ABBIATEGRASSO – Era il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, dell’Anno Santo 1975 quando Papa Paolo VI°, ora beato, a Roma in piazza San Pietro imponeva le mani sulla testa di Padre Giovanbattista Almini ordinandolo sacerdote. Padre Almini è un abbiatense doc, conosciutissimo in città, anche per l’attività che i genitori svolgevano. Poi quando il Signore lo chiama, entra nella comunità dei padri Somaschi, dove a Roma studia e si prepara al sacerdozio. Dopo alcuni anni passati a Roma e poi a Como, rientra nella sua città dove da quasi 35 anni, svolge la sua missione sacerdotale presso la chiesa di San Carlo dell’Istituto Golgi (Pia Casa), prima a tempo pieno, ora, ancora attivo, ha dovuto ridurre il suo ministero perché costretto in carrozzina per l’amputazione della parte inferiore delle gambe. Così ora condivide ancora di più la condizione di tanti ospiti dell’Istituto a cui lui per tanti anni ha dedicato tempo e attenzione, ascoltando e consolando gli ammalati e i loro parenti perchè attento e sensibile anche alle situazioni famigliari di tutti. Rispettoso dei ruoli di ciascuno, sapeva sempre ascoltare e chiedere consiglio, discreto e molto attento nel chiedere collaborazione per sostenere le attività religiose e spirituali per gli ammalati. E’ sempre stato di poche parole, e queste nascevano dalla sua esperienza concreta e spirituale, per questo arrivavano sempre nel cuore della gente, convinto che il Signore salva le persone e non il sacerdote che ne è solo lo strumento. I volontari del’A.V.O. (Associazione Volontari ospedalieri) di Abbiategrasso si stringono a lui in questa importante ricorrenza, riconoscenti per il sostegno sempre avuto fin dall’inizio insieme al compianto don Francesco Ciceri. Sappiamo che quando leggerà queste poche righe si arrabbierà perché è sempre stato schivo e mai di prima fila, anche se spesso in molte circostanze ere lui il protagonista di tante attività e celebrazioni (appassionato della liturgia e del bel canto), aprendo alla popolazione abbiatense la partecipazione alla liturgia accanto agli ospiti dell’Istituto. Ma non si può parlare bene di una persona solo quando manca dove, normalmente, diventano tutti bravi e santi. Quindi carissimo Padre, accetta questi nostri AUGURI più sinceri e affettuosi, sapendo che questo è condiviso da tante persone abbiatensi e non, che in questi anni hanno trovato e trovano tuttora in te un sostegno per il cammino umano e spirituale della loro vita.
Il tema scelto allora da Paolo VI° per l’Anno Santo era “ogni uomo è mio fratello” sia ancora oggi un richiamo e stile di vita per te, per noi e per ogni uomo e donna di buona volontà.
GRAZIE PADRE ALMINI! I Volontari A.V.O. di Abbiategrasso