misura, all’affitto gratis per un complesso costato alla collettività 11 milioni di euro di restauro per scoprire oggi che, contrariamente a quanto dichiarato da un ex consigliere Pd, neanche il catering era stato offerto da Cracco, e solo ora si viene a sapere che fu pagato 10.980 euro più Iva e che Cracco non ha pagato nulla. Finiguerra ha detto di non credere alle ‘ragioni’ per cui non ha concesso la cucina e infine ha chiesto di discutere una mozione, scritta di getto al momento, perché il Consiglio comunale dica cosa vuol fare con Cracco e cosa intende fare dell’Annunciata. Vista l’ora tarda, era l’una passata e c’erano altri 6 punti da affrontare, Finiguerra ha accettato di rimandare la mozione al primo Consiglio del 2018. Intanto l’aula affollata e il Consiglio seguito anche in streaming han fatto sì che se ne parlasse molto, dai social ai quotidiani risulta che nessuno scommette più sulla permanenza di Cracco all’Annunciata, il confronto sull’affitto di un milione e 200mila euro che paga per lo spazio del suo nuovo ristorante in galleria a Milano stride con il pagamento zero del complesso quattrocentesco dell’Annunciata. Molti lo invitano a fare i bagagli, anzi c’è chi propone “di tenerci o vendere la sua attrezzatura da cuoco che ora occupa spazi abusivamente. Dimostriamogli una volta per tutte che ‘non siamo ciula’”. E.G.