ABBIATEGRASSO – Non avendo esaurito tutti i punti previsti la sera prima quando il bilancio preventivo è stato votato dopo l’una di notte, gli altri 3 argomenti in elenco sono stati affrontati dalle 19 del giorno dopo, mercoledì 1° giugno. Ultimo punto, rinviato dal Consiglio precedente, la “Mozione di sfiducia nei confronti degli Amministratori di Amaga spa”, presentata dai gruppi consiliari Cambiamo Abbiategrasso e PdL. Ma prima ancora che la mozione venisse letta e spiegatadai presentatari, il presidente del consiglio Matarazzo, invocando il regolamento comunale, ha chiesto al pubblico di lasciare l’aula perché la mozione si sarebbe dovuta discutere a porte chiuse. Dal pubblico si sono levate subito forti proteste, “vergognatevi” ha gridato qualcuno, “da qui non mi muovo – hanno detto altri – chiamate pure i carabinieri”, mentre Finiguerra rivolgendosi a Matarazzo ricordava che “si discute dei ministri in parlamento e noi qui non possiamo discutere di chi amministra un’azienda pubblica, di proprietà di tutti i cittadini, solo perché nel dibattito ci potrebbero essere apprezzamenti su demeriti o capacità nel gestire i servizi di Amaga? Perché non possiamo parlare pubblicamente di amministratori che i cittadini pagano con i loro soldi?”. Toni sempre più accesi mentre lo streaming veniva spento e Matarazzo ripeteva che bisognava attenersi all’art. 40, il Pd tramite Ranzani rispondeva alle accuse: “Non vogliamo nasconderci dietro a niente, ricordiamoci però che se discutiamo pubblicamente siamo in deroga al regolamento”. Intanto quasi nessuno dei consiglieri e assessori sedeva al suo posto, si inveiva e rispondeva al pubblico o agli avversari politici, una bagarre ingovernabile, da chi aveva seguito da casa il Consiglio in streaming arrivavano telefonate allarmate ai presenti, qualcuno ha inforcato la bicicletta e ha raggiunto l’aula consiliare per assistere di persona e gridare il suo disappunto. La segretaria comunale, interpellata quale garante, ha risposto che l’interpretazione letterale della norma che il Consiglio stesso si era data vorrebbe la seduta segreta ma il Consiglio comunale può scegliere cosa fare, visto che si tratta di soggetti con una funzione pubblica. Se poi le persone si sentiranno lese potranno impugnare l’atto ha avvertito Matarazzo a cui Finiguerra ha risposto: “Non si tratta di un dipendente ma di un organo amministrativo, avete letto male la mozione”. Ma Matarazzo ha insistito che la mozione si dovesse “discutere in forma segreta in cui senza verbalizzazione scritta è però possibile che ognuno dica liberamente tutto ciò che pensa, o si fa così o lascio il posto al vicepresidente Gornati”. E’ seguito l’ennesimo scontro con Finiguerra, che chiedeva venisse messo in votazione del Consiglio il passaggio in seduta segreta, sull’interpretazione dei commi 1 e 2 del regolamento, Albini (Pd) è intervenuto a sua volta per dire che “ognuno interpreta come vuole, vorrà dire che se non esce il pubblico usciranno i consiglieri”. Dopo altri alterchi, Matarazzo ha ribadito la sua posizione, ha lasciato il posto a Gornati, ha salutato e se n’è andato. Gornati a sua volta ha fatto le stesse richieste al Segretario comunale e, ottenute le stesse risposte di poco prima, ha dichiarato: “A nome del PdL, ritiro la mozione che non può essere discussa pubblicamente, pensiamo di ripresentarla in una modalità diversa che risulti lecita in un dibattito pubblico”. Finiguerra, dopo aver conferito con Gornati, copresentatore della mozione, ha acconsentito al rinvio purchè “si discuta di ciccia e non del sesso degli angeli e lo si faccia in forma pubblica”. A questo punto è spuntato Nicoli (Officina) con una nuova mozione su Amaga da votare subito, per “impegnare il sindaco a recepire al più presto tutti i documenti e conti di Amaga”. Anche questa proposta è stata respinta, hanno votato sì solo in 3, i 2 consiglieri dell’Officina e Finiguerra. La seduta è stata tolta ma i commenti e le riflessioni sono continuati a lungo anche fuori le mura del castello. Il commento più gettonato: “Di Amaga non si vuole parlare, il dibattito si continua a rimandare da un Consiglio all’altro, da società pubblica a società segreta?” E.G.
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