ABBIATEGRASSO – Nelle scorse settimane sui quotidiani nazionali e in Tv è scoppiata la

polemica sui canti di Natale, dopo che in un istituto scolastico di Rozzano il preside ha proibito di

insegnare canti di Natale per non urtare la sensibilità di bambini di altre religioni. Anche

Abbiategrasso ha avuto la sua piccola polemica, scoppiata anche qui in una scuola, la primaria di

viale Serafino dell’Uomo, attaccata da Marcantonio Tagliabue, esponente della Lega Nord di

Abbiategrasso, che ha inviato ai giornali una lettera in cui critica: “Come tutti gli anni sotto le

festività del Santo Natale, nei plessi scolastici della nostra città assistiamo a varie rappresentazioni

che, con canti, poesie o teatrini vogliono celebrare il Santo Natale, ricorrenza per la nostra religione

molto importante. Quest’anno nel plesso scolastico Umberto e Margherita si Savoia qualcosa è

cambiato, il nuovo preside sig. Ciocca e la commissione scolastica hanno deciso di sostituire le

solite canzoni o poesie inserite nello spettacolo natalizio dedicate alla Nascita di nostro Signore con

canzoni o poesie multietniche che, se pur parlano di pace, non sono dedicate esclusivamente alla

nostra religione e alla Nascita di Gesù Bambino come da nostra tradizione. Tutto questo avviene

(nel nome di un ‘falso buonismo’) perché un preside ritiene offensive tali canzoni nei confronti di

chi professa un’altra religione, mentre una canzone (una stella a Betlemme) scritta da Najmun

Fibayti Lahm non è offensiva nei confronti di un CRISTIANO. Ora io chiedo al sig. Hamid

Mouslih (responsabile del centro culturale islamico A-Rahma) o ad altri responsabili del Co.re.is.

(comunità religiosa islamica Italiana) se durante le loro salat (preghiere) o shahada (testimonianze

di fede) sono disposti a pregare Gesù Cristo, Geova o Yahweh; io non credo proprio, eppure tutto

ciò al sottoscritto non reca nessun fastidio, ma è possibile che un Cristiano debba subire affronti di

questo tipo nel nome di un’integrazione al contrario? Non sono forse loro ad abitare a casa nostra?

Non sono forse loro che si devono integrare nella nostra civiltà, imparare la nostra lingua e

conoscere le nostre tradizioni? Egregio sig. Ciocca, io ritengo che comportandosi in questo modo,

lei alimenta ulteriormente le divisioni tra italiani di fede Cristiana e gli stranieri di altre religioni,

non è in questa maniera che si integrano le persone nella nostra comunità, il rispetto delle nostre

leggi, usanze e tradizioni devono essere portate ad esempio proprio dalle autorità (scolastiche) che

lei rappresenta. Allego un piccolo stralcio della canzone sopracitata: ‘Ma se guardo il cielo / Quella

stella splende d’amore / Sempre di più splende lassù / Salam Salam o mia città / Salam Salam la

mia realtà / Salam Salam io ti amerò / Salam Salam ritornerò’”, conclude Tagliabue. La lettera ha

suscitato polemiche, hanno risposto il consigliere comunale Domenico Finiguerra e le insegnanti

della scuola elementari