ALBAIRATE – Sono state centinaia le persone che sabato 26 novembre, dopo la veglia di preghiera di venerdì, hanno reso omaggio e salutato per l’ultima volta Arianna Mastrelli, la giovane albairatese deceduta lo scorso 23 novembre per un terribile incidente lungo la via Marcatutto. Oltre alla famiglia, al fidanzato e agli amici più stretti c’erano i compagni di Università – Arianna, 20 anni, era iscritta all’Università Bocconi dopo un quinquennio allo scientifico di Abbiategrasso – gli amici d’infanzia, delle superiori e poi il personale della Casa di Riposo Gemellaro dove la madre, Sabina Gemignani, è Direttrice e il nonno materno presidente, le compagne di ginnastica artistica (Arianna era stata una ginnasta della CS Europa di Abbiategrasso con ottimi risultati), i musicisti del Gruppo Musicale Albairatese a lutto … tutto il paese, commosso, ha voluto stringersi alla famiglia e condividere il dolore straziante nel quale tutti possono identificarsi perché Arianna poteva essere la figlia di ognuno di noi incarnando, oltre alla spensieratezza dei 20 anni e ai sogni per il futuro, la normalità di una vita scandita da ritmi quotidiani: prepararsi, fare colazione, salutare, salire in auto e andare alla stazione Bruciata a prendere il treno per Milano, poi tanto ci si rivede a sera. Invece no. In quel maledetto e piovoso mercoledì alla figlia di tutti è mancato il ritorno a casa: erano passati pochi minuti dalle 8.00 quando, come ormai tutti hanno appreso, l’auto della giovane, una Nissan Micra, ha invaso la corsia opposta andando a schiantarsi tragicamente contro una navetta della STAV, fortunatamente vuota, finendo così in uno dei fossi che costeggiano le curve della strada all’altezza della Cascina Tosa. Il primo a prestare soccorso è stato Jonny Valdivia, volontario a Zelo Surrigone di Ata Soccorso: “L’incidente era proprio appena successo – racconta – non c’era ancora nessuno; ho trovato l’autista sotto choc al telefono che, credo, stesse chiamando i soccorsi, subito mi sono precipitato a vedere: la ragazza aveva la cintura di sicurezza ed era priva di conoscenza nell’auto che era cappottata; non riuscendo ad aprire la portiera del passeggero ho rotto il parabrezza e l’ho tirata fuori. L’ho presa in braccio, era piccolina, e l’ho adagiata nel campo cercando di rianimarla tenendomi in contatto col 118. Nel frattempo sono arrivati i volontari della Croce Azzurra e ho lasciato il lavoro a loro. Poi sono arrivati tutti: Vigili del fuoco (Milano e Abbiategrasso n.d.r.), la Polizia Locale, i Carabinieri… io ci sono abituato, ma questo incidente mi ha proprio sconvolto”. I paramedici hanno subito tentato di rianimare la ragazza e poi, con una corsa folle e disperata, l’hanno trasportata in gravissime condizioni all’Humanitas di Rozzano dove poco dopo Arianna è spirata e dove i medici, a causa della morte violenta, hanno dovuto eseguire l’autopsia. L’autista, incolume, non avrebbe avuto margine per evitare il terribile colpo: dalla prima testimonianza, tra le lacrime, ha detto di essersi visto improvvisamente invadere la carreggiata dalla macchina e di non avere avuto margine né temporale né spaziale per evitare l’impatto. Le cause e le dinamiche restano al vaglio della Polizia locale di Albairate che, attraverso il Comandante Davide Losa, ha subito avvertito il pm inserendo così l’autista, per prassi, nel registro degli indagati presso la Procura di Pavia. Il sindaco Pioltini, a nome dell’Amministrazione comunale, dei dipendenti e della comunità, attraverso un comunicato ufficiale, si è stretto nel dolore alla famiglia e ha espresso il più profondo cordoglio, anche perché la madre della giovane, Sabina Gemignani, fino a settembre scorso ha ricoperto l’incarico di assessore alla Salute e ai Servizi Sociali nell’attuale giunta. Il grave incidente, indipendentemente dall’esito dei rilievi e delle cause che lo hanno potuto procurare è comunque una testimonianza della pericolosità della via Marcatutto a causa delle curve, delle carreggiate strette e del traffico pesante: la scorsa estate altre persone, tra cui un’altra giovane universitaria, erano finite nei fossi adiacenti fortunatamente senza conseguenze. Fare attenzione, moderare la velocità (il limite segnalato è di 50 km) e predisporre misure dissuasive potrebbero in futuro, forse, evitare altre tragiche fatalità. Simona Borgatti
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