ABBIATEGRASSO – La Consulta per l’ospedale è tornata a riunirsi martedì 8 gennaio. Nai, sindaco e presidente della stessa, ha aperto i lavori con alcune considerazioni sulla mobilitazione in piazza del 16 dicembre, che ha definito: “Un’iniziativa con un buon successo perché riportata in modo ampio anche da Rai 3 a cui è seguita la novità inaspettata di un nuovo Direttore Generale, in quanto veniva data per scontata la conferma di Lombardo. Oggi sono stato contattato dalla segreteria del nuovo Dg Odinolfi che intende incontrare tutti i sindaci”. A questo punto però più di un membro della Consulta ricordando che,  durante la precedente Consulta,  era stato condiviso e dato mandato a Nai di chiedere un incontro, ancora più motivato dalla nomina di un nuovo Dg, inoltrando la lettera che il presidente dei sindaci Marelli aveva preparato e condiviso con Nai che, in qualità di presidente della Consulta, l’avrebbe dovuta inviare da tempo. Grande stupore quindi, da parte di tutti, nello scoprire che invece non era stata inviata. Nai ha spiegato: “Non l’ho fatto perché la mia sensibilità mi suggerisce di fare dei piccoli passi, di incontrarlo personalmente…” La sua spiegazione però non ha soddisfatto la maggior parte dei presenti in quanto, è stato ricordato che più che a piccoli passi, a passo spedito si sta continuando a ridimensionare l’ospedale Cantù. Diversi reparti hanno chiuso per ferie in estate, fanno la settimana corta, chirurgia e ortopedia chiuse dal 28/12 al 7/1 per “vacanze invernali”. Da più parte si borbottava questo e altro, il cons.Finiguerra ha detto: “Il sindaco se vuole incontrare personalmente il D.G. lo può ovviamente fare ma si trattava di chiedere un incontro deciso comunemente non capisco perché la lettera non è stata spedita”. Nai è stato invitato a condividere il testo della lettera che teneva nel cassetto. Dopo la lettura del testo con cui i sindaci e la Consulta chiedono in particolare di partecipare alla stesura del Poas, che programmma funzioni e servizi di ogni ospedale (una partecipazione per altro richiesta dalla stessa legge regionale 23 e in passato disattesa), è stato chiesto a Nai di spedirla il giorno seguente via Pec, quindi con ricevimento immediato. E’ stata poi richiamata la manifestazione annunciata in piazza, da tenere a Milano, davanti al palazzo della Regione con sindaci e cittadini per avere visibilità mediatica, per fare pressione, perché finalmente i politici in Regione rispondano ai bisogni del territorio. A chi, come il segretario della sezione locale della Lega, Giovanni Marroccoli, chiedeva come il sindaco, prima altri passi e spingeva  per  “il dialogo”, ha risposto la cons. De Angeli del M5S: “Non esiste che la Regione dopo 2 mesi non risponda, io invito a fare azioni e a dare segnali forti.  Diciamoglielo: o ci ascoltate o i 15 sindaci vengono e lasciano le loro fasce e si dimettono tutte le amministrazioni comunali. Io sono in contatto continuo con il Ministero e con i rappresentanti 5 Stelle in Regione, se capisco che mi han presa in giro, li lascio…” Il cons. Finiguerra della lista civica “Cambiamo Abbiategrasso” ha invitato di nuovo tutti coloro che hanno rappresentanti di partiti in Regione a chiedere di preparare e condividere una mozione che riporti la discussione sull’ospedale Cantù in Consiglio regionale. Il presidente dei sindaci Marelli ha proposto di organizzare la mobilitazione in occasione di un Consiglio regionale, quando sono presenti tutti i consiglieri, il momento quindi più adatto. Ha aggiunto di ritenere opportuno chiedere un’audizione anche alla Commissione Sanità che, dopo l’elezione della nuova giunta regionale, è composta per la maggior parte da persone nuove da informare. Il dott. Ceretti ha invitato a sottolineare il potenziale del Cantù tutt’altro che valorizzato e i bisogni non soddisfatti degli utenti , Finiguerra ha aggiunto “le lunghe liste d’attesa per qualsiasi esame”. Importante la testimonianza di Davide Bertani, che rappresenta in Consulta la Croce Azzurra, che ha riportato tempi d’attesa e disagi dovuti al sovraffollamento del P.S. di Magenta, per cui i pazienti devono essere portati in ospedali milanesi, perdendo molto tempo. Problemi che si ripetono frequentemente anche di giorno, ha infatti citato un fatto recente capitato a mezzogiorno, quando l’ambulanza , inviata dal 118 a Magenta, ha atteso un’ora e 40 minuti prima di sbarellare e poter tornare disponibile. E’ evidente che  la “riorganizzazione” in atto, che si è rivelata una disorganizzazione, va rivista. Abbiamo invitato il vicepresidente Bertani a portare la sua testimonianza in una videointervista in diretta all’Eco della Città. E.G.