ABBIATEGRASSO – Si continua a parlare della riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Abbiategrasso nelle ore notturne. I riflettori si sono riaccesi grazie alla mozione presentata dal Consigliere Regionale e coordinatore di Forza Italia a Milano, Fabio Altitonante, che dopo un lungo dibattito in Consiglio sarà discussa in Commissione Sanità. E’ bene chiarire che, esaminando i dati, un’area estesa come quella del Magentino-Abbiatense, che conta più di 200 mila abitanti e si estende su una superficie superiore a 360 kmq, consente la presenza di un DEA (dipartimento di emergenza e accettazione) di I livello quale è l’ospedale di Magenta e di un Pronto Soccorso di base, come quello di Abbiategrasso, per la stabilizzazione e l’invio a Magenta dei pazienti più gravi. Occorre ricordare anche che l’Abbiatense, da solo, copre un’area di circa 207 kmq e comprende 15 Comuni dove vivono più di 81 mila persone. Il presidio ospedaliero di Abbiategrasso è dotato delle specialità di base di medicina interna, chirurgia generale, ortopedia, anestesia e servizi di supporto di radiologia, laboratorio ed emoteca. È un presidio ospedaliero di base. Ad Abbiategrasso, inoltre, c’è un servizio di cardiologia. Sia pure ai livelli minimi, circa 19 mila accessi, per il riconoscimento di un Pronto Soccorso, secondo la legge, Abbiategrasso è un punto di riferimento per la popolazione del territorio. Nel caso specifico, un’organizzazione di rete integrata clinico assistenziale tra Abbiategrasso, Magenta e Legnano può garantire una corretta presa in carico. E’ possibile, inoltre, rafforzare la messa in rete dei tre ospedali con le tecnologie attuali, ad esempio la telemedicina. Ne parliamo direttamente con Fabio Altitonante. Perché allora si è deciso di chiudere il Pronto Soccorso nelle ore notturne? “È solo un problema di soldi. – sintetizza Altitonante – Ma è assurdo se pensiamo che il budget della Sanità lombarda è di circa 18 miliardi di euro all’anno. Consideriamo che per la Città della Salute la Regione spenderà circa 360 milioni di euro. Un investimento giusto nell’ottica di creare un centro super avanzato, ma ad Abbiategrasso si tratta semplicemente di trovare 5-600 mila euro per il turno di notte di medici e infermieri”. Qualcuno cerca di puntare il dito sul fattore “sicurezza”. “Non ha senso. Di giorno è sicuro e la notte no? (Sorride) Certo che se la notte non ci sono medici e infermieri diventa insicuro, come un’auto senza pilota”. Ci sono in Lombardia ospedali con il Pronto Soccorso simili ad Abbiategrasso? “Diversi e anche con numeri inferiori, ad esempio, Tradate, Angera, Codogno, Casalmaggiore, Asola, Montichiari, Manerbio, Luino, Cittiglio, Menaggio, tutti rigorosamente aperti h24. Addirittura a Morbegno, che non è neanche un Pronto Soccorso e gli interventi chirurgici siano ZERO, c’è un Punto di Primo Intervento aperto h24. Ultimo esempio. Sesto San Giovanni. Nessuno si è mai sognato di chiuderlo di notte, anche se dista 15 minuti dal Pronto Soccorso di Niguarda e 5 minuti (SÌ 5 MINUTI) da quello di Cinisello Balsamo. Senza considerare il Pronto Soccorso della struttura privata accreditata Multimedica (a 3 minuti)”.

Quindi Abbiategrasso è l’unico grande Comune lombardo in cui il Pronto Soccorso chiude la notte? “Sì, e i cittadini di Abbiategrasso meritano di più”. Chiusura o riapertura del Pronto Soccorso. Scelta politica? “La riapertura è una scelta per i cittadini. Qui si misura lo spessore di una classe dirigente, che dopo un errore deve sapersi correggere. Qualcuno forse dimentica che l’apertura può fare la differenza tra la vita e la morte”. E.G.