ABBIATEGRASSO – Un ordine del giorno, ma formalmente una mozione, presentata da Officina del territorio che voleva “impegnare l’amministrazione ad avviare politiche per l’accoglienza di richiedenti protezione internazionale e rifugiati”, nonché ad “avviare un processo di inclusione con corsi professionali”, è stata oggetto di un lungo dibattito e infine respinta da 5 voti contrari che hanno superato i 4 a favore mentre in 7 si sono astenuti. Finiguerra, unico esponente in Consiglio di Cambiamo Abbiategrasso, ha proposto ai firmatari della mozione, con un emendamento, l’impegno concreto di individuare adeguati spazi pubblici ad accogliere i migranti. I de consiglieri dell’Officina, dopo aver consultato altri del loro gruppo presenti in aula, hanno accettato. Ma come poi si è costatato durante il dibattito, è stata proprio questa richiesta di concretezza che ha spostato l’ago della bilancia. Porati (Pd) si è detto subito d’accordo con la mozione e ha proposto alcuni approfondimenti su cosa significa l’accoglienza negli enti locali, “i 35 euro al giorno non vengono dati agli ospiti bensì ai gestori dei centri, questo sistema genera un indotto e occupazione”. Bertani (PdL) ritiene che occorra distinguere “chi scappa dalla guerra, da chi vuole fare turismo. L’Italia ha dato ben più di una mano ma bisogna distinguere, in Sardegna abbiamo visto migranti che si lamentano perché manca il wi-fi e nell’altra location perché troppo lontani dal centro del paese. Emergenza o altro quindi? Ad Ellwangen, città gemellata con noi, stanno ospitando 1.200 persone a cui se ne aggiungeranno altre 1.000, hanno a disposizione addetti alla pulizia che potrebbero farsi loro, 5 menu ora anche di notte per il Ramadan, prendono 120 euro al mese a persona. La scorsa settimana c’è stato un tafferuglio, 5 gendarmi sono finiti in ospedale. Di sera la città è piena di questi personaggi che rubano nelle case… pensiamoci bene prima di accogliere chiunque”. Ranzani (Pd) si è detto infastidito “di questi discorsi con cui si tocca la pancia della gente, c’è un aspetto più importante: la maggior parte di queste persone sono disposte a morire in mare, non credo che vengano per fare turismo, stanno scappando dalla guerra, da città stravolte, costrette a cercare un posto dove poter vivere. Questa mozione non mi vede contrario ma noi gli spazi non li abbiamo, per cui accoglierli significa non dare dignità”. Albini (Pd) ammette che “questo tema ci mette in discussione come uomini, ho una visione diametralmente opposta a quella di Bertani ma come amministratore pubblico devo prendere decisioni anche in contrasto con la mia coscienza”. Ceretti (lista civica) ha dichiarato: “La struttura della mozione contiene elementi strumentali. Come si fa a decidere di dare occupazione quando non riusciamo a contrastare la nostra disoccupazione giovanile? Ci dovrebbe essere uno spazio politico e ambientale…” E a proposito di spazi, Balzarotti (lista civica) pragmaticamente ha chiesto ai proponenti “Secondo voi gli spazi quali possono essere?”. Lovotti (Officina) ha risposto che ci sono, per esempio, appartamenti comunali non occupati. Pusterla (PdL) ha definito la proposta irresponsabile, anche perché documentandosi sui comuni cosiddetti virtuosi perché offrono accoglienza, ha rilevato che “trovano uno spazio, li ficcano dentro e poi li abbandonano, per cui propongo di fare solo una dichiarazione di principio per sollecitare le istituzioni poi affrontiamo il problema seriamente, valutando cosa si può fare in concreto”. Il Sindaco ha condiviso l’intervento di Pusterla, “come consigliere metropolitano ho costatato la fatica di Milano a trovare posti per questa emergenza. Nel 2012 la struttura più idonea era la colonia Enrichetta, un ghetto fuori 6 km e nel periodo estivo utilizzata per i ragazzi. Oltre a un tetto occorre garantire sicurezza e sanità. Abbiamo 290 persone in attesa di un’abitazione comunale”. Finiguerra ha rimarcato che “una dichiarazione di principio sarebbe ipocrisia, il Pd avrebbe votato la mozione senza il mio emendamento?” Lovotti ha rigettato la proposta di Pusterla perché “la parte operativa è più difficile ma troppo semplice fare solo una dichiarazione di principio”, Gioiosano a sua volta ha denunciato “l’atteggiamento di chiusura che fomenta il razzismo” e ha proposto di ospitare i migranti in fiera o in spazi religiosi. La mozione, dopo repliche e controrepliche, è stata infine votata: 4 i voti a favore (Lovotti, Gioiosano, Finiguerra, Porati), 5 contrari (Pusterla, Gornati, Bertani, Buzzi, Balzarotti), 7 astenuti (6 Pd e Ceretti). E.G.